Firenze – I dati sono più o meno quelli degli anni passati, per quanto riguarda l’edilizia pubblica e l’emergenza casa, ma l’impennata c’è: riguarda gli sfratti, che nel 2016 hanno registrato un aumento di richieste ed esecuzioni del 3,7% (12.109 richieste, 3.431 esecuzioni). Senza dimenticare tuttavia che i provvedimenti sono diminuiti del 14,18 % (4.613). Un dato solo in parte contraddittorio, come spiega Laura Grandi, segretaria del Sunia Firenze, “Siamo davanti all’onda lunga della crisi – commenta – un altro problema si presenterà quando gli sfratti cominceranno a diminuire, poiché tutto fa supporre che la diminuzione non sarà imputabile alla soluzione dell’emergenza casa, bensì al fatto che le case vuote sono entrate nel circuito degli affitti turistici. Perciò non vedo contraddizione fra aumento di richieste ed esecuzioni e diminuzione di provvedimenti”.
Un problema, quello degli sfratti, che resta centrale nel “panorama” casa di cui oggi si è fatto il punto all’Auditorium di via San Gallo a Firenze. Si tratta del IV Conferenza regionale sulla casa, in occasione della quale è stato presentato il VI Rapporto sulla condizione abitativa in Toscana. Tirando le fila, anche quest’anno la Toscana si differenzia dalla media nazionale per due dati: intanto, per un dato migliore rispetto a quello nazionale per quanto riguarda il rapporto fra “lista d’attesa” per le case popolari e case assegnate, 21.798 in attesa nelle liste dei Comuni della regione per 47.384 case assegnate, mentre nel resto del Paese sono 650mila domande inevase per un numero equivalente di case assegnate, secondo la stima di Federcasa; poi, per un dato peggiore, vale a dire il rapporto fra famiglie residenti e sfratti, che rimane di “maggiore densità” in Toscana, densità che si evidenzia sia sul fronte dei provvedimenti, che nel 2016 è di un provvedimento ogni 356 famiglie in Toscana, a fronte di un provvedimento ogni 419 famiglie registrato in Italia, sia su quello degli sfratti eseguiti, in Toscana uno sfratto eseguito ogni 479 famiglie contro il dato nazionale di 1 su 732 famiglie.
Eppure, come ricorda l’assessore regionale alla casa Vincenzo Ceccarelli, la Toscana non è stata con le mani in mano: investimenti ci sono stati e sono continuati (e continueranno) anche quando il governo centrale ha decapitato le risorse per la casa. “Il rapporto ci dice che ancora perdura una condizione di criticità, con circa 53.000 famiglie toscane che vivono in condizione di difficoltà economica e il tema della casa in questa situazione diventa fondamentale – dice Ceccarelli – il tema della casa è una priorità, per questo negli ultimi 10 anni abbiamo investito circa 500 milioni per la realizzazione di alloggi residenziali pubblici, di cui 122 negli ultimi 3 anni. Inoltre abbiamo investito nel sostegno all’affitto e per contrastare la morosità incolpevole. Anche nel 2016, anno preso in considerazione dal rapporto, abbiamo messo a disposizioni circa 10 milioni di euro. Abbiamo inoltre intenzione di investire nei prossimi anni 100 milioni in nuovi alloggi popolari, di cui 35 già impegnati. Dunque la Toscana non si tira indietro di fronte all’emergenza abitativa, ma lavora su più fronti per ottimizzare le risorse e migliorare il sistema”.
Del resto, il dato fondamentale di un’emergenza che sembra diventata cronica rimane sempre uno: gli sfratti in Toscana riguardano il 2,1% delle famiglie che vivono in affitto e sono determinati nel 94,3% dei casi (contro una media nazionale dell’88,8%) da situazioni di morosità legate, soprattutto, alla perdita del lavoro o alla scadenza di contratti di lavoro a termine. Ma sempre più spesso non è neanche la perdita del lavoro a tagliare le gambe alle famiglie facendole cadere in morosità incolpevole: è in aumento infatti, come dice Grandi del Sunia, l’esercito dei working poors, vale a dire di coloro che pur lavorando non “ci stanno dentro”. Un problema che emerge anche dall’analisi sull’ultimo bando Erp, che ha messo in evidenza, dice la segretaria del Sunia fiorentino, come la legge forse non sia in grado di fotografare “davvero” la realtà dei nuclei familiari dell’oggi. Tant’è vero che molti, anche in conseguenza alle limitazioni di accesso derivate dalla nuova legge regionale sulla casa (conosciuta come “Legge Saccardi”) non possono neppure accedere al bando popolare. Una situazione che determina una vera e propria perdita di fiducia, come riportato da una ricerca presentata al convegno, per cui, ai dati incrociati fra Isee e famiglie, risulterebbe che anche i molti nuclei che in realtà avrebbero diritto alla casa popolare (e dunque rientrerebbero nel bando) non ne fanno richiesta.
Tornando al panorama generale, in Toscana una famiglia su 33 vive in una casa popolare (2,9% dei residenti nella regione, 18,3% di chi vive in affitto). Il “parco case popolari” regionale, secondo i dati forniti dalle 11 Aziende pubbliche per la casa, consta di 5.916 fabbricati, composti da 49.694 unità immobiliari, di cui 12.772 (il 25,7%) sono localizzati nel LODE di Firenze, 8.475 (17,1%) in quello di Livorno e 6.335 (12,7%) in quello pisano. Queste tre realtà da sole fanno il 55,5% del totale. Nel 2016, sono state realizzate o acquisite 245 nuove unità immobiliari, mentre 661 nuovi alloggi sono in costruzione. Il 93,9% degli alloggi sono stati assegnati con regolare contratto di locazione e solo l’1,6% è occupato abusivamente, un dato nettamente migliore della realtà nazionale, che si colloca al 6,4%.
Composizione dei nuclei assegnatari: dei 47.384 nuclei familiari che vivono in case Erp, il 26,3% è composto da persone che vivono da sole, il 20,4% da nuclei con soggetti invalidi, il 2,4% da famiglie con figli disabili a carico. Il 91,2% degli assegnatari degli alloggi è italiano, l’8,8% è straniero. Dei 931 assegnatari nel 2016, 681 sono stati tratti da graduatorie ordinarie, 82 da graduatorie speciali, 168 dalle graduatorie per l’emergenza abitativa. Il tasso annuo di soddisfazione delle domande è del 3,1%. Il 35,9% degli alloggi è andato a famiglie straniere (33,3% da graduatoria ordinaria). Rispetto al 40,6% del 2015 si osserva un calo delle assegnazioni a famiglie straniere.
Tra gli assegnatari di alloggio popolare ci sono poi 9.890 nuclei morosi attivi da almeno sei mesi. E’ rimasto inevaso il 6,2% dei canoni di locazione e l‘11,6% dei canoni da servizi nel periodo 2007-2016. I morosi sono oltre un quinto (il 20,9%) del totale dei 47.384 nuclei familiari presenti in alloggi Erp. Tra i morosi, con 3.592 nuclei è stato concordato un piano di rientro rateale, 1.639 sono seguiti dai servizi sociali, mentre per 1.016 sono in corso provvedimenti di sfratto. Si ricorda che il 29,9% degli incassi è destinato alla manutenzione degli alloggi.
Foto: copertina, il convegno; in pagina: l’assessore regionale alle politiche abitative Vincenzo Ceccarelli, la segretaria del Sunia fiorentino Laura Grandi