Firenze – Tra sfratti, proroghe e proteste, continua l’emergenza casa. Tradotto, significa che continuano a mancare le case per tutti, così come continuano a mancare le risorse per costruirne, o ristrutturarne, di nuove.
Partendo da questo assioma di fondo c’è chi ricorre alla soluzione– immediata e trasgressiva- dell’occupazione, chi promette maggiori finanziamenti, più o meno a breve scadenza, e chi decide di ripensare il sistema dell’edilizia pubblica nel suo complesso. Sul tavolo rimangono le cifre da capogiro di un problema sociale sempre più scottante: 500 sfratti già previsti per il primo semestre del 2015, 2.800 famiglie in lista d’attesa per la casa popolare (solo a Firenze), 1700 case pubbliche sfitte (in Toscana) non utilizzabili perché impraticabili, e 3/400 occupanti suddivisi tra una ventina di alloggi (solo a Firenze).
In quest’ottica le rassicurazioni del vice ministro Riccardo Nencini, presente ieri alla tavola rotonda organizzata dal Sunia Toscana sul futuro dell’edilizia pubblica, che promette più di 400 milioni di euro per l’ERP, fanno sorridere il Sunia (Sindacato degli Inquilini). “Il Governo sta pubblicizzando 467 milioni di euro già pronti per le ristrutturazioni delle case pubbliche sfitte, ma in realtà solo 67 sono immediatamente utilizzabili. E non proprio immediatamente, ma tra un anno – precisa Simone Porzio, segretario generale SUNIA Toscana– Altri 270 milioni risultano ripartiti in un periodo di almeno 10 anni, alla faccia dell’emergenza; i rimanenti 130 risultano come scomparsi, e di fronte alla nostra osservazione, il vice ministro non ha dato alcuna risposta”.
Per il Sunia, dunque, se si vuole scongiurare la morte sicura dell’edilizia pubblica, “è necessario individuare forme di finanziamento costante e ripensare l’ERP in un’ottica di ottimizzazione e razionalizzazione delle aziende che la gestiscono.” Porzio porta l’esempio delle Asl: “Come per le aziende sanitarie, insomma. Si pensa di ridurle a tre per tutta la Toscana, e sarebbe giusto fare qualcosa di simile anche per l’edilizia pubblica, razionalizzando le 11 aziende della nostra Regione”. Nel frattempo, sul fronte dell’immediato, il Sunia chiede la proroga degli sfratti per fine locazione così da tutelare anche gli inquilini non morosi, ma a cui è scaduto il contratto, ed estendere ad essi le misure previste per gli sfrattati per morosità incolpevole.
Qualche giorno fa anche gli assessori alle politiche abitative dei maggiori centri urbani, Roma Milano e Napoli, hanno chiesto la proroga degli sfratti per fine locazione, che riguarderebbe tra le 30 e le 50mila famiglie in tutta Italia. Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, anima e mente del Piano Casa nazionale, ha risposto che “non è drammatizzando un problema che lo si risolve” e che l’esecutivo “non è stato a guardare, anzi, ha imboccato una strada nuova, cosciente che l’emergenza andava affrontata in modo più radicale e non col strumento vecchio e logoro della proroga degli sfratti”.
Intanto il suo Piano Casa è oggetto di dure critiche. Tra le norme più contestate c’è l’idea della vendita all’asta degli alloggi pubblici, che Nencini ieri ha promesso di modificare, facendosi portavoce delle preoccupazioni sollevate dai sindacati degli inquilini, dal Sunia all’Unione degli Inquilini, e garantendo di voler tutelare sia il diritto d’acquisto agli inquilini residenti, sia il diritto a permanere nell’alloggio anche a chi non si può permettere di acquistarlo.
Altra norma duramente criticata del Piano Lupi, soprattutto dai Movimenti di lotta per la casa, è quella riguardante l‘esclusione dalla lista d’attesa per l’assegnazione di un alloggio dei soggetti che si sono resi responsabili di un’occupazione.
E a quanto pare una norma simile sarà presente anche nel testo della nuova legge toscana sulla casa. Esclusione dalla liste per chi ha partecipato ad un’occupazione, dunque, come ha confermato circa venti giorni fa l’assessore regionale alle Politiche Sociali, Stefania Saccardi. Approvato in Giunta, il testo attende il passaggio in Consiglio per l’approvazione definitiva, presumibilmente entro la fine di gennaio, e comunque prima della fine della legislatura regionale.
Per il Movimento di Lotta per la Casa di Firenze, se questa sarà la nuova legge, rappresenterà una sorta di copia e incolla del Piano Casa del ministro Lupi, una specie di piede premuto sull’acceleratore “verso la definitiva macelleria sociale”.
Per il Sunia il testo regionale presenta “aspetti comunque originali e positivi”, sollevando però qualche riserva su uno dei requisiti richiesti per accedere ai bandi di assegnazione dell’alloggio ERP, ovvero quello temporale degli almeno 5 anni di lavoro o di residenza in Toscana: “Secondo noi è una norma da Repubblica Marinara e in quanto tale va modificata,- precisa Porzio- perché troppo limitante gli spostamenti dei cittadini tra comuni contigui”. Vedremo come andrà.
Intanto l’unica certezza è che, con la nuova legge toscana, il canone minimo mensile di locazione passerà dai 12,90 euro a 40, mentre i canoni superiori a quello minimo rimangono invariati.