Firenze – I numeri che snocciolano i rappresentanti del Sunia toscano sono da brivido: solo in regione, i nuovi provvedimenti di sfratto convalidati nello scorso anno sono stati 5978, con un innalzamento dello 0, 61% rispetto al 2012. Sfratti che si aggiungono ai 15.026 in attesa di esecuzione con forza pubblica. Le famiglie toscane finite in strada a seguito dell’intervento con forza pubblica sono state 2.877, mentre oltre 55mila persone hanno presentato domanda di assegnazione di casa popolare. Di queste, verrà soddisfatta la propria aspettativa solo una percentuale che si aggira sul 10%. E il resto?
Ed è sull’angosciosa sospensione di quel punto interrogativo, che Sunia, Sicet e Uniat toscani hanno inviato stamattina mattina ai Comuni capoluoghi di provincia, alle Prefetture e alla Regione un appello per far sì che “la politica e le istituzioni facciano la loro parte per contribuire a risolvere una questione che tiene in scacco e angoscia migliaia di famiglie toscane”.
Un’iniziativa che è stata svolta a livello nazionale, come del resto i recenti dati del Ministero dell’Interno relativi al 2013 circa il problema della casa confermano che ci troviamo di fronte a un’emergenza nazionale. E che l’allarme lanciato dalle sigle dei sindacati degli inquilini sull’aumento del numero degli sfratti per morosità incolpevole è ben altro che una semplice “tendenza”. Negli ultimi 5 anni il numero complessivo in Italia di sfratti sentenziati è pari a 332.169, di questi ben 288.934 sono per morosità, si legge nella nota dei sindacati; sempre negli ultimi cinque anni (2009/2013), gli sfratti eseguiti con l’intervento dell’Ufficiale Giudiziario sono stati 145.208, soltanto nel 2013 le richieste di esecuzione sono state 129.577.
Insomma, che i numeri siano regionali o nazionali, l’emergenza è sempre evidente e impressionante. Ma una via per almeno limitare i danni, dice il Sunia, c’è. “Oltre ad una strategia di medio/lungo periodo per soddisfare la domanda – spiega Simone Porzio, segretario regionale e componente della segreteria nazionale – serve un uso attento e rapido delle risorse messe a disposizione in particolare dalla legge 80/2014 cd. “decreto Lupi”, soprattutto per quanto riguarda lo stanziamento del fondo per la morosità incolpevole. Infatti, il fondo non è disponibile da ben 8 mesi perché il decreto attuativo sembra essersi impantanato presso la Corte dei Conti. Un ritardo scandaloso dovuto essenzialmente alla perversa burocrazia ministeriale e della magistratura contabile. La stessa burocrazia, in questo caso regionale, che da un paio di mesi blocca il lavoro delle commissioni di graduazione sfratti istituite in molti capoluoghi toscani che non sono in grado di erogare i finanziamenti regionali a sostegno di proprietari e inquilini sotto sfratto che hanno trovato un accordo per evitare la forza pubblica”.
Infatti, i fondi istituiti a questo fine dalla Regione Toscana (che si era attivata in anticipo) sono bloccati dalla magistratura contabile sia nazionale sia regionale con la “scusa” (come dicono i rappresentanti sindacali) del patto di stabilità. “Potremmo azzardare che si è trattato di una ingenuità della Regione, quella di mettere a bilancio questi fondi in modalità che non aiutano il loro impiego – spiega Porzio – sta di fatto che in sfratti in cui si era addivenuti a un accordo con il proprietario proprio dietro l’impegno di erogare una compensazione in denaro, occorrendo uno sfratto per incolpevole morosità, il proprietario è ancora in attesa di soldi di cui non si sa quando vedrà il colore. Ciò comporta una perdita di credibilità che coinvolge tutti, a partire dalle istituzioni fino ai sindacati”. E che stimola anche soluzioni “alternative” e “fai da te” come occupazioni e altre iniziative.