Emergenza abitativa, Pierri (Unione Inquilini): “Persone lasciate sole”

Firenze – Torna alla ribalta, questa volta a Palazzo Vecchio, il caso della famiglia di 5 persone, sotto sfratto eseguibile a giorni, di cui si è occupato, grazie a una lettera della Rete Antisfratto Fiorentina che mette insieme movimenti, associazioni e formazioni politiche, l’Alto Commissariato per i Diritti umani dell’Onu, che ha accolto il ricorso. La vicenda è stata esposta stamani in una conferenza stampa a Palazzo Vecchio, convocata dal gruppo consiliare di Spc, cui hanno partecipato gli attori di questa storia, la famiglia oggetto del provvedimento, Rete Antisfratto Fiorentina, Movimento di Lotta per la Casa, Sportello Solidale Casa, Unione Inquilini, Sinistra Progetto Comune.

La vicenda della famiglia fa emergere una situazione di estrema fragilità sociale, come già registrato su queste pagine (https://www.stamptoscana.it/commissione-onu-accoglie-il-ricorso-di-una-famiglia-sotto-sfratto/). Un caso che è emblematico di situazioni molto diffuse, e che “può finire positivamente, o al contrario precipitare in una gravissima violazione dei diritti umani. Lo testimonia anche la lettera dell’ONU che presentiamo qui oggi, con cui si invita il Comune di Firenze a trovare una soluzione abitativa dignitosa, o, in assenza di questa, a chiedere di rinviare l’esecuzione dello sfratto”.

Ricordiamo la vicenda: il nucleo famigliare è composto da “padre, madre, due figli e una figlia minorenni, di cui uno con problemi di apprendimento – spiegano Rete Antisfratto Fiorentina, Movimento di Lotta per la Casa, Sportello Solidale Casa, Unione Inquilini – in conseguenza della pandemia SARS-CoV-2 entrambi i genitori hanno perso il lavoro, maturando una condizione di morosità incolpevole. Nel 2021 entrambi hanno trovato una nuova occupazione, presso una ditta di pulizia, per 70 ore mensili a testa, dove possono lavorare insieme, perché a seguito di un incidente lei è rimasta leggermente limitata nei movimenti fisici. La famiglia non può essere divisa, perché i genitori non avrebbero modo di accudire i minori e mantenere l’occupazione. L’assenza di un alloggio o la divisione del nucleo provocherebbe gravi danni, forse irreparabili, come fa presente anche l’ONU”.

Fra i passi già compiuti, “è stata presentata domanda di inserimento nella graduatoria emergenza sfratti, nel novembre 2022. Le istituzioni devono dare una soluzione alloggiativa, come garanzia imprescindibile perché le avversità che hanno vissuto cessino, perché questa vicenda non si concluda in tragedia umana”.

“Si tratta di una situazione rappresentativa di ciò che succede in questa città – dice Marzia Mecocci, del Movimento di Lotta per la Casa – fra gli scogli da superare per una famiglia in difficoltà, segnalo anche l’assenza di una interlocuzione veloce, presso un referente preciso, che non faccia aspettare settimane solo per un primo colloquio. Sembra davvero che siano saltati tutti canali di contatto fra amministrazione e città, in particolare per quanto riguarda i problemi abitativi e sociali. Impossibile contattare l’ufficio casa, impossibile riuscire a farsi passare un ufficio o qualcuno che possa ascoltare e al limite dare informazioni concrete. Uno scoglio molto arduo per i cittadini in stato di bisogno, ma anche per le associazioni. Per quanto ci riguarda, essendo l’anello in prima fila, veniamo contattatti spesso da persone o famiglie in situazioni a dir poco disperate, per problemi abitativi, di lavoro, di sopravvivenza. Cerchiamo in ogni caso di indirizzare, aiutare, dare mano per raggiungere almeno un inizio di soluzione. Certo, alla fine, con la gente per strada e disperata, nessun ascolto e tantomeno soluzioni, occupiamo”.

“Una situazione ben rappresentata da questa famiglia, che fa emergere con prepotenza l’insufficiente predisposizione degli uffici rispetto alla situazione – aggiunge il segretario dell’Unione Inquilini regionale, l’avvocato Pietro Pierri – Le persone non possono essere lasciate sole, l’amministrazione deve intervenire in quanto oltre all’obbligo di amministrare, esiste l’esigenza di prossimità, che è ancora più importante per i residenti in sofferenza e difficoltà. Invece, si inviano mail che rimangono senza risposta, si fanno telefonate cui nessuno risponde, così non va. Se ci sono cose che i governi non hanno fatto, ci sono anche azioni che le amministrazioni locali devono fare, ascoltare, istruire dei casi, farsi sentire. Manca un approccio dinamico, purtroppo la situazione è tale che le case servono ora e subito. Si sta assistendo a un’involuzione delle modalità e dell’ approccio, mentre, essendo ormai l’emergenza abitativa una sorta di fisiologica patologia, il governo cittadino dovrebbe essere in grado di studiare misure, dare indicazioni agli uffici, cambiare, se capisce che la situazione non è sotto controllo, il sistema. D’altra parte, in una città che è diventata la seconda più cara in Italia con affitti aumentati del 30%, bisogna sapersi predisporre rispetto a questo. Per quanto riguarda i rapporti con sindacati inquilini, famiglie, movimenti e associazioni, ci devono essere  forme concrete di concerto per affrontare le cose. Non si può turarsi gli orecchi e tapparsi gli occhi, facendo finta che vada tutto bene. Non so se questa è la via per perdere il governo delle Regioni e dei Comuni, ma certamente questa è la via per perdere la faccia”.

Dmitrij Palagi e Antonella Bundu, consigliere e consigliera del Comune di Firenze del gruppo Sinistra Progetto Comune, commentano: “Esistono numerose situazioni simili a quella raccontata oggi. Ringraziamo i movimenti e i sindacati che danno voce ai nuclei familiari in difficoltà, così come chi accetta di testimoniare le proprie situazioni per dare concretezza all’emergenza casa, sempre più feroce, anche nella nostra città. Il Governo ha tagliato i contributi in questo ambito: all’ondata di sfratti se ne aggiungerà una conseguente a questa decisione. Il Comune non può limitarsi a rinviare le responsabilità su Roma, ma deve finalmente intervenire con strumenti propri, come il recupero del patrimonio immobiliare dismesso compatibile con la residenza”. I tagli governativi cui si riferiscono i consiglieri sono quelli al fondo dei contributi affitto e alla morosità incolpevole (https://www.stamptoscana.it/fondo-affitti-cancellato-a-firenze-rischio-morosita-per-circa-700-famiglie/) che vede a rischio morosità, nella sola Firenze, circa 700 nuclei famigliari.

Risposta piccata dell’assessora alla casa Benedetta Albanese: “E’ paradossale che chi disprezza le istituzioni e ne viola le regole occupando case oggi entri nelle nostre sedi per parlare di leggi e diritti. Ed è grave che una forza politica presti loro il fianco”. Entrando nel merito della lettera, accolta dall’Alta Commissione dell’Onu, precisa che l’Onu sollecita il governo italiano che sì, deve fare la sua parte. Il Comune, ha ricordato l’assessora, sta già mettendo in campo risorse e progetti per dare risposte abitative al territorio. Nel caso specifico della famiglia, che non è in graduatoria emergenza sfratti per mancanza dei requisiti di legge, “sono stati attivati tutti i canali per affrontare la fragilità con risposte adeguate, come sempre avviene nel nostro territorio” ha concluso Albanese.

Ribalta la questione rispetto a quanto denunciato in conferenza stampa il capogruppo Pd Armentano, affermando in una nota: ““Sui diritti non prendiamo lezioni, questa amministrazione è accanto a tutti coloro che vivono situazioni di fragilità. È una decisione che non condividiamo e che va contro i nostri principi quella, assunta dai consiglieri SPC, di ospitare movimenti che in più occasioni hanno dimostrato di non rispettare le regole. Non ci sottraiamo a un dibattito serio e concreto su temi di valenza sociale e sulle questioni abitative che rappresentano per l’amministrazione una reale priorità ma riteniamo quanto fatto da Bundu e Palagi totalmente scorretto e inopportuno. Su un tema importante come questo ognuno deve fare la propria parte, muovendosi nell’alveo del rispetto delle regole e delle leggi. Per noi è fondamentale venire incontro alle difficoltà di tante famiglie, oggi più che mai. Sul fronte della casa, Palazzo Vecchio è in campo con tanti strumenti, investendo su ristrutturazioni, housing sociale così come non manca l’impegno per affrontare ogni situazione di fragilità. Le situazioni sono molteplici e l’amministrazione è sempre al lavoro con tutte le direzioni competenti per valutare la risposta più adeguata da predisporre a seconda del caso. È un tema delicato, da monitorare con attenzione. La stessa attenzione che peraltro auspichiamo ci sia a livello nazionale nonostante i primi segnali infausti, con lo stop al fondo affitti ad esempio”.

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