Emergenza abitativa, Lorenzo Bargellini e il Pd

Firenze – Il caso di Tommaso Grassi e Miriam Amato, consiglieri comunali, sebbene a titolo diverso, della “Sinistra”, attaccati con durezza non solo dall’opposizione rappresentata da Jacopo Cellai (che tuttavia meraviglia: l’attacco arriva proprio da un esponente con le radici famigliari nella Destra Sociale; Destra che da sempre ha fatto proprio, anche con posizioni radicali, il tema dell’emergenza abitativa) ma anche e soprattutto dal Pd con la clamorosa reprimenda di Angelo Bassi (capogruppo del Pd in comune, sindacalista passato dalla Cgil alla Uil, dove ricopre l’incarico di Responsabile Regionale delle Cooperative, occupandosi di Montedomini), dà senz’altro da pensare.

In primo luogo, è veramente clamoroso che uno dei rappresentanti storici del disagio abitativo a Firenze, Lorenzo Bargellini, che ha sempre rappresentato il termometro dell’emergenza abitativa, stia subendo un tentativo di ridimensionamento e delegittimazione che ne disconosce il profilo ormai storico. E qual è, questo tentativo? Che il portavoce, piaccia o non piaccia, della disperazione della città più underground, venga messo in condizioni di non ascolto. Si preferisce tirare a diritto a prescindere, tamquam non esset. Una scelta che da un lato dà la misura di quanto sia poco interessante per la nostra classe di governo ascoltare le ragioni dei disperati di cui Bargellini è, ribadisco storicamente, portavoce, dall’altro quanto sia urgente il suo bisogno (di questa classe politica, intendo) di reclamare, a sua volta, una “legittimazione dal sistema” altrettanto storica: rappresentare il partito dell’ordine contro “i cattivi”. Interessante mutamento del genoma del centrosinistra, questa necessità di “marcare” la distanza con le fasce più disperate della popolazione. Quanto tempo è passato, da quando l’allora presidente del Quartiere 1, Stefano Marmugi, non pericoloso comunista, proveniente dalla Margherita in transito verso il Pd, rilasciava una dichiarazione a me, allora cronista del Corriere di Firenze, in cui sosteneva che “Bargellini è la coscienza di questa città”!.

Ma ciò che si consuma in questa levata di scudi del Pd “per bene” contro la Sinistra “per male” è anche altro. E’ la volontà di chiudere gli occhi nei confronti di un problema epocale illudendosi di poterlo affrontare con palliativi ed escamotages, senza andare diritti al cuore. Che in buona sostanza è: la presenza di una politica edilizia pubblica insufficiente. Questo è il nocciolo. E non è questione di Bargellini, Amato, Grassi, Cellai, Bassi o di chi si voglia: strictu senso, neanche questione di legalità o illegalità. Il problema, come del resto hanno sempre messo in chiaro i sindacati della casa, non è solo che non si costruisce o meglio, che non si costruisce abbastanza, ma che manca un progetto ampio, una pianificazione che guardi al futuro delle politiche abitative; prova ne sia l’assenza, a tutt’oggi, di un fondo dedicato all’edilizia popolare pubblica. L’ultimo che ci provò, in questa regione, fu l’allora assessore al welfare e alla casa Salvatore Allocca, “rifondarolo”, come si usa dire ora. Ricordate la sua proposta di tassare con finalità di edilizia pubblica le case sfitte in Toscana? Sappiamo tutti come è andata a finire.

 

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