Emergenza abitativa, Cgil e Sunia lanciano l’alleanza per la casa

Firenze – I numeri non cambiano, sono sempre quelli, l’emergenza abitativa fa paura. Ma nel convegno organizzato dalla Cgil “Edilizia pubblica: la casa per l’emancipazione sociale” che si è tenuto stamattina 26 gennaio, viene focalizzata una necessità che diventa richiesta e proposta: costituire un fronte unico fra i vari soggetti che si muovono nel grande palcoscenico dell’emergenza abitativa per creare un grande blocco di interessi e forze per fare pressione sul governo centrale. Perché ormai l’urgenza-emergenza è tale, i numeri sono così pesanti e il quadro così deteriorato, che è solo con politiche abitative promananti da un nuovo sistema nazionale si potrà provvedere davvero all’esigenza primaria della casa che sta premendo su di un sempre più largo strato della popolazione. “Un’alleanza tra sindacato, Regione, Comuni, aziende ed inquilini per combattere l’emergenza casa in Toscana su cui si rischia un disastro sociale – lanciano  Cgil e Sunia Toscana – l’edilizia pubblica è un pilastro dello stato sociale, fondamentale per il sostegno e l’emancipazione delle famiglie di lavoratori e lavoratrici che hanno difficoltà a sostenere i costi del mercato dell’abita. Allo stato attuale, questa consapevolezza non sembra in alcun modo rientrare tra le priorità della politica nazionale. Ebbene noi, oggi, siamo a chiedere alla Regione Toscana ai suoi Comuni un salto di qualità e più attenzione al tema rispetto allo stato attuale, sia sulle risorse – occorre su questo incalzare Parlamento e Governo – e sia avviando un percorso di riforma normativa della gestione del patrimonio abitativo dell’Erp toscana che, soprattutto in questi ultimi anni, sta manifestando molti limiti riguardo l’efficacia dell’azione programmatoria degli 11 ambiti Lode e dell’azione gestionale delle sue 11 aziende. Le politiche abitative tornino al centro dell’azione politica”.

“Cinquecentomila alloggi, un ministero per la casa, finanziamenti certi e continui, lotta all’evasione – dice la segretaria del Sunia toscano Laura Grandi –  Questi in sintesi i punti che abbiamo lanciato in campagna elettorale, sottoscritti in modo trasversale da tutti i candidati. Dal governo nessuna parola. Le persone in lista per un alloggio pubblico sul territorio nazionale sono 600mila. Eppure, sono stati cancellati i contributi affitto. In Toscana, il problema della casa non è solo di Firenze, ma sta riguardando tutti i Comuni, piccoli e grandi”. Una responsabilità, quella della disattenzione sul tema casa, che abbraccia in modo trasversale il sistema della politica.

“Abbiamo deciso di mobilitarci da domani. Contatteremo istituzioni, associazionismo. L’alleanza deve essere il più larga e traversale possibile per essere in grado di ottenere risposte concrete – dice Grandi – comprendendo sia partiti che movimenti che sindacati che organizzazioni come la Caritas o il terzo settore in generale”.

“Con l’aumento delle bollette – incalza Maurizio Brotini, Segretario CGIL Toscana –  il taglio del governo al contributo affitti e l’aumento dei mutui che incide ancora una volta sulla capacità di sostenere il costo dell’abitare da parte delle famiglie, la ripresa degli sfratti dopo il blocco della pandemia, ci saranno almeno 180mila persone che in questa regione vivranno sulla propria pelle il bisogno abitativo. Di fronte a questo, il patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica in Toscana non aumenta, non si riescono a superare le 50mila unità alloggiative, mentre ci sono 16mila famiglie in attesa. Il tempo medio per avere una casa popolare, per uno che si trova in graduatoria, è venti anni. Il sistema toscano non riesce non solo a crescere, ma neppure a riassegnare in tempi brevi gli alloggi che si liberano. Nel 2015 eravamo a circa 1400 alloggi di risulta, ora siamo a più di 4mila. Tutti si devono mettere nei panni di chi non per colpa ma per bisogno necessita di un alloggio di residenza pubblica. Il senso della proposta è questo. Un tempo si sarebbe detto “agli uomini e alle donne di buona volontà”. Noi ci rivolgiamo a tutto il sistema  istituzionale toscano, perché la nostra percezione è che non ci sia la consapevolezza della gravità della situazione sociale”.

Tornando ai numeri, la questione diventa visibile nella sua emergenza: sfratti in crescita del 30%, 180mila famiglie in disagio abitativo, tasso assegnazione alloggio Erp a un “indegno” 4,8%, oltre 4mila case popolari sfitte. Il caro vita accresce l’emergenza casa in Toscana. Le conseguenze del post-pandemia, l’incremento esponenziale del costo della vita, da attribuire al rincaro dei costi energetici e dei beni alimentari, stanno ingenerando una progressiva diminuzione della capacità di spesa soprattutto per i costi dell’abitare: affitto, pagamento del mutuo, delle utenze domestiche e condominiali. Questo mix esplosivo porta a un caro vita che spingerà migliaia di famiglie a rivolgersi agli enti locali per un sostegno all’aggravarsi della propria situazione reddituale, ma proprio in questa fase, soprattutto per chi vive in affitto, le soluzioni offerte saranno residuali e totalmente insufficienti al bisogno. Tanto più che per il 2023, dopo i tagli del Governo, come tornano a sottolineare gli interventi dei vari soggetti al tavolo, non ci sarà il trasferimento di 25 milioni di euro di risorse per il fondo di sostegno all’affitto sul mercato privato e morosità incolpevole, sul quale confidavano circa 24mila famiglie toscane. “Una cosa grave e inaccettabile”.

Sfratti e Edilizia residenziale pubblica sono due punti su cui è stata messa la lente. Per quanto riguarda gli sfratti, in Toscana, nel 2021, sono state emesse ulteriori 3200 richieste di convalida, mentre sono state 2.864 le richieste di esecuzione (in leggera crescita rispetto al 2020); i provvedimenti arrivano quasi a eguagliare quelli pre-pandemia giungendo a 3.148, e le esecuzioni si impennano, sono 948, ovvero +130% rispetto al 2020.

 Ma il dato più inquietante è l’intensità: in Toscana sono uno ogni 1752 famiglie, dato maggiore rispetto a quello nazionale. Firenze nel 2021 è la prima città in Toscana per numero di sfratti, con 1035 nuove convalide di sfratto (95% per morosità) ed un aumento di percentuale del 155,56% rispetto al 2020, 832 richieste di esecuzione con forza pubblica. Pisa e provincia sono al secondo posto, con 304 nuove convalide di sfratto, 655 richieste di esecuzione (+604,30% rispetto all’anno precedente). Al terzo posto Livorno con 337 convalide di sfratto e 143 richieste di esecuzione, che corrispondono al 1644,81% in più rispetto l’anno precedente. Seguono Pistoia con 304 nuove convalide e 200 richieste di esecuzione (il 200% in più rispetto al 2020), Lucca con 256 nuove convalide e 211 richieste di esecuzione (+148% rispetto all’anno precedente), Prato con 254 nuove convalide e 315 richieste di esecuzione (+3,6%% rispetto all’anno precedente), Arezzo con 200 nuove convalide e 180 richieste di esecuzione (+47,54% rispetto all’anno precedente), Siena  con 175 nuove convalide e 136 richieste di esecuzione (+41,13 in più rispetto al 2020), Grosseto con 118 nuove convalide e 120 richieste di esecuzione (18,81% rispetto all’anno precedente), Massa Carrara con 156 nuove convalide e 73 richieste di esecuzione (+46% rispetto all’anno precedente).

Gli ultimi dati sulle domande Erp. In Toscana ci sono state 19.094 domande per avere una casa popolare (oltre 16mila ammesse alle graduatorie comunali). Il tasso di assegnazione effettiva per un alloggio Erp è del 4,8%, “numero indegno” secondo Cgil e Sunia. Così sono distribuite le domande: Arezzo 1.104 (96 assegnazioni); Empolese-Valdelsa 790 (46 assegnazioni); Firenze 3.418 (216 assegnazioni); Grosseto 985 (84 assegnazioni); Livorno 1.795 (156 assegnazioni); Lucca 1.647 (94 assegnazioni); Massa-Carrara 784 (45 assegnazioni); Pisa 2.209 (108 assegnazioni); Pistoia 636 (61 assegnazioni); Prato 1.854 (2 assegnazioni); Siena 926 (101 assegnazioni).

I mutui. Quelli per l’acquisto di una prima casa hanno una durata media di 25 anni con rata medi di 625 euro (meno o come l’importo di un affitto).

Il patrimonio pubblico edilizio. Da decenni ormai il patrimonio di edilizia pubblica toscano non riesce a superare le 50mila unità, ora si è su 49.894, e le nuove abitazioni in costruzione in tutta la Regione sono 293. Le case popolari restituite alla comunità dagli inquilini e attualmente sfitte perché in attesa di ristrutturazione (gran parte) ed assegnazione nel 2015 erano 1.815, adesso sono 4.051. La legge nazionale 80 del 2014 che prevedeva risorse per la loro ristrutturazione, dal 2020 non è stata più rifinanziata.

“La Regione Toscana, grazie anche alla nostra pressante attenzione sulla questione, aveva stanziato, per gli anni 20-21-22, complessivi 32,4 milioni di euro per lo stesso scopo, ma in questi anni gli alloggi sfitti invece che diminuire grazie alle assegnazioni, sono aumentati”, hanno detto Cgil e Sunia Toscana.

“L’abitare, la qualità dell’abitare e dell’ambiente in cui si vive devono tornare al centro delle agende politiche e la richiesta di Cgil e Sunia di “fare squadra” fra istituzioni e parti sociali, ognuno col suo ruolo, credo sia una richiesta da accogliere – dice l’assessora alle politiche abitative della Regione Toscana, Serena Spinelli –  perché riteniamo che questo sia uno dei temi principali che le famiglie stanno affrontando in questo momento e soprattutto ritengo che si tenda sempre a derubricarlo con una lettura astorica del genere “tutti siamo in grado di comprarci casa” di accedere a un mutuo e pagarlo. Ebbene non è più così. Il lavoro è cambiato, orma da molto tempo, l’accesso alla casa è molto complesso, e dunque dobbiamo porci il problema di come rispondere anche semplicemente all’abitare, non solo a come acquistare a una casa, ma anche a come accedere a un affitto sostenibile. C’è un tema che si pone su come risondere all’abitare per le fasce fragili, per i giovani, per chi ha diritto a spostarsi per studio o lavoro. Invece sembra che siamo rimasti fermi a una società in cui si muore e si nasce in una stessa città. d ogi, l’accesso alla casa, l’affitto e il mutuo stanno diventando strumenti di impoverimento delle famiglie”.

Infine, i fondi PNRR. Quelli destinati alla Toscana ammonteranno fino al 2026 a 93 milioni di euro per la parte infrastrutturale, ma solo per la riqualificazione e recupero energetico e sismico del patrimonio esistente, oltre ai fondi per il superbonus per lo più inattivati nel settore dell’Erp, per svariati motivi, e ad altre risorse del PNRR che vedono la casa anche come luogo di cura, di socialità.

Fra i partecipanti, oltre ad alcuni inquilini delle case popolari, Simone Porzio, Responsabile Dipartimento Politiche Abitative CGIL Toscana; Benedetta Albanese, Assessora alle Politiche Abitative Comune di Firenze; Simone Faggi, Assessore alle politiche Abitative e Vicesindaco Comune di Prato; Emiliano Guarnieri, Segretario Nazionale SUNIA; Sonia Luca, Assessora Casa, Welfare, Comune di Pontedera; Nicola Perini, Presidente CISPEL Confservizi Toscana;  Luca Talluri, Presidente CASA SPA; Enrico Sostegni, Presidente III Commissione del Consiglio Regionale Toscana.

Foto: da sinistra, Maurizio Brotini, segretario CGIL Toscana; Laura Grandi, segretaria regionale Sunia, Simone Porzio, responsabile dipartimento politiche abitative CGIL .

 

 

 

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