Firenze – Si conclude la più singolare campagna elettorale del dopoguerra. Fino a questo tormentato 2022 non si era mai visto, nemmeno ai tempi della Dc e del Pci, che tutti, proprio tutti compresi i competitori, considerassero scontato il successo di una delle parti, il centrodestra.
Al di là delle rispettive dichiarazioni programmatiche è accaduto perciò che il tema di fondo l dibattito elettorale fosse l’esame di idoneità a guidare il governo di un Paese ad alta industrializzazione, di primaria importanza per il ruolo geo-strategico, della leader del partito di estrema destra Fratelli d’Italia. Così lei è stata soprattutto impegnata a dare le risposte che le diverse commissioni esaminatrici nazionali e internazionali si aspettavano: tranquilli, si tratterà solo della normale alternanza tra forze democratiche all’insegna delle stesse scelte di fondo.
Fra le tante disgrazie di questo tempo infelice, dunque, sembra che sia destino ineluttabile che salga al potere un’alleanza che si ispira a valori e maestri che in gran parte vanno nella direzione opposta rispetto a quella della costruzione di una democrazia solidale, inclusiva e tollerante, come quella prefigurata dalla nostra Costituzione. Una specie di “piaga d’Egitto” da conteggiare (speriamo solo fino a sette) con le catastrofi naturali o con quelle provocate da folli ambizioni di potenza.
Accanto ai temi dell’europeismo, dell’atlantismo, del sostegno all’Ucraina, o il PNRR, l’aiuto agli italiani contro le bollette impazzite, o ancora la riduzione delle tasse, sui quali sono in pochi a credere che il trio Meloni – Salvini – Berlusconi possa imporre ribaltoni spettacolari, ciò che dovrebbe preoccupare gli elettori che domenica decideranno del nostro futuro è quanto potrebbe accadere in questo autunno appena cominciato sul piano del mantenimento della pace sociale.
Nessuno si può nascondere che l’inverno che è di fronte a noi porterà sofferenze in contesti sociali già fortemente provati e impoveriti. L’inflazione galoppante con l’aumento inarrestabile del costo della vita, la carenza dell’energia, l’emergere con evidenza dei guasti provocati dalla crescita delle disuguaglianze sono altrettanti detonatori per l’esplosione del conflitto e della rivolta. Sono situazioni – speriamo che non accadono – nelle quali sguazza la violenza estremista di ogni genere e in particolare quella dei gruppi che fanno riferimento a ideologie e modelli post-fascisti. Non dimentichiamo l’assalto alla sede della Cgil a margine di una manifestazione contro il Green Pass organizzato e promosso da un gruppo estremista di destra.
All’interno della cabina elettorale, perciò, occorre domandarsi se un governo di Fratelli d’Italia sia davvero in grado di affrontare con saggezza e imparzialità situazioni di conflittualità violenta, se cioè guiderà le forze dell’ordine in modo da non lasciare dubbi sull’obbiettivo primario che è quello di pacificare, convincere e proteggere i cittadini, neutralizzando tutti i facinorosi da qualunque parte provengano.
E’ riflettendo su temi cruciali come questo che l’elettore andrà a porre il suo voto nell’urna. Forse il risultato di domenica notte non è già scritto.