Firenze – A prima lettura fa venire in mente il discorso della regina quando legge al Parlamento le intenzioni del suo governo; il PD non si perde in polemiche (salvo qualche punta su flat tax o altro) né argomenta per dimostrare: enuncia le intenzioni con qualche breve ragione e forse pensando di non aver da conquistare elettori cerca di chiamarli a raccolta su linee di azione tracciate o riprendendo cose avviate con Draghi o (molte aggiungendovene).
Ad evitare di perdere la direzione strategica sovraccaricando le proposte (molte necessariamente enunciate brevemente con rinvio al momento di governo) il programma è assai strutturato. Si apre con una breve premessa patriottica ma non ignara dei difetti del paese e pone tre linee strategiche (pilastri) alle quali riporta la scelta tra destra e progresso democratico (sviluppo sostenibile, lavoro conoscenza e giustizia sociale, diritti e cittadinanza).
Tracciato il discrimine di scelta rispetto a cinque temi, questi vengono sviluppati grosso modo secondo questo schema: lo stato di ciascuna questione, le esigenze, cosa fare con rinvio a vari strumenti (piani fondi speciali, agenzie speciali e altre riorganizzazioni dell’amministrazione, inclusi i temi delle assunzioni e della formazione di competenze nei vari settori comprese le forze di sicurezza e l’apparato amministrativo locale.
Ne risultano anche ripetizioni o accorpamenti non chiari, che confermano che si tratta principalmente di un programma di raccolta, nel quale dopo l’introduzione si è preferito non tralasciare temi e proposte, anche a scopi interni (non scontentare dei settori, non dimenticarne, non perdere il lavoro fatto con le Agorà.
Viene recuperata poi l’impostazione strategica in una sezione intitolata “La cornice” e nella successiva (“Le regole”) dove il programma affronta i temi istituzionali, a cominciare dalla legge elettorale, la sfiducia costruttiva e la disciplina dell’organizzazione dei partiti (forse non solo per l’esperienza del partito fluido dei 5 stelle ma anche per i modi di aggregazione delle formazioni di destra), ma a parte il tema ovviamente non se ne dice di più. In questa sezione è trattata anche la posizione internazionale e mediterranea dell’Italia.