Elezioni: nasce “la città del futuro” di Cecilia Del Re che pensa alle alleanze

In 500 al Tuscany Hall per delineare il programma di Firenze Democratica

Firenze – “A Firenze si può” e il titolo dell’appuntamento di lavoro che Cecilia Del Re dà  alla convention di lavoro di domenica 25 febbraio al Tuscany Hall, invitando  la Firenze dal basso per disegnare “la città del futuro, sostenibile e metropolitana”  prima di lasciarsi travolgere dal fragore mediatico delle possibili alleanze. Su quelle, più  prudente tacere fino a  programmi precisi: “Abbiamo tutto marzo di tempo “ .

Bisogna anche attendere che si sbroglino i nodi di una realtà per ora assai confusa, in cima a tutti il tormentato accordo  Pd – Renzi, che si dice definitivamente tramontato  mentre tuttavia fervono i contatti. Per ora comunque, l’opzione A resta quella dell’alleanza con l’Associazione 11 Agosto di  Tomaso Montanari che nel pomeriggio della stessa domenica fa la sua di convention a San Bartolo a Cintoia.  Ma ci sono anche Iv, nel caso che naufraghi del tutto l’ipotesi di accordo con il Pd , il M5S che non si sa se vuole stare da solo o no, la coalizione di tutte le sinistre tranne Sinistra Italiana, che  candida a  sindaco il consigliere comunale di Sinistra progetto comune, Dmitrij Palagi e dichiara: “la nostra coalizione ha intenzione di governare con chi altrimenti si asterrebbe, fare chiarezza e praticare quello che dice e che fa”. 

Due cose sole sono certe.  La prima, dice Del Re, è che “noi poniamo al centro il dialogo e non i veti. Siamo aperti  a qualsiasi alleanza, purché non sulle poltrone ma su una città più progressista, più pubblica, più accessibile, più metropolitana e europea. Tranne con il Pd, dalla rottura con il quale è nata Firenze Democratica e con cui non si è mai potuto avere un confronto pubblico sulla città. In caso di alleanze non è neanche detto che io sarei sindaca”. La seconda sicurezza e che  “Firenze Democratica alle amministrative ci sarà anche dovesse andarci da sola. Non abbiamo paura. Costruiremo uno spazio di discontinuità che continuerà anche dopo il dal 10 giugno” .

 A Firenze si può , ripete Del Re che accoglie in pantaloni e top neri con giacca bianca i 500 che hanno raccolto l’invito e siedono a discutere, con l’aiuto di  facilitatori professionali,  ai 23 tavoli da 15, spesso allargati a un numero superiore.  “A Firenze si può non dare per scontato che tutto sia come prima”, si può “ rispondere con la ribellione alla mancanza di dialogo e di democrazia, che ha reso  impossibile ogni dibattito pubblico sulla città, essendo ossessionati dalla conservazione di un gruppo di potere e della continuità” (applausi), si può dimostrare che  nel centro sinistra “ci sono anche scelte diverse dal Pd” , si può cambiare “una città così bella che paralizza ma pensiamo che su quella bellezza non si debba sederci, vivendo di rendita, ma si debba costruire una città all’avanguardia, innovativa, sostenibile, coesa, solidale e accogliente indagando sulla qualità della vita, del lavoro, dell’ambiente”. A Firenze si può elaborare un progetto condiviso. 

 Al Tuscany Hall si fanno anche le presentazioni di Firenze Democratica:  presidente,  Gea Volpi, ingegnera ambientale, vita e impegno in San Lorenzo, vice,  l’ex direttore della Caritas, Alessandro Martini, segretaria, Del Re. E poi, cinque donne responsabili  nei  5 Quartieri: Alessandra Gasperini, Q1, Serena Berti, Q2, Cristina Pratesi,Q3, Eleonora Ferrigno, Q4 e Francesca Paolieri, Q5. Dall’8 marzo, per cinque week end, andranno anche in tandem con qualcuno  dell’associazione per i 50 rioni di Firenze,  facendo nascere così Firenze Tandemocratica. “Intanto vi abbiamo  invitato qui per  individuare insieme azioni concrete  per migliorare la qualità della vita, del lavoro e dell’ambiente. Su questi tre grandi pilastri costruiremo il nostro programma elettorale. Firenze democratica è nata per invertire la rotta e dire che non ci possono essere scelte non condivise e  in cui il bene comune sia l’unica stella polare”. Dura, Del Re,  con un’amministrazione “sempre più distante dalle ambizioni reali dei cittadini e rinchiusa  in una gestione opaca del potere”.

Firenze Democratica, si assicura, cambierà  rotta sulla base di un programma elaborato dal basso e delle battaglie di del Re quando era assessora all’urbanistica in Palazzo Vecchio, compresi “ i due temi per cui il sindaco mi ha licenziato per attentato al programma di mandato”: la tramvia al Duomo e lo scudo verde criticato come divisivo tra Firenze e area metropolitana. A proposito di centro, non si parla esplicitamente di  tramvia ma comunque di “accessibilità a tutti tramite sottoattraversamento o una nuova pianificazione delle linee del trasporto pubblico, con un sistema di parcheggi interrati ai limiti che ci permettano poi di muoversi in città con mezzi di mobilità sostenibile”.  Con frecciata alle arance: “Questa è la transizione ecologica,  non quella degli alberi di arancio lungo via Cavour”.

Per il resto Del Re ribadisce lo stop alla vendita di nuovi immobili auspicando che, al contrario, il pubblico li acquisti,“mentre invece si prevede l’alienazione dell’ex ospedale san Giovanni di Dio”, rimpiange che dopo aver detto di no alla rendita “se ne sia creta una nuova con la residenza temporanea per turisti”, ribadisce che “al tema della casa deve pensarci il pubblico anche facendosi imprenditore”. 

Poi , meno turismo e meglio governato e più industria. No al lavoro povero ma occupazione buona e di competenze, piano strutturale unico per la città metropolitana. E, ancora, sostenibilità, sicurezza non solo urbana ma sociale, bilancio partecipato, denatalità bilanciata da una a migliore accoglienza degli stranieri, solo per limitarsi a alcuni punti citati. Del Re parla anche del Franchi: “ Il  momento e i progetti sono importanti. Bisogna definire meglio la fase di passaggio, occorre maggior dialogo tra Comune, società, governo. Bisogna difendere il piano ambientale, dal recupero delle acque piovane al fotovoltaico”.

 Eccoci anche ai temi del giorno. La strage di via Mariti: adesso rinunciare al supermercato e farne un parco ?  “È un terreno privato e bisogna discuterne con i privati. Certo che già nel piano operativo avevamo detto no a ulteriori supermercati” . E le manganellate pisane della polizia agli studenti?  “Inaccettabili, lo ha  dichiarato anche il presidente Mattarella. Ci raccontano di un paese in cui il dissenso è mal tollerato, tanto che c’è chi ha pensato che si potesse contenere a suon di manganellate. Il pericolo è l’assuefazione”. E c’è n’è  per tutti: “È imbarazzante che si sia assistito ai distinguo della destra, ma anche al grave silenzio di esponenti dello stesso centrosinistra”. Del Re cita Gramsci: “chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano”.  Oltre a proiettare  il video in cui La Pira lancia un appello per il cessate il fuoco in Medioriente .

Dall’altra parte della città Montanari non parte da Firenze come inizialmente programmato, ma  dal lavoro: “L’Associazione 11 giugno  nasce per costruire un progetto di città ma quello che e successo in via Mariti  è  così grande che abbiamo capito che dobbiamo cominciare dal lavoro. D’altra parte la cosa  ha molto a che fare con un’idea di città: via Mariti era uno spazio pubblico, è stato venduto, il Comune non ha esercitato la prelazione, non ci si è fatto un parco ma un supermercato. In più, se il cantiere fosse stato pubblico, forse non sarebbe successo perché nei cantieri pubblici c’è più sicurezza. È come se ci fosse un filo che lega tutto all’idea di mercato: la città solo come spazio di mercato e il lavoro solo come un mercato in cui le merci sono i corpi dei lavoratori”. Quanto alla alleanze elettorali, 11 agosto deciderà per una lista, che non avrà lo stesso nome,  “solo se nascerà una larga coalizione. Un pezzo ulteriore non ha senso, unirne tanti si. E la coalizione deciderà, sulla base dei programmi, come allargarsi”.

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