Firenze – La “costituente” che vorrebbe Valdo Spini, precursore fra i più attenti della nuova entità che a breve prenderà corpo con l’elezione del consiglio metropolitano, non è solo decidere sul come e dove e cosa sarà la città metropolitana, ma anche un vero e proprio atteggiamento mentale innovativo. Perché volenti o nolenti, sia che si guardi alla nuova entità con favore, che la si consideri solo un “escamotage” per togliere di mezzo le province o un’inutile innovazione, tra breve non potremo ignorare questo nuovo soggetto che influenzerà la vita quotidiana. Ma nonostante questo, quasi nessuno sa con chiarezza, ad esempio, in cosa consiste l’elezione che si andrà a compiere il 28 settembre prossimo cui saranno chiamati i 688 elettori (individuati, con atto ufficiale della Provincia di Firenze, sulla base delle attestazioni pervenute dai 42 Comuni della Città Metropolitana di Firenze, inerenti i nominativi del Sindaco e dei Consiglieri comunali in carica alla data del 24 agosto 2014) per eleggere i 18 consiglieri metropolitani che formeranno il consiglio. A capo, il sindaco del comune capoluogo. Per inciso, la mattina dell’8 settembre (lunedì prossimo) alle 12 si chiude la possibilità di presentare le liste dei candidati. Stamp è riuscito a “rubare” un po’ di tempo all’ex-ministro, impegnato ad organizzare un importante convegno nazionale a Torino per il 25-26 settembre “Italia è cultura” sul ruolo degli istituti culturali per lo sviluppo del paese in qualità di presidente dell’Aici, per cercare di capire qualcosa di più sulla città metropolitana e su questo primo passo.
Il rischio reale, affrontando il passaggio senza consapevolezza e un po’ alla cialtrona (nel senso di non avere ben chiari ancora i moduli attraverso cui prenderanno corpo i poteri, anche questi ancora eureolati di indeterminatezza, del nuovo organo) è quello di rendere davvero inutile il passaggio. Si sta sprecando un’occasione?
“Non mi spingerei ad affermare questo. D’altra parte, il primo necessario rilievo riguarda il fatto che non c’è partecipazione da parte del corpo elettorale; non si tratta di un passaggio “sentito”, mentre la posta in gioco è grossa. Tant’è vero che bisognerebbe aprire un vero e proprio “periodo costituente”, con la consapevolezza dell’importanza di questo nuovo soggetto che si rifletterà in modo molto concreto sulla vita quotidiana delle persone”
In che modo?
“Ad esempio, con il venire a mancare della Provincia che comunque è stato punto di riferimento per molte attività, dalle scuole alle strade al territorio, l’erede naturale sarà la città metropolitana. Con uno scatto in più, dal momento che avrebbe in mano, per esempio, uno strumento potentissimo, il piano strategico urbanistico, che dovrebbe consentire di superare la frammentazione intercomunale. Parliamo di cose concrete: l’aeroporto. Pensiamo all’importanza su un punto che è sempre stato di scontro fra Firenze e comuni limitrofi di un organismo come il consiglio metropolitano, la conferenza metropolitana, la città metropolitana. Un organismo che consente di lavorare in sinergia, mettendo insieme gli attori del territorio e unificandoli circa gli scopi. Ma guardiamo alla pratica del giorno per giorno: a partire dai permessi per l’edificazione, ai servizi sanitari e sociali, a tutto ciò che occorre alla qualità della vita e che è in mano a complessi percorsi burocratici che potrebbero essere semplificati grazie all’area metroplitana”.
Eppure di tutto questo si sa poco o nulla, tranne che nelle sedi dove si compiono “i giochi”. Questo sistema di elezione indiretta (gli organi metropolitani contemplano, nell’elettorato attivo e passivo, consiglieri e sindaci comunali) non rischia di mettere il consiglio metropolitano in una sorta di “stanza separata” dalla realtà?
“Penso che sia necessario usare molto gli strumenti di partecipazione, vale a dire i referendum (che d’altra parte sono contemplati), il coinvolgimento di associazioni, sindacati, gruppi di cittadini, soggetti economici e sociali. Insomma, che sia necessaria la condivisione e l’allargamento della partecipazione al territorio. Un ruolo molto importante di cinghia di trasmissione società-istituzioni potrebbero averlo, o riacquistarlo, i partiti. Ovviamente, se sono ancora in grado, attraverso le proprie organizzazioni sul territorio, di ascoltare e intercettare i bisogni della società. Un altro punto è la possibilità di eleggere il sindaco metropolitano con elezione diretta, ma gli ostacoli sono molti e la procedura complessa. Comunque sia, il problema da porsi, in questo stadio, è molto pragmatico: parlando dei cosiddetti poteri metropolitani, risulta che provengono da tre fonti: Provincia, Regione e legge dello Stato. La Regione s’è mossa? La mia è una domanda. Non c’è ancora chiarezza, su nessun punto”.
Tant’è vero che ancora non sono chiare neppure le modalità concrete con cui la città metropolitana potrà operare.
“Rimango convinto che la verifica più importante si attuerà sull’urbanistica, che riguarda direttamente l’organizzazione del territorio. Penso ad esempio ad esperimenti già fatti, che sono la spia della ncessità cui viene incontro la città metropolitana: i 4 comuni della Piana fiorentina che stringono un “patto” unitario ad esempio, le varie collaborazioni con comuni limitrofi messe in atto dal Comune di Firenze. Un appunto invece sul piano strutturale fiorentino che non ha dentro di se’ una visione metropolitana. Inoltre, la legge consente una modalità importante di differenziazione fra territori, mettendo così la città metropolitana in grado di tenere conto e valorizzare profili fra loro anche molto diversificati, come il Mugello o l’Empolese, che possono entrare in maniera organica nell’area metropolitana senza rimetterci le proprie specificità, anzi”
Fra i settori in cui la presenza di una città metropolitana si farà sentire c’è anche quello dei trasporti?
“Senz’altro, anzi, è cruciale. Tralasciando l’aeroporto di cui s’è detto, e le grandi opere, pensiamo solo ai 100mila abitanti che hanno lasciato in questi ultimi anni Firenze per trasferirsi in comuni limitrofi. 100mila persone che si presentano tutte le mattine alla città e che cercano parcheggi, alimentano la congestione del traffico, ecc. Un problema, quello dei trasporti, che deve essere pensato tenendo presente una dimensione che va al di là di quella fiorentina pura, appunto, e diventare metroplitana”.
Una svolta, insomma, quella che comincia con il primo passo delle elezioni per il consiglio metropolitano del 28 settembre prossimo. Se si coglie l’occasione, come dicevamo all’inizio….
“Per questo sarebbe importante una fase costituente. C’è da costruire, le regole, le modalità, il sistema. Il rischio? Che si arrivi solo a un semplice smistamento delle competenze provinciali. Del resto, la “città metropolitana” per sua natura e per come è stata pensata viene incontro a varie richieste della società: non si creano nuovi “posti” per politici (trattandosi infatti di consiglieri comunali e sindaci i nuovi eletti), darà una spinta alla semplificazione burocratica, potrebbe rappresentare un momento di nuovo significato per quanto riguarda il ruolo dei partiti. Dunque, statuto subito, avvio del dibattito e della partecipazione sul territorio, piano strategico urbanistico in tempi brevi. Senza dimenticare che la parola d’ordine, quella che cambia le carte in tavola affinché il sistema funzioni, è: sinergia”.