Elezioni Firenze: tante variabili e tanti errori, il rimedio verrà dal ballottaggio

Molto probabilmente assisteremo al duello Funaro – Schmidt

Firenze – Un clima strano precede le elezioni per il Sindaco di Firenze. Sembra di assistere a un balletto con tanti comprimari che si affrontano a colpi di fioretto più che di clava, visto che alla fine sembra che tutti abbiano da offrire la stessa mercanzia, presentandola in confezioni più o meno colorate a seconda del rispettivo marketing politico.

I problemi  della città sono evidenti: il declino della sicurezza, la salvaguardia delle Cascine, le case popolari che mancano, l’overtourism che ha reso inabitabili le vie della città di Dante, gli affitti brevi che l’hanno desertificata,  il traffico insostenibile a causa del proliferare dei cantieri e di una esplosione senza limiti del trasporto privato, e dunque la tramvia, necessaria ma come e dove allargarla? E’ utile e equilibrato procedere con i progetti concepiti anni fa? E dello stadio di Firenze cosà succederà dopo il colpo di scena della Fiorentina di queste ore? Questo può essere il vero tema del ballottaggio.

Ma soprattutto non può essere la medicina giusta quella di intervenire esclusivamente con le categorie del mercato, errore del Nardella bis, salvo poi tentare di correggerne le storture attraverso le medesime logiche, arrivando a creare una sorta di città alla Bruegel con un tasso di persone e cose per metro quadrato che soffoca e mette in fuga i cittadini che se lo possono permettere.

Occorrerebbe ragionare in modo innovativo, cercare strade alternative e fantasiose, pensare prima di tutto al benessere dei cittadini. Cambiare paradigma e immaginare una città diversa più interagente e interrelata, meno schiava dell’economia al servizio del turismo.

In questa prospettiva, offrono una via nuova i candidati major della campagna 2024? I due più forti arrivano al traguardo senza aver mostrato una reale capacità di entrare nel cuore dei fiorentini:  Sara Funaro che si presenta, con una coalizione di cespugli, come forza del centrosinistra che vorrebbe continuare a governare ed Eike Schmidt singolare scelta del centrodestra, azzeccata nella personalità del concorrente, ma assai debole nell’ esperienza politica e nella conoscenza dei sentieri (e dei labirinti) di quella italiana.

Il secondo in particolare rappresenterebbe la consacrazione di una realtà che avremmo volentieri scongiurato. Una logica sciagurata:  chi meglio di un direttore di museo può guidare una città museificata, plastificata, parco della cultura e della bellezza (per chi ama la retorica) il cui unico problema è evitare che il consumo distrugga opere e monumenti che sono il suo core business? Schmidt si presenta sostenuto da una lista civica, ma dovrà fare i conti con le forze politiche che gli hanno dato lavoro e lo hanno promosso. Con quanta autonomia e possibilità di dire di no ai vari Donzelli e Razzanelli che  lo sostengono è assai difficile prevedere.

Sara Funaro, da parte sua, è il frutto di una tentativo di coniugare la continuità con la storia della città (nipote del sindaco dell’alluvione Piero Bargellini) cercando di rilanciare i temi sociali (case popolari, anziani, studenti meno abbienti etc.) ma facendo molta fatica a mostrarsi credibile, considerate le poche occasioni che ha avuto per dimostrare capacità di leadership. La candidata è poi indebolita dal fatto che Nardella e la direzione del Pd non hanno voluto che fosse scelta attraverso le primarie (come la Toscana ha sempre fatto), ma l’ha designata con decisione eterodiretta presa dai vertici e attraverso la mobilitazione dei quadri del partito che governano i singoli circoli.

Il che ha strozzato la discussione, ha impedito che si profilassero i candidati, che non si facessero davvero i conti con l’alto tasso di malumore che circola tra la base e i simpatizzanti. Così ci sono state delle scissioni che hanno impoverito fortemente il collettivo, come l’allontanamento traumatico dalla Giunta di Cecilia del Re, esponente esperta dell’amministrazione, che può contare su una buona base di consenso e che sicuramente avrà un buon risultato elettorale.

Neppure a lei è riuscito ciò che a Firenze appare da sempre una fatica di Sisifo, quella di unificare le diverse schegge dell’area progressista, questa volta rappresentate anche da un intellettuale apprezzato e riconosciuto, Tommaso Montanari, che ripetendo un copione ormai ben collaudato, ha fatto luccicare la novità di un nuovo movimento unitario a sinistra, salvo poi rinunciare a un tentativo che qui non ha mai avuto fortuna a causa dell’ eccesso di individualismo e ideologismo,  che in questa città stranamente riescono a convivere.

C’è poi la grande variabile di Italia Viva che presenta la sua candidata, Stefania Saccardi, assai stimata e seguita in molti strati della vita cittadina. On s’engage et puis on voit, si attacca e poi si vede, diceva  Napoleone, maestro di tutti i pragmatici del mondo. Fra questi Renzi è sicuramente il giocatore più abile. Che succederà quando si andrà al ballottaggio? Con chi si schiererà Renzi, con Schmidt o con Funaro? Saccardi è esponente  di centrosinistra per storia e per convinzione, ma a destra si scommette che Renzi sceglierà l’ex direttore degli Uffizi, mentre a sinistra si dà per scontato il contrario (ma il Pd dovrà pagare un prezzo salato per non averlo cercato subito offrendo “un accordo vero”, aspettando il Godot  5Stelle che alla fine non è venuto e ha reso la Funaro un po’ più sola).

Si tratta ovviamente di speculazioni perché il risultato di domenica deve essere visto anche alla luce dei mutamenti elettorali della Toscana. Dietro l’angolo ci sono le elezioni regionali e la riconferma di Eugenio Giani, che è il vero candidato di Renzi, e il voto europeo darà un segnale preciso sui rapporti di forza attuali. Se venisse chiaro che il centrodestra per la prima volta nella storia avrà tutte le carte in regola per calare l’asso su piazza del Duomo? Renzi si chiuderà nel fortino fiorentino o cercherà di aprire più favorevoli  opportunità al livello regionale?

Come finirà è difficile prevedere. In ogni caso guardando agli ultimi sondaggi e alla logica è scontato che ci sarà un ballottaggio e che molto probabilmente assisteremo al duello Funaro – Schmidt. Sarà questo il momento dove al Pd spetta il compito di rimettere insieme i pezzi del centrosinistra in un’alleanza più forte, e più aperta di quella che sì è velleitariamente presentata al primo turno, dove circolano nuove idee. Dove ciascuno avrà il ruolo che gli affida il suo elettorato. Il ripiegamento e la chiusura hanno dato a molti la sensazione di confusione o di cieco schematismo, perché hanno creato le premesse della frammentazione e della contrapposizione. Un errore che ora  potrebbe diventare il modello della ricomposizione delle forze che al livello nazionale si oppongono al governo delle destre. 

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