Parigi – Migliaia di francesi si lanciano coraggiosamente ogni anno a costruirsi da soli la casa dei loro sogni. Al fenomeno dedica ampio spazio il quotidiano Le Monde spiegandone il crescente successo al desiderio di vivere in un habitat che corrisponde sia al loro modo di vita che al rispetto dei principi ecologici. Secondo il giornale sarebbero tra le 8mila e le 10mila famiglie ad imbarcarsi ogni anno in questa avventura, cioè tra il 5 e il 6% del totale delle case costruite nel paese. L’autocostruzione, cui la crisi del Covid ha dato grande impulso, richiede in media tre anni di lavoro. Un impegno che, scrive Le Monde, fagocita tutto il tempo libero e mette anche a rischio la solidità dell’intesa familiare.
I progetti sono i più disparati. In cantiere vengono messe case di legno, di paglia, di terra o su palafitte. C’è anche chi ha ridotto le sue ambizioni accontentandosi di una yurta. Tutti, secondo il giornale, riescono a venire a capo del loro progetto. Anche perché possono ricorrere all’aiuto di un’associazione, i Castors, che dal 1933 assiste nelle costruzioni di dimore private.
“Tutti sono in grado di farcela ma se qualcuno comincia a vacillare veniamo in loro soccorso organizzando atelier che li rimettono in sella” ha dichiarato al giornale Eric Tortereau presidente dell’associazione in Auvergne-Rhone-Alpes che ogni anno accompagna tra i 500 e i 600 cantieri, non solo di “autocostruzione” ma anche di restauri e ammodernamento di case già esistenti.
Nessuno, a conoscenza di Tortereau, ha dichiarato forfait nonostante le innumerevoli difficoltà soprattutto per chi è a digiuno di lavori manuali impegnativi. Sono in molti comunque a rivolgersi a professionisti per risolvere i problemi specifici che incontrano e avere consigli su materiali per essere sicuri di costruire una casa che risponde alle loro esigenze nel rispetto della natura.
A quanto pare a spingere tanti francesi a investire tante energie nel progetto non sono quasi mai ragioni finanziarie e i costi non rappresentano il motivo principale. “Costruire la propria casa significa costruire se stessi” spiega Tortereau. Anche per la sua collega, Chrystèle Macron, si tratta di un’esperienza che trasforma: “Costruire una casa significa porsi mille domande e ciò porta ad avere un altro sguardo sull’ambiente, sui consumi e l’impatto delle nostre azioni sul pianeta’’.
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