Firenze – La speranza è che, alla sospirata firma del contratto nazionale edili apposta ieri (Ance, Legacoop e sindacati i protagonisti) corrisponda una svolta per il settore. Un settore che si presenta come uno di quelli, se non quello, più bersagliato dalla crisi. Come informano i sindacati, in 4 anni in Toscana l’edilizia ha perso il 40% dell’occupazione, con circa 3.200 lavoratori che hanno perduto il lavoro. Così, le aspettative che fatalmente si concentrano su questo contratto sono alte, come spiega il segretario regionale della Filca-Cisl Toscana, Ottavio De Luca: “Un contratto atteso da ben 18 mesi e che si spera possa ridare slancio ad un settore che vale da solo l’11% del Pil”.
Anche Ance Toscana plaude alla firma dell’accordo. Il suo presidente, Riccardo Spagnoli, si spinge anche più in là: “Si tratta di un testo moderno e rivoluzionario – commenta – perché prevede novità davvero interessanti sul fronte della bilateralità e della previdenza integrativa. In particolare il nuovo contratto provvede a riorganizzare su scala regionale tutti gli Enti paritetici, permettendo così di ottimizzare i costi senza ridurre le prestazioni ed i servizi a favore dei lavoratori. Inoltre introduce l’adesione obbligatoria dei lavoratori al Fondo di previdenza integrativa ‘Prevedi’, un provvedimento importante per il futuro degli edili”.
Per quanto riguarda l’aumento salariale, che è pari a 48 euro su parametro 100, è senz’altro il livello più basso, “ma rispecchia – spiega De Luca – purtroppo la drammatica crisi del settore”.
E per il presidente dell’Ance Spagnoli l’aumento salariale previsto rappresenta “un grande sforzo per le imprese del settore, che vivono una crisi economica senza precedenti; ma rappresenta anche un segnale di grande fiducia nella ripresa dell’edilizia e un investimento sui propri lavoratori”.