Ed ora cari neneisti, a cosa vi attaccate ancora? Ve lo suggeriremmo noi a cosa dovreste attaccarvi. Ma ci siamo capiti

Gli spietati mercenari della Wagner marciano su Mosca denunciando al mondo le menzogne del Cremlino e dell’unico più spietato di loro, Putin, ricercato per crimini di guerra (e presto per crimini contro l’umanità). Menzogne sul “nazismo” ucraino e di Zelensky e sui bombardamenti in Donbass prima dell’invasione russa. Le stesse menzogne storiche che una buona fetta dell’opinione pubblica italiana, reggiana in particolar modo, ha propalato via social (ora stranamente in silenzio). Menzogne cui molti neneisti hanno creduto o fatto finta di credere, mettendo a rischio la democrazia dell’Europa quasi giustificando il martirio di un popolo (quello ucraino), voltando le spalle ai nostri fratelli e sorelle di Kyiv, Lviv, Bucha, Mariupol e Lyman, strizzando l’occhiolino ad un dittatore criminale e sanguinario. 7per24 è orgogliosa di aver condotto, in splendida solitudine, quest’altra buona battaglia fin dal primo minuto. Ed ora cari neneisti, a cosa vi attaccate ancora? Ve lo diciamo noi: attaccatevi a ‘sto (censura). Ecco ci siamo capiti. A breve, elzeviro di lotta per la democrazia, di dignità professionale e rivendicazione di essere stati senza se e senza ma dalla parte giusta, fin da subito

Da “La Repubblica”:

Le forze dell’ordine russe starebbero conducendo un’irruzione nell’ufficio del Gruppo Wagner di San Pietroburgo. Lo riferisce l’agenzia di stampa locale Fontanka, citata dalla Bbc. “Le forze dell’ordine sono entrate nel centro della milizia privata Wagner in via Zolnaya, a San Pietroburgo. Due autobus con la polizia antisommossa e le guardie nazionali stanno entrando insieme a personale in borghese”, riporta Fontanka affermando che “persone mascherate e con fucili automatici” sono state schierate vicino al ponte Blagoveshchensky di San Pietroburgo, dove si trovano un hotel e un ristorante legati a Evgenij Prigozhin.

Da “La Stampa”:

Il capo dei mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin dichiara ufficialmente guerra ai vertici militari di Mosca, lanciando un appello a «fermare» i capi delle forze armate russi dopo aver accusato le truppe regolari di aver bombardato gli accampamenti dei suoi combattenti , su ordine del ministro della Difesa Sergei Shoigu facendo «un numero enorme» di morti.

«Siamo in 25.000», ha dichiarato il leader dei miliziani invitando i russi, in particolare i soldati, a unirsi a loro e a non opporre resistenza in quello che «non è un colpo di stato militare, ma una marcia della giustizia». Immediata la replica da Mosca: prima il ministero della Difesa russo ha respinto ogni accusa di attacchi ai mercenari. Poi scende in campo direttamente il Cremlino: il presidente Vladimir Putin «è stato informato sulla situazione relativa a Prigozhin» e «si stanno prendendo le misure necessarie». Poco dopo il comitato nazionale antiterrorismo ha aperto un procedimento penale contro il capo di Wagner per invito alla ribellione armata», intimando il leader dei mercenari a «interrompere le azioni illegali».

Le affermazioni di Prigozhin sono state commentate anche dal ministro alla Difesa italiano Guido Crosetto. «Ha aperto una ferita nella narrativa russa, ha squarciato un velo di omertà e di disinformazione. È un elemento di rottura in quello che finora sembrava un monolite russo», ha detto.

La controffensiva di Kiev avanza lentamente, ma tra Russia e Ucraina è un continuo scambio di accuse reciproche. Il presidente ucraino Zelensky ha messo in guardia sul rischio di disastro nucleare lanciato l’allarme secondo cui la Russia starebbe valutando un attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Ricostruzione smentita dal Cremlino che ha accusato a sua volta le forze di Kiev di aver colpito con missili il ponte Chongar che collega la Crimea alla regione di Kherson, parzialmente occupata da Mosca.

Dal “Corriere”:

Evgeny Prigozhin del quartier generale del distretto militare meridionale delle forze armate russe a Rostov-sul-Don ha annunciato il controllo dell’edificio del quartier generale da parte di volontari russi del gruppo Wagner, oltre a prendere il controllo dell’aeroporto per impedire l’atterraggio di aerei da combattimento.

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