Eataly, Farinetti jr arriva a Firenze e la Cgil trova l’accordo

Firenze – Dopo una settimana alquanto turbolenta, cala Francesco Farinetti jr al negozio Eataly di Firenze. Il figlio di Oscar Farinetti, che è anche l’ad del gruppo, giunge per parlare direttamente con i dipendenti. Assemblea aziendale dunque, con tanto di apertura posticipata alle 11, per guardare in faccia i “ragazzi”. E, dopo l’assemblea, incontro con la Cgil, che, a quanto pare, secondo una nota appena diramata dal sindacato, è stato fruttifero di accordo. Rimandata a domani la spiegazione nel dettaglio, da parte del sindacato stesso.

Allora, cosa è successo? In definitiva, dalle dichiarazioni di Farinetti jr, sembra che si riduca a poco il motivo della protesta. Intanto, dice l’ad, quest’ultima è stata sostenuta da tre ragazzi su 97 dipendenti. Poi, alcune cose sono state fatte sapere in modo sbagliato. Per esempio, Farinetti jr rettifica i numeri: non 60 su 120 dipendenti sarebbero stati lasciati senza rinnovo di contratto o comunque a casa, ma “solo” 34 su 131. Per quanto riguarda i turni, altro elemento oggetto di contestazione, in particolare per le modalità della comunicazione, che avveniva 24 ore prima, Farinetti dice: “ “Ne abbiamo parlato. I turni fino ad oggi venivano annunciati il sabato per il lunedi e per tutta la settimana. Dopo il confronto di questa mattina abbiamo deciso di partire dal mercoledì, anticipando la prassi con l’obiettivo di stabilizzare ancora di più i turni”.

Per quanto riguarda le perplessità sollevate dai Cobas e dalla Filcams-Cgil che nei giorni scorsi hanno denunciato l’impossibilità di agibilità sindacale all’interno dello store, l’ad di Eataly risponde incontrando la Cgil, che annuncia nella tarda mattinata  il raggiungimento dell’ accordo che verrà presentato domani. Anche i Cobas avevano richiesto un appuntamento con l’ad che però è rimasto per ora senza risposta.

Ma non è tutto. Infatti, l’azienda ha chiesto anche ai dipendenti di Firenze di firmare un appello, presentato pronto, “che metteremo davanti a Eatalay Firenze e a tutti gli altri negozi in Italia. L’onda lunga è arrivata a Milano, Genova, Roma. E’ stato un danno di immagine”. Il danno è da intendersi come veicolamento del messaggio che a Eataly “vi sia lo sfruttamento e l’oppressione psicologica dei dipendenti. Allora li ho incontrati per chiedere loro: siete d’accordo con questo messaggio?”. Sembra che una parte di lavoratori abbiano firmato l’appello; era richiesto, per chi non avesse voluto sottoscrivere, di esporre le motivazioni del proprio rifiuto.

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