L’ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse (Unmig) del Ministero dello sviluppo economico ha autorizzato 7 permessi di ricerca di idrocarburi che ricadono nella provincia di Reggio Emilia.
E’ quanto riporta il Ministero sulla pagina dell’Unmig, che ha pubblicato online la lista dei permessi. I permessi sono in buona parte estinti; nella restante parte risultano tutti sospesi in attesa del via libera ad ulteriori ricerche o scavi da parte della Regione.
Il primo permesso è quello denominato Torrente Parma: è stato vigente dal 29 ottobre 2008 al 29 ottobre 2014 ed era stato richiesto da Edison, che al termine delle ricerche ha presentato istanza di rinuncia. Il secondo permesso è quello denominato ‘Bibbiano‘ e valido per ricerche su 411 chilometri quadrati nella zona del comune della Val d’Enza: la società Terracon ha presentato istanza di rinuncia e il periodo di vigenza dell’autorizzazione si è interrotto formalmente il 27 aprile 2014. Il permesso della Terracon per ricerche sull’area di Bibbiano fu unificato a quello denominato ‘Sassuolo‘ (ricadeva per 23 chilometri quadrati in provincia di Reggio), anch’esso scaduto a fine 2016.
E’ invece ancora aperta la partita del permesso ‘Bugia’ che ricade nelle zone a ridosso della Valsecchia, vicino a Rubiera. Aleanna Resources ha ottenuto il permesso nel 2010 per ricerche di idrocarburi su una superficie di 197,8 chilometri quadrati. Il permesso risulta essere sospeso fino “all’ottenimento dell’intesa da parte della Regione Emilia Romagna in ordine all’autorizzazione a effettuare il rilievo geofsico 3D”, e comunque non oltre il 31 dicembre 2017. Aleanna Resources detiene anche un permesso per l’area Fantozza (102, 3 chilometri quadrati) che però risulta sospeso da 778 giorni: presto scadrà il limite dei 900 giorni di sospensione possibili (e infatti Aleanna Resources ha presentato il 7 giugno scorso una istanza di sospensione del decorso temporale). C’è poi il caso del permesso ‘Grattasasso‘, conferito il 25 gennaio 2011 alla Po Valley Operations Pty e anch’esso sospeso dall’8 maggio 2016 in attesa del parere Via ed intesa da parte della Regione Emilia Romagna per la “realizzazione del pozzo Canolo 1 Dir”.
Infine c’è il permesso che va sotto il nome di “Cadelbosco Sopra“, i cui titolari sono sempre la Po Valley Operations Pty (all’85%) e Petrorep Italiana (15%). Il periodo di vigenza è scaduto il 18 febbraio scorso. Il 18 marzo 2016 era stata presentata istanza di sospensione del decorso temporale: i due operatori sono in attesa del parere Via (valutazione impatto ambientale) e dell’intesa da parte della Regione per la realizzazione di tre pozzi (Zini 1, Canoli 1 dir e Canolo 2 dir).