Firenze – Sarà la conta dei seggi in base alle regole complicate del Rosatellum a fornire l’elemento decisivo su chi e come sarà governata l’Italia. Se il candidato premier sarà Matteo Salvini come appare scontato dalle percentuali delle proiezioni, se il centro destra che alle 1, 40 di notte potrebbe avere il 37,40 per cento dei voti cercherà i voti parlamentari che gli mancano per avare la maggioranza e se il perno della politica italiana da oggi sarà il Movimento 5 Stelle.
La cosa più chiara emersa dalle urne è il capovolgimento della configurazione politica del Paese. Finita la tormentata legislatura a guida Pd, il timone passa alle forze di impronta populistica ed euroscettica nella combinazione fra la paura di fronte ai cambiamenti epocali e la chiusura verso l’esterno, il sovranismo dell’Italia al primo posto e le spinte al cambiamento radicale pur che sia di fronte al declino delle classi politiche istituzionali.
La sinistra ora sta a guardare dal punto più basso della sua storia, confermando il trend che si è manifestato in tutta Europa. Impossibile anche un suo recupero in un governo di larghe intese, visto che il centrodestra è fortemente sbilanciato verso la Lega. Gli scissionisti di Liberi e Uguali rischiano di non entrare in Parlamento, come tante volte è avvenuto nelle ripetute storie delle scissioni a sinistra.
Fra il centrodestra e i Pentastellati si apre da domani una competizione su chi ha vinto di più e su chi il presidente della Repubblica deve fare affidamento per dare un governo all’Italia. Sarà una gara lunga e nervosa viste le dichiarazioni del capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta, unico a parlare di “sconfitta” del Movimento di Di Maio.
Comincia dunque un periodo di forte instabilità e il primo impatto sarà sui mercati azionari. Del resto anche la Germania ha passato cinque mesi senza avere un governo e solo ieri 4 marzo è rinata la Grosse Koalition con i socialdemocratici.
Foto: Luigi Di Maio