Dove non sono riusciti il terzomondismo e la Chiesa, forse riuscirà il capitalismo. Dopo secoli di sfruttamento oppressivo, da circa 50 anni l’Africa ha avuto la sua possibilità di crescita ma non l’ha saputa sfruttare. Non solo per la forza enorme delle multinazionali, ma anche per una fortissima propensione alla corruzione, alle divisioni ed alle guerre.
Il terzomondismo ci ha provato in tutti modi, anche con enti inutili come la Fao che è servita quasi unicamente a creare orde di dirigenti e funzionari molto ben pagati. Non parliamo poi dei miliardi finiti semplicemente in tangenti volute o involontarie ai dittatori locali. La Chiesa ci ha provato con le missioni, ma anche quelle, seppur encomiabili, non hanno risollevato il continente.
Il fatto è che fino a 10-15 anni fa i Paesi africani, oltre alle risorse dominate dalle multinazionali, si basavano su produzioni “secondarie” come tè, caffè ee altri prodotti agricoli. Ora la situazione sta lentamente cambiando, la produzione è sempre meno incentrata sull’agricoltura e più sul settore industriale. La maggiore economia africana è il Sudafrica ed il PIL è di circa 410 miliardi di dollari, il governo non è più da tempo monopolio dei bianchi, e l’industria concorre al 32% ed i servizi arrivano addirittura al 66%. E’ interessante notare che per competitività è al cinquantesimo posto al mondo mentre l’Italia è scivolata al quarantatreesimo, cioè poco distante. Magari tra poco ci prendono.
Il Pil della Nigeria è di circa 240 miliardi di dollari. L’industria concorre al 34% dei sui di pil ed i servizi il 31%, anche se qui il petrolio domina quasi completamente. Ma oltre al petrolio esporta cocco, gomma ed alri prodotti. In Egitto l’industria concorre ormai al 39% del PIL e i servizi al 46% ed esporta, oltre al petrolio, cotone, tessile prodotti metalliferi e chimici. Il suo Pil è di 252 miliardi di dollari.
Fatte le dovute proporzioni, la somma dei paesi africani ormai è comunque nella topo 10 del pil mondiale, con dati paragonabili a quelli della Russia (che sta per superare il PIL italiano).
Egitto, Sudafrica e Nigeria stanno risalendo le classifiche per pil e le stime per il 2013 sono all’incirca di +7% per la Nigeria. +2,8% Marocco, +2,5% Egitto.Le previsioni, da prendere con le molle, dicono che entro il 2050 l’Africa sailrà dal 4% al 12% del PIL mondiale, mentre il NordAmerica scenderà dal 22% all’11%. Nel frattempo Eni ed Andarko stanno decidendo se creare i più grandi impianti mondiali di gas liquido naturale in Mozambico.
Scaroni e i capitalisti cattivi aiuteranno a salvare l’Africa ?
Speriamo di si.