Scopo della neonata realtà è sviluppare la ricerca scientifica e la formazione inerenti le attività sanitarie che si svolgono nel centro protesico di Fucecchio, con particolare rifermento alle patologie dell'anca e del ginocchio e sul loro trattamento, nonché studiare e approfondire nuove tecniche operative cercando le soluzioni più innovative e avanzate in campo medico.
Raggiungere e, se possibile, oltrepassare i confini delle tecniche finora conosciute nel campo della chirurgia ortopedica, al fine di alleviare e curare le sofferenze di molti pazienti, consentire loro di recuperare più rapidamente, dare loro ragione concreta di speranza è ciò che muove il sogno del gruppo di medici specializzati che costituisce il nucleo operativo.
La storia di questo sogno ha inizio il 31 agosto 2009, quando prese vita il CESAT, Centro di eccellenza sostituzioni articolari della regione toscana, fondato e diretto dal professor Massimiliano Marcucci. Il CESAT è tecnicamente un centro interaziendale, nato dalla collaborazione tra l'Università degli studi di Firenze, l'azienda ospedaliera di Careggi e la ASL 11 di Empoli. L'ospedale di Fucecchio ne costituisce la base operativa, in quanto situato al centro della regione e dunque facilmente raggiungibile da tutti gli abitanti del nostro territorio.
La missione su cui è imperniato il centro è legata al trattamento delle patologie articolari: parliamo di un “centro protesico” che dal giorno della sua apertura ad oggi ha eseguito più di 1500 interventi, contando su modernissime sale operatorie e contraddistinguendosi per due peculiarità differenzianti: la Sterilità ottenuta attraverso un sistema di flusso laminare, un sistema di aria sterile che giunge all'interno di una campana di cristallo situata sopra il letto operatorio e che ha la funzione di rendere perfettamente sterile la sala; i Servizi nei confronti del paziente attraverso attività ambulatoriale, di “preospedalizzazione” e di "attesa indolore", ossia un servizio di ambulatorio affidato agli anestesisti con l'obiettivo di gestire al meglio il dolore e seguire il paziente fino al giorno dell'intervento. Questo percorso assistenziale è definito "a pacchetto" in quanto il paziente viene visitato, inserito in lista, gestito a livello ambulatoriale anche attraverso una curata terapia antidolorifica, quindi operato, riabilitato e mandato a casa quando ha risolto tutto.
Il CESAT impianta protesi totali del ginocchio e dell’anca secondo una tecnica innovativa, definita “mini invasiva” perché prevede accessi chirurgici ridotti a circa 5-6 cm: questa permette al paziente di tornare a camminare già dal giorno stesso dell'intervento, garantendo un velocissimo recupero funzionale senza la necessità di stampelle ed il conseguente ritorno ad una vita attiva.
Presso il CESAT sono già stati impiantati per la prima volta al mondo nuovi tipi di protesi e vengono puntualmente sperimentate nuove tecniche ed impianti, mentre giorno 1 Gennaio il Centro ha ricevuto il riconoscimento della Società europea di ortopedia (EFORT), che l'ha nominato sede di insegnamento per i chirurghi specialisti europei. E’ stata inoltre stabilita una partnership con la STANDFORD University (USA). In virtù del valore di questa missione, così riconosciuta ed apprezzata tanto dai pazienti quanto dalle realtà internazionali di riferimento, i medici del CESAT hanno deciso di costituire la Fondazione "In Cammino", il cui presidente è il dottor Corvi, professore di bioingegneria all’Università degli studi di Firenze.
Data l’importanza della nuova realtà, il comitato della Mezza Maratona Città di Fucecchio ha ritenuto opportuno devolvere il contributo di solidarietà, che ad ogni edizione viene destinato in beneficienza nel campo sanitario o sociale, a questo prestigioso centro che ha scelto proprio Fucecchio come sua sede, facendo arrivare in città pazienti da tutto il mondo. «Ci auguriamo che la collaborazione con la Mezza Maratona (che avrà luogo il prossimo 4 Marzo, ndr) sia solo l'inizio di una lunga attività insieme – ha dichiarato il professor Marcucci – siamo lieti di ricevere dall'organizzazione questo contributo che leggiamo come un gesto di affetto e riconoscenza nei nostri confronti, nonché come stimolo per andare avanti nella nostra attività».
Mario Agostino