Firenze – E’ dalle colonne del New York Times che giunge la notizia della morte dello scrittore Philip Roth, scomparso a 85 anni per insufficienza cardiaca, come racconta il suo agente. Figura gigantesca della letteratura contemporanea americana, la sua fama e la sua beffarda vena di narratore della tragedia, americana ma in definitiva umana, ne fa un protagonista assoluto della letteratura mondiale del ‘900. Fra i suoi titoli più famosi, ‘Pastorale Americana’ per cui ha vinto il Premio Pulitzer nel 1998, il ‘Lamento di Portnoy’, “La macchia Umana”, “Nemesi”. Considerato un’esploratore profondo e critico dell’identità americana, ha consegnato al mondo figure e personaggi che vanno al di là di definizioni di provenienza, estrazione e cultura. Sia pure nella sua connotazione mai rinnegata, anzi, punto di forza, di ebreo-americano, ha infatti messo in scena alcuni dei temi più universali della letteratura di ogni tempo e ogni luogo: sesso, religione, morale. Lo scrittore viveva fra New York e il Connecticut.
23 Maggio 2018
E’ morto Philip Roth, gigante della letteratura mondiale
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