E durante il tragitto Mattarella stringe le mani ai reggiani

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Nonostante la gelida giornata di sole, è un’accoglienza calorosa quella che i reggiani riservano al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in città per le celebrazioni del 220esimo anniversario della nascita del Tricolore. Specie quando il capo dello Stato, per la prima volta a Reggio da quando è stato eletto al Quirinale, decide di tralasciare il rigido protocollo, dettato anche da ragioni di sicurezza, per stringere le mani dei tanti cittadini assiepati dietro le transenne, lungo il percorso che lo porta dal Municipio al teatro Valli. Mattarella, dopo la visita al museo del Tricolore, percorre a piedi piazza Prampolini, raggiunge piazza del Monte e infila via Crispi per raggiungere il Municipale.

Circondato da un imponente cordone di sicurezza, si avvicina alle transenne e per tutto il tragitto stringe mani, saluta le persone, le ascolta e per tutti ha una parola gentile. Le celebrazioni istituzionali avevano preso il via in piazza Prampolini, con la tradizionale cerimonia dell’Alzabandiera e l’esecuzione dell’inno nazionale. Poi la cerimonia in sala del Tricolore, il luogo che ha visto nascere la bandiera, dove è avvenuta la consegna della Costituzione italiana e della bandiera a una delegazione di studenti e insegnanti di diverse scuole della provincia.

A precedere la consegna, il saluto del sindaco Luca Vecchi, davanti al presidente Mattarella, seduto in prima fila, di fianco al ministro reggiano delle Infrastrutture Graziano Delrio. “Viviamo un tempo difficile, talvolta di guerre, di terrorismo, di grandi migrazioni, di una globalizzazione non sempre generativa di opportunità, ma di diseguaglianze proprio verso le nuove generazioni – ha detto il sindaco rivolto agli studenti presenti in sala -. Le grandi conquiste civili sono sempre state il frutto di un impegno, di una passione e di una voglia di combattere per un grande ideale. I valori e principi della Costituzione sono stati i valori e i principi dei vostri padri e nonni, personalità note e meno note, che hanno costruito l’Italia di oggi. Valori e principi che pensiamo possano essere anche i vostri, nella vita individuale e collettiva, perché possiate essere protagonisti della costruzione dell’Italia di domani”.

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