Firenze – Ma davvero Dracula ha soggiornato a Firenze? E vi ha passeggiato (probabilmente di notte, perché era un tipo tenebroso) magari in Via Calzaiuoli o in Via Larga dove risiedevano i Medici? Sto parlando, ovviamente non del vampiro di Bram Stoker ma del Dracula “storico” ovvero del voivoida (principe reggente) della Valacchia, Vlad III, che combatté contro i turchi nel XV secolo ed era noto per la sua crudeltà Proprio per queste efferatezze il patronimico Dracul (drago e in senso traslato diavolo)sarebbe divenuto sinonimo di vampiro, assetato di sangue.
Ma che c’entra Firenze? Lo studioso e scrittore romeno Marin Mincu che ha insegnato per alcuni anni all’ Università di Firenze, nel 1992 pubblicò Il diario di Dracula un romanzo che però dichiara fondato su verità storiche: «Un nuovo romanzo su Dracula non potrebbe esistere se non a condizione della più assoluta fedeltà alla storia».Marin Mincu ha sostenuto che Vlad III venne a Firenze nel 1439 con la delegazione che al seguito dell’imperatore bizantino Giovanni Paleologo prese parte al Concilio ecumenico convocato per tentare di ricomporre lo scisma tra Chiesa d’Oriente e di Occidente.
Ora, è vero che se si prende per buona la data di nascita del 1431, Vlad III nel 1439 avrebbe avuto 8 anni ma nella delegazione imperiale c’erano anche dei paggetti e avrebbe potuto essere uno di loro.
La tesi di Mincu è stata ripresa nel 2003 dal ricercatore di Boston Mario Valdes che nel 2003 ha pubblicato sulla gazzetta rumena «Magazin Istoric» un articolo nel quale lo studioso statunitense, collaboratore dell’emittente televisiva WGBH ha scritto che mentre cercava tracce africane nell’arte rinascimentale fiorentina ritiene di aver individuato il ritratto di Vlad III tra i personaggi dipinti da Benozzo Gozzoli nel ciclo di affreschi “La Cavalcata dei Magi” dove sono raffigurati proprio i personaggi che avevano preso parte al Concilio di Firenze del 1439.
In particolare, lo ha identificato con un cavaliere dai lunghi baffi e con una sorta di turbante tipico della Transilvania. Rispetto al ritratto di Vlad III di cui ci è restata una copia del 1560 (oggi a Innsbruck) tratta da un quadro realizzato durante la sua vita e anche nell’affresco del XVII secolo Castello Esterházy in Austria la somiglianza è solo per i baffi, i boccoli e il turbante. Il volto è diverso più affilato, ma Benozzo Gozzoli non poteva conoscerne il ritratto.
Resta il fatto che Vlad III nel 1439 aveva 8 anni ma il dipinto di Benozzo Gozzoli è del 1464 e anche altri personaggi il pittore li aveva “attualizzati”. Addirittura nel corteo inserisce anche Lorenzo de’ Medici che era nato nel 1449.
C’è poi un’ulteriore pista da seguire. Nel 2019 nell’articolo Dracula, Ficino e i 550 anni della sua “Theologia” (https://www.quinewsvaldarno.it/dracula-ficino-e-i-550-anni-della-sua-theologia.htm) si fa riferimento a un’altra parte del romanzo di Marin Mincu per sottolineare che Vlad III avrebbe conosciuto Marsilio Ficino, intrattenendo con lui rapporti epistolari.
Mincu scrive, infatti, che Vlad III dopo il soggiorno in occasione del Concilio sarebbe tornato altre volte a Firenze, avrebbe frequentato l’Accademia neoplatonico di Careggi, e soprattutto Marsilio Ficino con cui avrebbe discusso di temi metafisici e di dottrine ermetiche soprattutto di Ermete Trismegisto, di cui proprio Ficino era il massimo esperto del tempo e ne aveva tradotto il Corpus Hermeticum.
Insomma, abbiamo prove ma numerosi indizi possibilità. Tra l’altro nel 1459, Pio II si batté con vigore per convincere i principi cristiani a dare vita a una crociata contro i turchi ottomani di Maometto II che avevano conquistato Costantinopoli. Non ebbe successo ma se vi fosse riuscito avrebbe affidato l’impresa al re d’Ungheria Mattia Corvino che tra i suoi alleati aveva proprio Vlad III che voleva difendere la Valacchia dalle mire espansionistiche degli Ottomani.
Quindi, se Pio II avesse bandito la crociata, vi avrebbe avuto un ruolo importante e anche questo è un elemento in più a favore della sua presenza in Italia.
Poi nel XIX secolo il terribile Vlad III che era addirittura soprannominato Tapes (l’impalatore) fu il modello a cui Bram Stoker s’ispirò per creare il personaggio di Dracula il vampiro che però avrà caratteristiche del tutto diverse.
Quanto a Firenze, pur essendo città solare per eccellenza, nella sua storia non può mancare un lato misterioso ed esoterico di cui potrebbe far parte anche Vlad III figura complessa, temperamento sanguinario, che in guerra non risparmiava le popolazioni civili (scrisse a Mattia Corvino di aver ucciso contadini, donne, vecchi e giovani che vivevano a Oblucitza e Novoselo, alla foce del Danubio) ma anche erudito, studioso di filosofia e di scienze occulte.
Tra l’altro due docenti del Boston College Radu Florescu e Raymond McNally, hanno scritto un libro su Dracula principe dai molti volti (Dracula, Prince of Many Faces: His Life and His Times (1989).
Infine è da notare che il primo a tratteggiare la moderna figura del vampiro nella letteratura occidentale fu John William Polidori, di origini toscane che nel 1819 scrisse il racconto The Vampyre, di Polidori, dove si parla di un nobile raffinato, demoniaco ma a suo modo affascinante che sarebbe divenuto un modello per il Dracula di Stoker ma che si discosta decisamente dalla figura di Vlad III.
Ebbene, se anche Vlad III –Dracul fosse venuto a Firenze nel XV secolo si sarebbe trattato di un personaggio storico. I vampiri appartengono a leggende di Paesi lontani, in notti fredde e brumose , come la filmografia ama ambientarle.
E, In ogni caso, tranquilli. Le notti fiorentine mostrano l’incanto della città. Possono essere anche misteriose o drammatiche come nelle vicende storiche legate a congiure e ad attentati. Ma non ha un versante horror.
D’altronde, i demoni della notte sono di ben altra natura: gli incubi si chiamano stupri, droga, pirati della strada che si dileguano nel buio.