Dopo l’elezione alla guida dell’Anci e lo schiaffo all’establishment del Pd, il sindaco Delrio blinda la giunta: “Nessun rimpasto, il vicesindaco De Sciscio resta al suo posto”. E non rinuncia a levarsi qualche sassolino dalla scarpa: “Vendola? Non è un sindaco e dell’Anci non sa nulla. Pensi alla regione, ne ha abbastanza”.
E’ un sindaco Delrio sicuro di sé e rilassato quello che si è presentato ai giornalisti per la prima volta dal suo rientro da Brindisi dove è stato eletto presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Di buoni motivi per sorridere il primo cittadino ne ha da vendere o, sarebbe il caso di dire, da Vendola. Lo schiaffo ai vertici del suo partito è stato clamoroso e Delrio è uscito dall’assise brindisina da trionfatore. Liquidato alla conta dei voti Michele Emiliano (il sindaco di Brindisi, candidato espressione dei vertici del Pd, a cominciare da Bersani e D’Alema, e appoggiato dal presidente della Regione Puglia) il sindaco di Reggio è rientrato in città mai politicamente così forte. Una vittoria dell’asse del Nord? Senza dubbio, anche se Delrio ha usato parole diverse per descrivere quello che è successo in terra pugliese: “Il problema era eleggere il presidente dell’Anci e non una questione fra Nord e Sud. Il Pd ha generosamente offerto due candidati, c’è stata una discussione in cui ognuno ha liberamente espresso la propria opinione. Chi mi ha eletto riteneva che fossi il dirigente migliore”.
Un dirigente che qualcuno, più o meno malignamente, ha visto già lontano dal suo ufficio reggiano e costretto a delegare funzioni importanti. Su questo punto Delrio ha voluto rassicurare e lanciare un messaggio a quanti bussano alla sua porta (pare che ce ne siano parecchi in fila per un posticino): “Il mio impegno era già programmato. Impegno che mi terrà occupato per lo stesso tempo di quando ero presidente. La mia presenza a Reggio sarà la stessa degli ultimi due anni”. E con decisione il sindaco ha allontanato ogni ipotesi di rimpasto: “E’ possibile che ceda alcune deleghe (ambiente, personale e innovazione n.d.r), ma non ci sarà alcun rimpasto”. E il vicesindaco Filomena De Sciscio che alcuni indicano come troppo debole per restare al suo posto dopo l’uscita dall’Idv del consigliere del suo partito, Matteo Riva? “Il vicesindaco ha avuto una bellissima bambina ed è già rientrata al lavoro. Resta al suo posto perché gode della fiducia del sindaco e questo è sufficiente”.
Dai conti politici bisogna però passare rapidamente a quelli economici. Ad attendere Delrio c’è l’approvazione del bilancio 2012 la cui prima ipotesi non ci sarà prima della fine di novembre. Si tratta di un giro di boa particolarmente difficoltoso a causa dei tagli e non sarà facile fare quadrare i conti: “Ma l’addizionale Irpef – assicura – è l’ultima ipotesi. Credo che sia sbagliato aumentare le tasse, dobbiamo fare il bilancio sulla base di entrate certe e sull’autonomia dei Comuni, come previsto da quel federalismo finora disatteso”. Allora, attacca Delrio “è necessario rivedere il patto di stabilità, perché ci troviamo nella situazione paradossale di avere in banca 60 milioni di euro infruttiferi che non possiamo investire”.
Federalismo da fare, patto di stabilità da rivedere, autonomie rivendicate: sono i temi sui quali i sindaci del Nord fanno fronte comune. E Delrio parla già da capofila. L’asse settentrionale esiste eccome.