Firenze – Tre partite esterne contro Cesena, Parma e Chievo e due casalinghe contro Empoli e Palermo. Prevedo quattro vittorie e un pareggio (ma potrebbero essere anche 15 punti su 15!). La Fiorentina è in forma, gioca un bel calcio, in parte nuovo (con meno possesso palla), mostra una solidità che negli scorsi campionati non aveva. La difesa, per esempio. A tre, seppur poco protetta da un centrocampo “geneticamente” inferiore non solo a quello della Juve, quest’anno è quasi perfetta. Iimmenso Savic, molto più a suo agio sulla destra, in costante miglioramento Basanta, ormai consacrato a portiere da grande squadra (e purtroppo lo sa) Neto. Tomovic e Richards sono due alternative che non hanno né Milan né Napoli, tanto per fare due nomi di concorrenti per il terzo posto. E in questo momento funziona anche il centrocampo. Anzi “i” centrocampi.
Ora che la condizione assiste i nostri pesi leggeri, li possiamo schierare tutti insieme anche contro una Juve. Mati, Borja e Pizarro hanno classe unica, posizione, dribbling, lancio, imbucata, fiato e senso tattico per il pressing alto. In alternativa ci sono tre “mastini”: Aquilani, Badelj e Kurtic. Faccio notare che questi vanno a costituire un centrocampo di “riserva” di tre nazionali (curioso che nessuno dei titolari invece lo sia, fatta eccezione per Mati quando sta bene). Ottime scelte anche per le fasce. A sinistra abbiamo l’ormai titolare fisso Alonso, ma possiamo disporre anche di Pasqual e Vargas (altri due nazionali in panchina!). A destra il titolare ideale dovrebbe essere Cuadrado, ma abbiamo constatato nelle ultime due partite come Joaquin sia un’alternativa di lusso; classe, esperienza, professionalità.
Le dolenti note, anche ieri, vengono dal gioco d’attacco. La soluzione che attualmente adotta Montella è quella di Cuadrado dietro a Gomez, con Joaquin e Mati di supporto. Funziona poco. E non solo perché Mario è ancora indietro (usiamo questo eufemismo), ma perché Cuadrado è troppo solista e in piena crisi di identità, anche per i continui cambiamenti di posizione cui lo sottopone Montella. Le sue potenzialità restano notevoli, e lui continua a essere un perfetto “uomo partita”, uno che può risolverla con una giocata. Ma non è un “uomo squadra”; non aiuta, non “vede” i compagni smarcati, fa il dribbling di troppo quando la squadra è sbilanciata rischiando sempre più di quanto ci ricaverebbe se gli riuscisse la giocata.
Cuadrado ora è un vero problema. Anche perché, con lui accanto, Gomez non può che fare da “palo” e da sponda. A lui non gli arriva un cross, il compagno di linea non gli dà un pallone (mi piacerebbe avere la statistica dei passaggi fatti o almeno tentati da Cuadrado a Gomez!), è completamente avulso dalla manovra, un po’ per le sue caratteristiche che gli impediscono di giocare nello stretto con gente come Mati o Borja, ma molto perché Cuadrado lo ignora. Lo so che Montella ora deve far giocare Gomez (giovedì lo proverei accanto al suo angelo custode Marin, che almeno gli servirà qualche pallone), ma tra due o tre partite bisognerà prendere una decisione. Se Gomez non dà segni di miglioramento, meglio puntare su Babacar e andare davvero sul mercato a gennaio a cercare una punta. Che ora però, con il tipo di gioco che Montella sta facendo, prenderei più disposta alla manovra; fisicamente resistente, magari con un buon tempismo nel gioco di testa, ma con più tecnica di base e con più presenza in area di rigore (e se si facesse tornare Gilardino dal Giappone?). Le altre soluzioni comportano il ritorno al 4-3-2-1. Una difesa a quattro, magari con Richards a destra, Savic e Gonzalo in mezzo e Alonso o Pasqual a sinistra; un centrocampo con due “leggeri” e Aquilani; Marin e Cuadrado (con Ilicic o Joaquin pronti come alternative; in attesa di Pepito!) dietro la punta.
Io continuo a sostenere che Montella sta facendo un lavoro eccezionale, permettendo alla squadra una gamma di soluzioni tattiche invidiabile. Oltretutto, nessuna squadra in Italia può permettersi di schierare due formazioni pressoché equivalenti, nel rendimento come nel tasso tecnico complessivo. Resta da risolvere il problema del gol. La Fiorentina ne ha segnati 10 in tre partite, ma solo 6 nelle altre undici). A fronte dei 16 gol di quest’anno, l’anno scorso ne aveva segnati 23, meglio distribuiti e con Pepito capocannoniere. Aveva però incassato 18 reti contro le 11 (tre delle quali a tempo scaduto, con Roma, Lazio e Samp, nel disperato forcing finale di partite già perdute. Non contando quelle tre reti “inutili”, avremmo ora la seconda difesa del campionato con una partita giocata in più).
E questo è il dato incoraggiante dal quale dobbiamo ripartire anche per risolvere il problema dell’attacco. Con questa difesa forse possiamo osare anche di più, e “sbilanciare” di più la squadra; almeno contro avversari meno forti. Ecco perché quei quindici punti da qui alla fine del girone d’andata non mi sembrano proprio un miraggio…!