Pisa – Nei lunghi giorni del Covid-19 un gruppo di professionisti (autori, cameramen, producer, editors) ha lanciato un progetto video (NO PROFIT) sulla quotidianità “forzata”.
Il “collettivo”, dal nome esaustivo, “Don’t Panic, we are italian” ha realizzato una serie di puntate con protagonisti diversi: i volontari di Bergamo, i figli lontani, gli studenti alle prese con la scuola on-line. StampToscana ha intervistato uno dei fondatori di questo gruppo, Alessandro Salerno free lance producer tarantino di nascita, milanese d’adozione.
Come avete maturato questo progetto?
L’idea nasce assieme ad Overclock crew, con la voglia di raccontare, attraverso le testimonianze dirette, come l’arrivo del virus abbia modificato in pochi giorni il modo di vivere delle persone, un evento con risonanza senza precedenti a livello mondiale. Scuole chiuse, saracinesche abbassate, strade silenziose dove si affrettano pochi passanti. La solidarietà ed il coinvolgimento emotivo, sono diventati un’arma per combattere l’apatia e l’isolamento. È una pandemia contro la quale, da cittadini consapevoli e solidali, ci ritroviamo tutti sullo stesso piano.
Qual’è il vostro approccio?
Dalla grande azienda al centro sociale, dall’artista di strada a quello “famoso” poco importa, il virus non fa distinzioni di ceto sociale. L’essere confinati a casa non ci ha per forza isolati. Sarà l’arte dell’arrangiarsi e della solidarietà a farci uscire a testa alta da questa emergenza. L’obiettivo è quello di documentare come gli italiani abbiano saputo dimostrarsi ancora una volta capaci di rispondere all’emergenza con la voglia di rialzarsi mettendosi in gioco, insieme.
Chi è entrato nell’occhio delle vostre telecamere?
Il nostro lavoro presenta differenti tipologie di persone, e di come molti si siano messi a disposizione della collettività in maniera spontanea. Chi si offre per fare la spesa, chi decide di rimettersi in forma seguendo corsi online, chi si reinventa maestro di yoga, chi crea raccolte fondi utilizzando la potenza dei social, chi canta su un balcone e chi balla sull’altro, chi si ricorda di avere dei figli. Chi offre lezioni gratuite. Chi regala un sorriso. Chiunque ha reagito e non si è fatto prendere dal panico, magari dalla paura, ma non dal terrore.
Piccoli o grandi gesti di solidarietà, la reazione al virus è fatta di tante storie?
Tra le video interviste realizzate mi piace ricordare quella agli ingegneri della ditta Issinova di Brescia che raccontano come sono riusciti a trasformare le maschere da snorkeling in vendita nella grande in respiratori, grazie a valvole stampate in 3D. È il colpo di genio di Cristian Fracassi, proprietario di Isinnova, che ha sviluppato il progetto e messo il brevetto a disposizione di tutti coloro che avessero gli strumenti per stampare la valvola.
E per seguirvi?
Abbiamo una pagina Facebook https://www.facebook.com/weareitalian/?modal=admin_todo_tour
siamo ovviamente su Youtube https://www.youtube.com/channel/UCqVxUSZz3pTGLe2y2MOnXCQ e anche su
Instagram https://www.instagram.com/dontpanic.weareitalian/
Il logo di “Don’t Panic, we are italian” è quello di un gesto eloquente, e tipicamente italiano, della mano…