Eppure provengono dallo stesso ceppo culturale che parte più o meno dal Risorgimento, passa dalla Resistenza e si situa a cavallo tra il postcomunismo e le aspiranti moderne socialdemocrazie. Un uomo le aveva unite, di generazione in generazione, nella protesta contro lo svilimento del corpo femminile presuntamente ridotto ad oggetto del mercimonio televisivo. Quell’uomo era il Satrapo di Arcore (oggi dato per decotto causa naturale autobollitura); un altro uomo, paradossalmente considerato dai critici la prosecuzione naturale di Silvio Berlusconi, le sta dividendo alla radice: Matteo Renzi, il Rottamatore, di più, il Grande Divisore.
Poco tempo fa, era comunque geologica in politica, erano tutte assieme a sfilare per strada per i diritti delle donne e contro la deriva dell’impegno in rosa nella società stile allora imperante, secondo i media d’opinione, quello delle Olgettine. Oggi sono su fronti diametralmente opposti. E mentre le une, quelle moderne, in carriera, facili al mouse e proiettate verso l’immediato futuro, attorniavano nel Palazzo l’incarnazione muliebre del Giglio Magico, Maria Elena Boschi, le altre, ex compagne di tante battaglie contro il nemico di turno, venivano tenute lontano nella piazza ad intonare Bella Ciao. Come a dire, la Resistenza continua ma ha cambiato volto. Pro e contro.
Quelle risucchiate dal renzismo (ma sarà poi davvero così?) accusano le pasionarie restate fuori di veterosocialismo, di perenne ideologizzazione e nostalgia burocratica che impedisce al Paese di spiccare il volo verso le Riforme. Le partigiane reggiane invece non accettano che le loro compagne più giovani si siano in qualche modo piegate, a loro modo di vedere, al verbo di Alessandra Moretti, la necessità di trucco e parrucco almeno una volta alla settimana e le guardano come le Vestali del nuovo culto della sòcial-demagogia. Prodromico in realtà al Regno postdemocratico di un uomo solo al comando.
E’ solo questione di età, di spinta modernistica a fronte di frenate conservative? L’impressione, essendoci questa volta di mezzo non solo le contorsioni fisiche di Berlusconi ma importanti pezzi della Costituzione italiana, è che la faccenda tra loro sia vagamente più seria.