"Ogni anno, in Italia, oltre 100 donne vengono uccise per mano di un uomo – ha denunciato Amnesty intyernational – . In circa la metà dei casi il responsabile è il partner o l'ex partner e solo in circostanze rare si tratta di una persona sconosciuta alla donna". L'associazione per internazionale per i diritti umani organizza oggi una grande mobilitazione in tutta Italia con banchetti in cui attivisti e cittadini realizzeranno fiori di carta multicolori per dire "basta" alla violenza contro le donne. E fino al 16 marzo prosegue la campagna con SMS solidale al 45599. Sia donne, sia uomini si pongono da anni la domanda se abbia dunque senso e sia proficuo, di fronte a questa realtà tanto atroce, quanto vergognosa, continuare a festeggiare l'8 marzo, e non abbia invece più senso fare di ogni giorno la Festa della donna, a dire che il modo festoso di celebrare questa ricorrenza, con il quale si pensa di ricordare di combattere le disuguaglianze sul piano dei diritti umani della donna, non fa che allontanare, sicuramente anche per la deriva di banalizzazione alla quale spinge il consumismo, dall'impegno etico, politico e sociale quotidiano che occorre per eliminarle. La domanda "festa della donna sì o no?" non è dunque banale. Per Giulia Anichini, coordinatrice di "Donne Democratiche" Pd Prato, in sostanza sì è giusto celebrare la Festa della donna, ma con uno spirito più moderno ed evoluto, come un giorno in cui il dibattito e la costruzione di un futuro migliore per le donnne sia sia posto su un tavolo politico e sociale più aperto: "C’è ancora bisogno di un momento in cui il maggior numero possibile di persone possa partecipare alla discussione, un giorno per fare il punto e rilanciare, perché c’è ancora tanta strada da fare, perchè non basta che sia qualche gruppo di donne, e a volte anche di uomini, discutano di queste tematiche durante tutto l’anno". E conclude auspicando che siano "sempre più persone a ricordarsi delle donne anche il giorno dopo”.
"L’8 marzo non nasce come festa, ma come “Giornata Internazionale della Donna” – spiega Giulia Anichini, coordinatrice di "Donne Democratiche" Pd Prato in un suo intervento in occasione della festa di oggi sabato 8 marzo – e come tutte le giornate annuali è un modo, se volete un pretesto, anche se la data non è scelta a caso, per affrontare tematiche che non sono sempre all’ordine del giorno". Anichini si riferisce alla violenza sulle donne, con la sua manifestazione più estrema, il femminicidio, e la questione più generale delle pari opportunità: queste "sono le questioni – sottolinea Anichini – che hanno purtroppo profonde radici culturali nel nostro Paese, Paese che fino agli anni ottanta prevedeva il delitto d’onore nel suo codice penale.
6 marzo: Violenza contro le donne: dati agghiacchainti
La campagna di Amnesty international: http://www.amnesty.it/index.html – http://www.amnesty.it/fermiamo-violenza-contro-donne
"Oggi il fenomeno della violenza sulle donne non sembra in calo, ma aumentano le denunce. Questo è positivo anche se siamo ancora lontani dalla soluzione del problema. Che siano ancora necessari profondi cambiamenti culturali nella nostra società lo dimostra lo spiacevole episodio di cui è stata vittima il ministro Boschi, inseguita da una “Iena” che invece di utilizzare i mezzi legittimi della satira, ci ha propinato ancora una volta – con indubbio cattivo gusto – il solito stereotipo della donna bella e quindi “facile”. Abbiamo un governo con otto ministre, ma le donne continuano ancora ad essere pagate meno degli uomini sul posto di lavoro, subendo discriminazioni per il solo fatto di essere in grado di avere figli. Donne costrette a rinunciare a tante opportunità perché il nostro Paese non mette a loro disposizione una rete di servizi pensata per conciliare lavoro e famiglia.
In questo panorama drammatico di ingiustizie e discriminazioni, ha ancora senso quindi avere "un" giorno dedicato alla questione femminile?
"Non c’è dubbio che oggi alcuni fenomeni come la violenza contro le donne (che peraltro ha una sua giornata specifica il 25 novembre) – prosegue Anichini – beneficino di un’attenzione mediatica maggiore rispetto al passato. Viviamo in un paese che per la prima volta ha un governo, quello di Matteo Renzi, a composizione paritaria e certo sono stati fatti grandi passi avanti su questo fronte.
"Lasciatemi spezzare una lancia anche in favore della parola “Festa”, al di là delle cene tra amiche e degli spogliarelli maschili (questo sì si può fare tutti i giorni se se ne ha voglia), l’8 marzo deve essere anche l’occasione per celebrare la differenza, tra i generi e tra le donne – osserva Anichini – . Ognuna di noi è unica e ha talenti e potenzialità che non devono restare inespressi. Abbiamo un’identità di cui il genere è uno dei tanti elementi, non necessariamente il più importante, ma certo non trascurabile".