Firenze – Un evento che ha messo insieme tre pilastri del futuro agricolo toscano, vale a dire antichi saperi, l’agricoltura “al femminile”, semi a rischio di scomparsa: si sta parlando della “giornata biodiversa” cche oggi, grazie a Cia e a Donne in Campo si è svolta alle Murate, alla presenza, fra gli altri dell’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi e dell’onorevole Susanna Cenni, madre di una importante legge che ha per oggetto la biodiversità.
Ma da cosa “passa” la biodiversità, che rappresenta la vera ricchezza della nostra agricoltura, nazionale e toscana? si tratta di mettere in atto, rafforzare e tutelare “buone pratiche”, fra cui la conservazione di semi a rischio scomparsa, la coltivazione di varietà antiche di frutta e vegetali, la preservazione di razze animali a rischio estinzione. Ma il peso che la biodiversità può assumere si misura anche nella sua funzione di sviluppo e incremento del reddito per le imprese agricole. Insomm,a un’opportunità che sarebbe disastroso lasciare cadere.
Del resto, si può dire che l’agricoltura toscana sia vocata a questa funzione. Basti pensare che esprime 461 prodotti agricoli tradizionali (censiti dalla Regione); 15 Dop (3 in itinere) 14 Igp (2 in itinere). Ma il settore ha prodotto anche innovazione e multifunzionalità. non solo: l’anima attiva, il cuore che batte forte sono le donne, che non smentiscono certo il ruolo forte da sempre giocato nell’agricoltura del nostro Paese. Un ruolo che si estrinseca ad esempio nell’uso e mantenimento delle risorse naturali, nella difesa del territorio e, giustappunto, nella difesa della biodiversità. Le donne – è emerso dal convegno fiorentino moderato da Anna Maria Dini (Donne in Campo Toscana) – sono le prime “custodi del patrimonio genetico mondiale”.
“La Legge sulla biodiversità voluta dall’on. Cenni – ha detto il presidente Cia Toscana Luca Brunelli – è un segnale importante che va nella strada da noi auspicata. La biodiversità è un elemento che deve tradursi in reddito per le nostre imprese, che devono essere sostenibili. Vogliamo essere custodi di questo processo di crescita; sappiamo quanta attenzione, sempre crescente, c’è sul mercato verso le produzioni di qualità e di nicchia, espressione dei nostri territori; sta a noi, alle nostre aziende di essere sempre più protagonisti in questa strada”.
“Le parole chiave – ha sottolineato Cinzia Pagni, vicepresidente Cia – sono caparbietà, coraggio e cambiamento, e a fare da sfondo una grande condivisione di valori delle nostre donne dell’agricoltura toscana. Puntando sulla biodiversità abbiamo piantato tanti semi delle buone pratiche, che poi siamo riuscite ad esportate anche fuori dalla Toscana: dalle fattorie didattiche all’agricoltura sociale, in Toscana è nato il primo agri-catering ed anche il primo agri-asilo. Per la Cia, la biodiversità è una scelta politica chiara: ad Expo abbiamo deciso di stare nel padiglione della Biodiversità, ‘piantando alcuni semi’, che a fine anno, hanno portato alla legge, che non era affatto scontata”.
Nel suo intervento la deputata Susanna Cenni, prima firmataria della legge sulla biodiversità, approvata nello scorso dicembre: «Il mondo si sta ormai accorgendo – ha detto Cenni – di quanto la biodiversità sia importate per tutti; quello che sono riuscita a fare in Parlamento è il risultato di un lavoro che viene da lontano, che abbiamo fatto tutti noi. Ritengo che non ci sia più una netta divisione, fra le grandi aziende che producono quantità importanti e che determinano i numeri dell’export, con le realtà più piccole che si differenziano per la varietà delle produzioni del territorio: oggi la biodiversità riguarda l’intera agricoltura”.
“La biodiversità è strategica – ha affermato Maria Grazia Mammuccini, vicepresidente Navdanya International (l’associazione di Vandana Shiva) – asse portante per l’agricoltura del futuro. Un grande risultato la legge nazionale, ma a livello europeo – ha ricordato – la normativa sulle sementi. L’Europa in questo settore sta andando nella direzione sbagliata, c’è bisogno di cambiare la direzione in cui si sta andando”.
L’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi ha sottolineato come i consumatori siano alla ricerca di prodotti di qualità in modo maggiore rispetto al passato: “C’è stato un ritorno a certi stili di vita, la ricerca in agricoltura – ha detto Remaschi – fatta dalla Toscana ha portato a risultati importanti. Dobbiamo continuare a lavorare sul fronte della qualità e della biodiversità, rafforzare e valorizzare – anche attraverso nuovi investimenti – le nuove idee per affrontare nel modo migliore le sfide che il mercato ci propone». L’assessore ha poi annunciato nuove misure del Piano di sviluppo rurale, già dal mese di marzo: una “misura agroclimatico-ambientale” (dedicata alla biodiversità) e una sul biologico, «dove – ha detto – continueremo ad investire cercando nuove risorse economiche». Infine ha concluso Remaschi: «Grazie alla determinazione delle Donne in Campo, al lavoro della Cia e alla politica regionale – ha sottolineato – ce la possiamo fare ad ottenere con determinazione grandi risultati”.
“Le donne dell’agricoltura toscana – ha aggiunto Mara Longhin, presidente di Donne in Campo – sono state pioniere in innovazioni virtuose, come la grande valorizzazione della biodiversità, coinvolgendoci poi a livello nazionale”.
Ed in occasione della “giornata biodiversa” c’è stato anche il cambio al vertice di Donne in Campo Toscana: la neo presidente è Daniela Vannelli, “agricoltrice creativa” di Quarrata (Pt), che succede a Maria Annunziata Bizzarri: “Un ritorno alla biodiversità rurale nei campi è auspicabile – ha detto Vannelli – non solo per un recupero di sapori e aromi di cui le modernità sono povere, ma anche di colori e forme che rendono piacevole mangiare e per favorire il consumo del cibo locale, e la vendita diretta di prodotti di fattoria”.