Evitando qualsiasi eccesso di femminismo, questa settimana parleremo di libertà condizionata. A riguardo, non ho domande. Ma solo risposte. Le storie che racconterò riguardano due donne: una 28enne indiana di cui manterrò l’anonimato e l’ex sindaco di Monasterace Maria Carmela Lanzetta.
D. è arrivata a Reggio dall’India con un marito e due figli. ” In India non ti scegli il fidanzato. Sai che dalla nascita i tuoi genitori sceglieranno per te l’uomo della tua vita”. Dopo il matrimonio combinato è diventata madre. “Se sei donna nel mio Paese te ne stai chiusa in casa a badare al cibo e alla famiglia. C’è una sorta di coprifuoco per cui alla sera le donne non possono uscire”. Da subito il marito ha iniziato a fare violenza su di lei. ” Sai, un giorno mi sono ritrovata un coltello alla gola. Ho sopportato qualunque tipo di violenza. Mi ha reso la vita impossibile segregandomi in casa finché non l’hanno cacciato in carcere”. D. ha lasciato la cittadina italiana in cui è incarcerato il marito ed è arrivata nella nostra città. Qui ha potuto coltivare la sua passione per il ricamo, partecipando gratuitamente a un laboratorio di sartoria. Oggi, pur vedendo i suoi figli solo una volta al mese, sta cercando di ricostruirsi una vita. Ha accettato di partecipare ad uno stage in un negozio del centro e ha iniziato a passeggiare da sola per strada. L’ho conosciuta offrendole un passaggio fino a casa. ” In India non sarebbe stato possibile. Le donne non solo non guidano, ma non possono uscire di casa alla sera da sole”. Mentre passeggiavamo arrivando al parcheggio è stato un continuo.: “Che bella la libertà. Qui in Italia sto tanto bene. Posso uscire di casa, tornare tardi. Camminare senza paura, farmi dare un passaggio da un’amica”.
Maria Carmela Lanzetta fino a due giorni fa era il sindaco di Monasterace. Ho incontrato anche lei pochi mesi fa, ci siamo ritrovate insieme a parlare del libro che ha recentemente pubblicato insieme al giornalista Goffredo Buccini dal titolo ” L’Italia quaggiù. Maria Carmela Lanzetta e le donne contro la ‘ndrangheta”. Ufficialmente, la Lanzetta si è dimessa dopo che l’assessore Clelia Raspa ha votato contro la proposta di costituirsi parte civile in un processo che vede coinvolto l’ex tecnico comunale e altre due persone (una delle quali affiliata al clan Ruga). Maria Carmela Lanzetta è una donna forte che ha imparato dalla madre a non sottomettersi ad alcuna ideologia mafiosa o sessista. Sua madre Olga Mazzone è stata la prima proprietaria della farmacia di famiglia in cui la Lanzetta lavora a Monasterace. “Donna tostissima, di agiata famiglia di agricoltori, laureata a Bologna, 85 anni”. Anche l’ex sindaco Lanzetta è laureata in farmacia a Bologna. Dopo la laurea se ne poteva rimanere al Nord a lavorare come molti suoi conterranei hanno fatto. Forse avrebbe scampato le pressioni che ha dovuto subìre in questi anni. Invece ha scelto di tornare a casa e di costruire qualcosa nel luogo in cui è nata. Nonostante tutto. Nonostante tutto.
D. per le strade d’Italia gioisce per la libertà che in India non ha mai avuto; Maria Carmela Lanzetta a Monasterace piange per una libertà- quella di fare giustizia, di rispondere alle esigenze primarie dei cittadini senza scendere a compromessi con la criminalità organizzata, di amministrare limpidamente-mai del tutto conquistata. Detto questo, domandiamoci che razza di paese siamo. Invidiato e bistrattato allo stesso tempo. Con briciole di conquiste civili spazzate via quotidianamente da meccanismi diabolici di prevaricazione. Con donne giorno dopo giorno sempre più alle strette.