Don Milani: il sogno di don Silvano Nistri in una lettera al Papa

Firenze – Ci saranno il cardinale Giuseppe Betori e il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, insieme ad Alberto Melloni presidente del comitato per l’edizione nazionale e alla storica Bruna Bocchini Camaiani, a presentare lunedì 3 luglio i Meridiani che contengono tutte le opere di don Lorenzo Milani. La sede scelta è la chiesa della Compagnia della Parrocchia di San Donato a Calenzano (via San Donato, ore 18), dove don Lorenzo creò la sua prima scuola.

L’evento segue la preghiera di Papa Francesco a Barbiana del 20 giugno, che è stata il definitivo riconoscimento della figura e dell’opera di Milani che fu emarginato dalle autorità ecclesiastiche. In quell’occasione don Silvano Nistri, storico pievano della Pieve di San Martino di Sesto Fiorentino, membro della Fondazione Don Milani,  ha consegnato al Pontefice un libretto “Il Cristiano e il Prete, don Lorenzo Milani” pubblicato da Pananti, che contiene il testo di una conferenza tenuta da don Nistri nel febbraio scorso, accompagnato da una lettera.

Qualche mese fa, lo stesso Nistri aveva inviato a Francesco un’altra lettera che contiene “il sogno” della canonizzazione contemporanea di Giorgio La Pira e di Fra’ Girolamo Savonarola. Ecco il testo.

Caro Papa Francesco.  

Sono un prete di novant’anni, compiuti l’agosto scorso.  Prendo  l’occasione del suo compleanno per  scriverle. E’ difficile per me sapere se le lettere arrivano al Papa o come arrivano: comunque mi ci provo.

Sono un parroco, “emerito” dal 2007: la mia parrocchia era la pieve di San Martino a Sesto Fiorentino, un grosso centro a una decina di kilometri da Firenze, dove ancora  vivo   e dove  continuo a svolgere un po’ di ministero. Faccio  anche parte della Fondazione La Pira e della Fondazione don Milani.

Perché le scrivo?  Intanto per farle gli auguri per i suoi ottant’anni: ringraziarla per il suo servizio  fatto  con tanta dedizione, tanta  sapienza  e, sempre,  con quelsegreto che è suo,  quella   “forza della serenità”  di cui  ha parlato così bene Magatti sul Corriere della sera domenica scorsa.  Certo Lei  ci dà  tanto coraggio.

Come fiorentino  e come membro della Fondazione don Milani ho anche da ringraziarla per un  suo intervento  in Piazza San Pietro il 10 maggio 2014   dove ricordò don Lorenzo Milani:  “un grande educatore italiano che è un prete:” poche parole ma che hanno aperto orizzonti. So che ha anche incontrato pochi giorni fa alcuni giovani del Centro  La Pira di Firenze: sono tornati molto contenti.  La Pira è una grande anima: un grande mistico ma anche un grande operatore di pace e un grande sindaco. Il Mediterraneo era per lui  “il grande lago di Tiberiade” dove la triplice famiglia di Abramo – ebrei, cristiani, mussulmani –  avrebbero dovuto incontrarsi.

La causa di beatificazione di La Pira introdotta nel 1986  dal Card. Piovanelli non è ancora arrivata in porto. Che pasticcio queste cause dei santi!  Volevo dirle che il mio sogno è che sia lei  a concluderla:  magari  il massimo sarebbe veder La Pira e Girolamo Savonarola canonizzati insieme.  Perché c’è anche una causa di beatificazione del Savonarola avviata nel 1997  di cui non si sa più nulla.  Certo sono ambedue domenicani: La Pira era solo terziario ma terziario convinto.  E hanno, ambedue,  abitato nel convento di San Marco,  cioè nel convento dove  “l’amore di libertà divenne, per le predicazioni del Frate, un affetto religioso”. Lo  diceva Gino Capponi. 

Ora che ho tempo di leggere mi sono riletto la Vita del Savonarola del Ridolfi, un testo fondamentale  scritto da uno studioso straordinario che ha curato anche la pubblicazione di tutti gli scritti. Nella biblioteca di La Pira le opere del Ridolfi sul Savonarola c’erano tutte.

Che gioia  sarebbe una beatificazione insieme di La Pira e Savonarola!  S. Filippo Neri il Savonarola l’aveva già a modo suo canonizzato:  ne teneva sulla parete della camera il ritratto dove, attorno al capo, con la penna  aveva  tracciato l’aureola. Michelangelo invece ne sentiva la voce.

Queste cose che le dico sono sogni. Però mi permetto di affidarli a lei. E’ l’unico che possa  accogliere e compatire.  Un abbraccio di affetto e di devozione.  Don Silvano Nistri

 

foto: YouTube

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