Don Amos: salviamo la memoria da “Chi l’ha visto”

Nuova puntata ai confini della realtà sul caso irrisolto, dopo 20 anni, dell’omicidio dell’allora parroco di Montericco

Don Amos: salviamo la memoria da “Chi l’ha visto”Nuova puntata ai confini della realtà (non fosse che vien realizzata con soldi pubblici) di “Chi l’ha visto” sul caso irrisolto, dopo 20 anni, dell’omicidio dell’allora parroco di Montericco di Albinea don Amos Barigazzi. Questa volta, fortunatamente in onda in fascia protetta, la trasmissione caotico-investigativa di Rai Tre è riuscita a stanare, dopo la riapertura delle indagini ad opera del sostituto procuratore Maria Rita Pantani (magistrato che sta rivedendo tutti i cold case di casa nostra), la bellezza di una lettera anonima e, colpo di scena, le dichiarazioni di fra’ Antonio (ex Lola) su presunti abusi sessuali da lui subiti naturalmente ad opera del sacerdote morto ammazzato.

Dunque, proviamo a ricapitolare: nella prima puntata, la “novità” del triangolo amoroso (ospite dell’Opg, perpetua lasciva e campanaro cornuto) pista già battuta da decenni e nella seconda rivelazioni-choc di ex travestito di vita poi fulminato/a sulla via Damasco ed oggi a capo di una comunità religiosa non riconosciuta in quel di Villa Cella proprio davanti all’ex cantiere Tav. Sullo sfondo, detto e non detto, ipotetici abusi subiti da minori quando don Barigazzi era titolare della parrocchia cittadina di via Bismantova. Da qui la vendetta “meridionale” di qualche papà con figlio “abusato”; anche questa, altra pista battuta per anni dagli inquirenti senza frutto alcuno. In sostanza, ribadiamo, novità zero, zero virgola zero se non, questa sì che è cosa nuova, uno sputtanamento memorabile oltre ogni decenza ai danni di un sacerdote che fino a prova contraria è stato vittima di un omicidio e dei suoi familiari che sono imprudentemente caduti nel trappolone mediatico ed ora annunciano di volersi rivolgere direttamente a Papa Francesco.

Don Amos: salviamo la memoria da “Chi l’ha visto”Agli occhi dello spettatore non diciamo smaliziato ma almeno non ottuso, è parsa ridicola la ricostruzione Rai nella comunità di Villa Cella: presentato come frate (ma di quale ordine ed ordinato da chi?), bypassando il mancato contesto ecclesiastico, i guai giudiziari piovuti sull’ex Lola a capo della comunità e la sua mai celata vis mediatica con desiderio piuttosto evidente di apparire (qualcuno lo ricorderà ospite al Costanzo show...). Atteggiamenti vagamente in contrasto coi desideri profondi di cambiamento. Insomma, a chi giova tutto questo? Noi lo ribadiamo, fino a quando non saremo smentiti da fatti, non marchette: a vendere qualche copia in più di giornale, a sollecitare la prurigine mistico-erotica di qualche residuo ascoltatore di Mammona Rai e a qualche funzionario della Questura ad apparire fisso sui canali televisivi più importanti

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