Firenze – La Corte Costituzionale ha già “tagliato le unghie” al decreto sicurezza del ministro Salvini, cancellando i poteri dei superprefetti. E anche se non ha accolto i ricorsi delle Regioni, giudicandoli inammissibili per competenza, non è entrato nel merito di questioni che potranno e dovranno essere sollevate.
Ed è in questa direzione che la Regione Toscana intende fare la sua parte: sostenendo e affiancando il ricorso di chi si rivolgerà al tribunale per il riconoscimento dei propri diritti (strada con cui la Consulta potrà essere stavolta chiamata ad entrare nel merito delle questioni) e soprattutto accelerando i tempi di approvazione della legge sui “diritti samaritani”, presentata nei mesi scorsi, per garantire a tutti cura, cibo, assistenza.
Questi i punti che stamani in conferenza stampa ha sottolineato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, dopo la sentenza di ieri sera dei giudici della Consulta.
“Dalla Corte Costituzionale – ha spiegato Rossi – è stato assestato un primo duro colpo al decreto, con la cancellazione dei poteri speciali ai prefetti, ovvero di un disegno autoritario che puntava a invadere le autonomie e le competenze degli enti locali, subordinandole di fatto al ministero dello stesso Salvini. È un risultato importante raggiunto grazie al ricorso dell’Umbria, di intesa anche con la Toscana. Quanto ai ricorsi nostri e delle altre Regioni la Corte li ha considerati inammissibili riconoscendo che sulle questioni la competenza è statale, ma senza pronunciarsi sul merito”.
“Pertanto – ha proseguito il presidente – la battaglia sui diritti rimane aperta e la possibilità di accedere ai giudici costituzionali c’è ancora. Noi intendiamo esercitarlo e lo faremo al primo tentativo che sarà fatto da un richiedente asilo che si rivolga al tribunale per chiedere il riconoscimento di diritti che sono universali”.
“Il decreto Salvini – ha concluso Rossi – aumenta gli invisibili, persone allo sbando prive di diritti che la nostra Costituzione riconosce a tutti. E tutto questo intacca i diritti di tutti e pone anche una questione di sicurezza. Già nel 2005, con la legge 41, noi legiferammo sull’accesso universale alla sanità. Il governo Berlusconi ci fece ricorso e perse. Ora approveremo una nuova legge per garantire diritti essenziali, diritti a tutela della dignità umana, legati al solo fatto di essere uomini e donne e bambini, a cui per garantire tutela sanitaria, una buona alimentazione, un ricovero in Toscana non si chiederà mai ‘da dove vieni?’ . E sfido il ministro Salvini a fare ricorso contro di essa”.
Proprio di questa legge – già in commissione – ha parlato Leonardo Marras, capogruppo Pd in consiglio regionale. “Mentre il decreto sicurezza è una fabbrica di insicurezza, noi approveremo una legge molto concreta e poco ideologica, per affrontare la questione dei circa 5 mila invisibili che il decreto sicurezza sta producendo in Toscana. Di fronte a questa situazione siamo convinti che per tutti, se c’è freddo, ci sarà una coperta e un piatto di minestra”.
L’assessore alla presidenza Vittorio Bugli ha preannunciato invece un bando con cui saranno finanziati progetti in grado di assicurare servizi relativi ai diritti essenziali della persona. “Già lunedì porteremo in giunta gli indirizzi del bando a cui potranno partecipare enti, istituzioni, soggetti privati, in una logica di risposta di sistema”.
“Sono sempre stato molto scettico sul disobbedire alle leggi nazionali – è il commento del sindaco di Firenze Dario Nardella, a una domanda circa le “misure” prese dal presidente Rossi sul decreto sicurezza – sono per una strada più pragmatica, cioè quella di rimboccarsi le maniche e darsi da fare per ovviare ai disastri che sta facendo il decreto “insicurezza”, come l’ho ribattezzato. E anche noi, come Comune di Firenze, ci rimboccheremo le maniche: ho detto alla signora Prefetto in questi giorni che, se la Prefettura ci chiama a dare una mano, noi daremo una mano a limitare gli effetti drammaticamente negativi del primo decreto salvini. Questo però non mi impedisce di dire che questo governo sta fallendo su tutta la linea dell’immigrazione. Non ci sono i rimpatri, aumenta l’immigrazione irregolare, e non si gestisce minimamente il problema dei richiedenti asilo”.