Diversamente renziano: un Matteo deguasconizzato infiamma la Festa

One mane show a Villalunga, ormai la seconda casa dell’ex Premier ma senza troppe guasconate. Il Renzi 2, il ritorno (senza essersene mai andato) presenta un segretario Pd che fa autocritica ed invita il pubblico entusiasta a metterlo in difficoltà…
Italian premier plays tennis
Più che un ping pong, una partita di tennis: Renzi a Villalunga ha risposto alle battute contro di lui con delle eleganti volèe

E’ un Renzi piuttosto diverso rispetto a quello del recente passato, quello che giovedì sera ha tenuto la scena per un’ora e mezza alla festa di Villalunga: il segretario del Pd rispetto a 12 mesi fa, ha cambiato registro comunicativo, ha limitato il lato guascone, ha coinvolto il pubblico nel suo one man show per tentare di dare il segnale  di una nuova fase della sua guida del Pd, quella di una leadership più corale e aperta alle critiche.

Ma davvero siamo di fronte ad un Renzi 2 oppure quello che abbiamo visto all’opera è solo una nuova messa in scena, una rivisitazione formale del Renzi accentratore e spaccone, quello del 40% e del ciaone che sembrava stato spazzato via dal referendum? Difficile dirlo. Di sicuro Renzi, tra una bella dose di autocritica e il ripetuto invito al pubblico a fargli domande polemiche, ha tirato di nuovo fuori il 40%, la cifra – totem che nella numerologia del rignanese identifica il bacino di consenso reale in cui far navigare il Pd: peccato che le amministrative abbiano ripetutamente detto cose diverse.

Il segretario del Pd ci riprova: forte della schiacciante vittoria alle primarie ha miscelato parti di autocritica ad altre di puro ‘orgoglio dei mille giorni’ del suo governo. “Hanno detto che Renzi ha lasciato l’economia in disordine – ha detto parlando di sé in terza persona – si è scoperto che i dati sull’economia erano sottostimati, rispetto alla realtà eravamo stati prudenti. E poi il Jobs Act che ha fatto 820mila posti di lavoro, dei quali due terzi a tempo indeterminato: segno che invece che difendere dalla mattina alla sera il Jobs Act, bisogna difendere il lavoro e chi lo crea”.

Qualcuno dal pubblico lo incalza sul tema del lavoro e delle tasse da abbassare. “Credo che la prossima le legislatura – dice un Renzi già in piena campagna elettorale – dovrà vedere un grande lavoro in Europa. Dobbiamo abbassare ancora le tasse, perché sono diminuite poco rispetto a quello che ci aspettavamo. Il punto è che per abbassarle ancora occorre farsi sentire in Europa. Bisogna portare il deficit alla pari degli altri paesi: perché Macron sta sopra al 3% e noi, se abbassiamo il debito, non possiamo stare almeno al 2,9%”.

La disopccupazione resta purtroppo una piaga: “L’Italia purtroppo  – ha aggiunto Renzi – è divisa in due: c’è un’Italia che va bene, penso all’Emilia, al Veneto, e c’un pezzo d’Italia che non sta andando bene e che ha una disoccupazione giovanile troppo alta. Occorre fare di più, continuare ad abbassare le tasse. Parzialmente siamo riusciti a fare una trasformazione, penso ai contratti a tempo indeterminato, ma ancora su questo si deve lavorare”.

Sull’immigrazione il segretario del Pd ha criticato la condotta egoistica dei paesi dell’est Europa: “Mi spiegate perché i paesi europei che hanno firmato un accordo per accogliere i nostri fratelli e sorelle poi non lo rispettano? Perché dobbiamo continuare a dare i soldi a  a chi con i nostri soldi costruisce i muri e blocca l’arrivo dei migranti dopo essersi impegnati ad accoglierli?”. “L’immigrazione cresce  – ha aggiunto Renzi – perché nel 2011 la Libia è stata bombardata senza preoccuparsi delle conseguenze. Anche l’Italia ha delle responsabilità, perché non si fa autocritica come accade altrove?”.

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