Disturbi specifici dell’apprendimento, in Toscana riguardano l’1,7% degli alunni

Firenze –   Nella sola Toscana la presenza di alunni con disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) sono 6.671 su una popolazione scolastica totale di 404.077 unità, con un’incidenza del 1.7%. Sono passati ormai sei anni dalla legge 170/2012 sui Dsa e nelle scuole, fortunatamente, se ne sente parlare molto, dopo decenni in cui le condizioni di questi allievi venivano sottovalutate o addirittura misconosciute. E molto si sente parlare degli aiuti, strumenti e misure compensative previste per aiutare i bambini con questo tipo di disturbo. Un focus sulla situazione attuale è stato fatto nel  convegno “Dsa e altri Bes: stato dell’arte in Toscana” organizzato dall’Ordine degli psicologi della Toscana a Firenze. Un primo elemento è che la presenza degli alunni con questo particolare tipo di disabilità, è notevolmente cresciuta negli ultimi anni, con un incremento nell’anno 2014-2015, rispetto a dieci anni fa, del 39.9%. Gli alunni con questo particolare tipo di disturbo sono inseriti nell’area più ampia dei cosiddetti Bes (dalla Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 “L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse”).

Dal convegno, che si è concluso ieri, sono emersi alcuni punti critici su cui è urgente intervenire. Intanto, rivedere le modalità di accreditamento dei professionisti in materia di certificazione dei Disturbi specifici dell’apprendimento a difesa della salute del cittadino che lo psicologo tutela secondo quanto indicato dall’art. 32 della Costituzione; ma anche l’esigenza di accorciare o eliminare i lunghi tempi di attesa che spesso le famiglie devono affrontare prima che le difficoltà dei propri figli vengano riconosciute. Del resto, come commenta Lauro Mengheri, presidente dell’Ordine, con il convegno “abbiamo realizzato un primo fondamentale momento di confronto con l’ufficio scolastico regionale, l’associazione italiana dislessia, la Regione Toscana, il Consiglio nazionale degli psicologi per focalizzare l’attenzione sulle procedure diagnostiche ma anche riabilitative sui DSA e BES”. Sulla questione del lungo percorso di attesa, si è espressa la vicepresidente Christina Bachmann:  “Ad oggi una delle criticità ancora da risolvere sono i lunghi tempi di attesa che spesso le famiglie devono affrontare affinché le difficoltà dei propri figli vengano riconosciute. Ed è a questo proposito che l’Ordine degli psicologi della Toscana si sta muovendo per cercare di offrire un percorso sempre più adeguato e personalizzato a tutti gli alunni che siano della scuola primaria, secondaria e anche dei percorsi universitari”. Il Gruppo di lavoro del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi ha prodotto indicazioni per la pratica professionale riguardanti i BES e in particolare i DSA che sono stati presentati nel corso del convegno toscano. “Le rappresentanze della professione, della comunità scientifica, dei familiari si trovano oggi – ha detto il Consigliere nazionale dell’Ordine degli psicologi Riccardo Bettiga – dopo alcuni anni di sperimentazione, sempre più spesso a chiedere che venga riaperto il tavolo tecnico in Conferenza Stato-Regioni e che si modifichino le indicazioni nazionali per orientare tutti verso quei modelli organizzativi, di accreditamento e certificazione che si sono dimostrati nei fatti migliori in termini di efficacia e qualità”.

Per comprendere la necessità che si apra con urgenza il tavolo tecnico auspicato dagli psicologi, per razionalizzare l’impegno dello Stato in questo particolare settore, bastano i numeri emersi dal convegno.  Dai dati delle Rilevazioni Integrative sulle Scuole risulta infatti che gli alunni con disabilità nell’ a.s. 2014/2015 sono 234.788, (350.000 stimati con gli adulti) pari al 2,7% del numero complessivo degli alunni frequentanti. Se si confronta tale numero con quello registrato dieci anni fa, l’incremento è pari al 39,9% (nell’ a.s. 2004/2005 il numero di alunni con disabilità era pari a 167.804 unità). Tale crescita è particolarmente significativa se si considera che il numero complessivo degli alunni frequentanti il sistema scolastico, nello stesso periodo, ha visto addirittura una lieve diminuzione (-0,4%).

Considerando la distribuzione degli alunni con disabilità nei vari ordini di scuola, notiamo che gli alunni con disabilità sono concentrati soprattutto nella scuola primaria e nella scuola secondaria di I grado. Rispetto alla distribuzione degli alunni totali nei diversi gradi di istruzione si nota infatti come la percentuale di alunni con disabilità sia in proporzione più elevata in tali ordini: secondo i dati raccolti, il 9,5% degli alunni con disabilità si colloca nella scuola dell’infanzia, contro il 18,3% degli alunni totali frequentanti tale ordine; il 37% si colloca nella scuola primaria, contro il 31,9% del totale degli alunni; il 28,5% nella scuola secondaria di I grado, contro il 19,6% degli alunni frequentanti tale ordine scolastico; il 25% degli alunni con certificazione di disabilità è inserita nella scuola secondaria di II grado, contro il 30,3% degli alunni nel loro complesso.

In media le regioni dell’Italia centrale presentano la percentuale più elevata di alunni con disabilità sul totale alunni e quelle del nord est la più bassa. Se nel complesso del sistema scolastico italiano essa è pari al 2,7% del totale, nel centro sale al 2,9% e nel nord est si attesta sul 2,5%. Tale discrasia risulta analoga se si esaminano, nel dettaglio, i diversi ordini di scuola: per la scuola dell’infanzia le regioni dell’Italia centrale presentano mediamente una percentuale dell’1,8% contro l’1,4% della media italiana per tale ordine scolastico; le regioni con la quota di alunni con certificazione di disabilità più elevata sono, per la scuola dell’infanzia, il Lazio e l’Abruzzo, rispettivamente con una quota del 2,2% e dell’1,8%. Nella sola Toscana gli alunni con DSA sono 6.671 su un totale di 404.077 con un’incidenza del 1.7%.

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