Distretti toscani: vola l’export nei primi tre mesi (+16%)

Firenze – Particolarmente positivo l’andamento delle esportazioni dei distretti tradizionali toscani nel primo trimestre 2019: il valore delle vendite all’estero è stato pari a 4,7 miliardi, in crescita del 16% rispetto al periodo gennaio-marzo 2018.

Dal Monitor dei Distretti della Toscana, realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, emerge come – tra le regioni a vocazione distrettuale – la Toscana si distingua come prima regione per variazione assoluta delle esportazioni nel primo trimestre e si conferma come terza regione per importi esportati, alle spalle solo di Veneto e Lombardia.

Determinante l’apporto della Pelletteria e calzature di Firenze (+53%) ma è significativo evidenziare come, anche al netto di questo distretto, le realtà toscane avrebbero realizzato un tasso di crescita migliore della media nazionale (+3,7% verso +0,9%).

È trainante il comparto del lusso: bene anche l’Abbigliamento di Empoli (+39%), le Calzature di Lamporecchio (+71%), la Pelletteria e calzature di Arezzo (+11%) e il Tessile e abbigliamento di Arezzo (+11%). Stabili le esportazioni per il distretto del Tessile e abbigliamento di Prato (+0,1%) e in calo la Concia e calzature di S. Croce (-13,7%) e le Calzature di Lucca (-15,7%). Sempre nel sistema moda, positivo il trend dell’Oreficeria di Arezzo (+19%) che si distingue tra i distretti del settore (Vicenza e Valenza) per il maggior tasso di crescita.

In leggera crescita la filiera agro-alimentare (+2%): i distretti dei Vini dei colli fiorentini e senesi (+4%) e il Florovivaismo di Pistoia (+14%) hanno più che compensato il calo del distretto dell’Olio toscano (-7%).

In linea con le esportazioni del primo trimestre 2018 la filiera del Marmo di Carrara (-0,2%), mentre dopo il punto di massimo dell’anno precedente subisce un rimbalzo il Cartario di Lucca sia nei prodotti in carta (-13%), sia nel settore delle Macchine per l’industria cartaria (-21%).

Le esportazioni verso la Svizzera dei beni distrettuali sono più che raddoppiate rispetto a marzo 2018: questo andamento è da ricondurre al sistema moda che utilizza questo mercato come hub logistico. Anche il mercato americano ha evidenziato un buon andamento, grazie ai risultati delle Macchine per l’industria cartaria e alla Pelletteria di Firenze. Positiva anche la ripresa verso gli Emirati Arabi Uniti (+37%) trainati da un rimbalzo della domanda del settore orafo.

I settori ad alta tecnologia hanno realizzato 620 milioni di esportazioni: bene il Biomedicale di Firenze che ha incrementato le esportazioni nel primo trimestre con oltre 55 milioni (+3%). Il Polo farmaceutico toscano invece ha effettuato esportazioni per 565 milioni e nonostante una leggera riduzione (-8%) dopo il balzo dell’anno precedente (+40%), continua a mostrare un elevato dinamismo in termini di capacità di attrarre investimenti e di rafforzare la presenza sul territorio anche attraverso aggregazioni di imprese (rete Pharma Valley Toscana).

“I segnali positivi dell’export regionale provengono da settori e aziende che riescono a guardare ai mercati internazionali grazie a investimenti e strategie vincenti. Il nostro Gruppo sostiene i loro progetti di crescita, innovazione, internazionalizzazione e digitalizzazione, incentivando anche scelte di circular economy, leva sempre più strategica per le PMI – spiega Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo -. Nei primi 5 mesi dell’anno in Toscana e Umbria abbiamo erogato 1,4 miliardi di credito alle imprese e le abbiamo assistite in percorsi di valorizzazione”.

Foto: Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo

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