Disoccupati, l’assegno di ricollocazione non va

Firenze – Assegno di ricollocazione per i disoccupati, la sperimentazione non va. Lo preannunciavano già i primi risultati: a fronte di circa 30mila lettere inviate a marzo ai disoccupati di tutta Italia dall’Anpal (agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro), a maggio avevano risposto solo in 1200 e appena una decina si sono rivolti concretamente alle varie Agenzie per il lavoro. A distanza di cinque mesi, in assenza di aggiornamenti ufficiali, arriva l’ulteriore conferma di Adecco Italia, uno dei più importanti player privati del settore. La sperimentazione di questo strumento destinato a diventare centrale nel prossimo futuro per i disoccupati, ha avuto una risonanza scarsissima come dichiara nella nostra intervista Alessandro Borgialli, direttore delle politiche attive di Adecco. Sarà, come dicono alcuni, l’insufficiente comunicazione o, come dicono altri, la farraginosità delle procedure per cui il nostro Paese non è secondo a nessuno, ma chi cerca lavoro non ha preso in considerazione questo strumento spendibile sia con i Centri pubblici che con i privati per trovarlo. La Toscana sta partecipando alla sperimentazione in modo autonomo. Ha stanziato 3,9 milioni di euro per voucher formativi da spendere in percorsi professionalizzanti, destinati a coprire le richieste di circa 1300 o 1500 lavoratori (in Toscana le persone in cerca d’occupazione sono circa 165mila). Chi utilizza il voucher al termine del percorso formativo può inoltre usufruire di un servizio di tutoraggio e assistenza mirata per la ricerca di un posto di lavoro, pagata attraverso l’Assegno di ricollocazione. Con quali risultati?

La sperimentazione dell’Assegno di ricollocazione per i disoccupati è partita da qualche mese. Avete i primi risultati?

“Oggi non abbiamo ancora a nostra disposizione dei dati statistici a livello nazionale o regionale relativi alla sperimentazione dell’Assegno di ricollocazione. Dalla nostra esperienza possiamo asserire che l’afflusso di utenti interessati non è stata molto alta. La Toscana nello specifico ha comunque avuto un maggior numero di adesioni, rispetto ad altre regioni, soprattutto del centro-nord, dove la richiesta è stata molto contenuta. La Toscana fino a oggi ha approntato un sistema regionale di assegno di ricollocazione che si andrà ad affiancare a quello nazionale dell’Anpal. La misura è appena partita, quindi è ancora molto presto per trarre le prime conclusioni e siamo interessati a vederne gli sviluppi nei prossimi mesi”.

Come vi state preparando alla partenza delle politiche attive sul territorio nazionale e quali problemi crea il fatto di avere a che fare con un sistema frammentato per regioni?

“Adecco Italia già da alcuni anni opera su tutto il territorio nazionale nell’ambito delle politiche attive ed è accreditata ai servizi al lavoro in tutte le regioni che lo permettono, Toscana compresa. Oggi esistono quindi molteplici modalità locali, anche molto diverse da regione a regione, per mettere in pratica le politiche attive che si innestano nella neonata Anpal e nella prima vera misura di politica attiva a livello nazionale che è l’assegno di ricollocazione. La frammentazione regionale se a volte può offrire maggiori opportunità all’utenza, dall’altro espone a rischio di estrema diversità di servizi e di sovrapposizione di interventi se riguardano lo stesso target di utenza. La miglior soluzione sarebbe di avere un regolare coordinamento nazionale – regionale per dare continuità e sistemicità di offerta a tutti gli utenti”.

Qualche dato sulla presenza di Adecco in Toscana e sui risultati raggiunti con la vostra attività sul territorio

“Adecco Italia è il primo datore di lavoro nazionale per numeri di assunti. In Toscana è presente con 12 filiali, 11 delle quali accreditate per i servizi al lavoro. Nella regione Adecco Italia lavora con oltre 1.000 aziende in diversi settori e nell’ambito delle politiche attive ha accompagnato al lavoro oltre 200 candidati all’interno del programma Garanzia Giovani”.

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