Firenze – Mentre la legge sul “dopo di noi”, già passata alla Camera è adesso al Senato, “ la Toscana guarda alla propria esperienza e si impegna a rispondere ai problemi e alle angosce di quei genitori che hanno figli con disabilità”. Questo l’incipit del convegno svoltosi palazzo Panciatichi, dal titolo“Dopo di noi, percorsi di autonomia per un domani sereno”. E’ stata la consigliera Fiammetta Capirossi a ricordare come, fin da piccola, fosse rimasta colpita dalle parole di una mamma, che si augurava di poter accudire la figlia fino alla fine dei suoi giorni.
“Dagli anni sessanta le cose sono cambiate, la nostra regione ha sperimentato il primo progetto di vita indipendente nel 2003, istituzionalizzandolo dopo come percorso, dando vita ad un cammino importante, grazie all’impegno dei Comuni, dei genitori e delle associazioni coinvolte”, ha ricordato Capirossi ed ha citato Tra i vari esempi la Fondazione Nuovi giorni onlus, al centro della giornata di riflessione, come hanno sottolineato anche amministratori e operatori presenti, a partire dal sindaco di Bagno a Ripoli Andrea Casini e dal presidente della Fondazione Luigi Remaschi. Se il sindaco ha parlato di “fiore all’occhiello” per la zona sud-est e di realtà che porta avanti progetti di livello, il presidente ha raccontato una esperienza in crescita, nata nel 2010 con 3 case e ora in procinto di arrivare a 11, con la possibilità di offrire programmi a sei mesi, rigorosamente personalizzati, nel segno del “dopo di noi”. Un “dopo di noi”, come ha sottolineato la consigliera Serena Spinelli, che deve sempre e comunque partire dal “durante”, lavorando sulle leggi ma anche sulla cultura, per favorire il benessere, l’autonomia e l’inclusione sociale. Alla Toscana il coraggio di non tornare indietro e quindi di continuare sulla strada tracciata, perché “quando ad animare ci sono il cuore, la passione e la solidarietà, i risultati ci sono”, ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, che ha strappato un invito sul territorio per “toccare con mano” una bella realtà, nata grazie alla collaborazione tra 15 comuni, attraverso la Società della Salute.
“Compito della politica e delle istituzioni è dare risposte a chi parte con meno possibilità e noi siamo qui per questo”, ha assicurato l’assessore alla sanità e welfare Stefania Saccardi. “Nella partita del ‘dopo di noi’, con il Governo che per la prima volta ha stanziato 90 milioni di euro – ha continuato – la Toscana può giocare la sua parte”, avendo aperto la strada a strutture di piccole dimensioni, che ricreano l’ambiente familiare e cercano di dare risposte di autonomia e serenità. “Le famiglie stanno dentro ad un progetto dove il pubblico si fa garante – ha affermato l’assessore – nella nostra regione la gente percepisce il pubblico come garanzia e il modello sperimentato fin qui può funzionare bene”. A tutti il compito di fare la loro parte: “Proviamo a rispondere ai bisogni veri, a fare il bene – ha concluso Saccardi – lasciando perdere le ideologie e lanciando segnali importanti; lavoriamo per una società inclusiva, che può dirsi tale se lo è su tutte le diversità, non solo sulla disabilità, che non è una scelta ma una condizione”.