Papa Benedetto XVI è pronto ad ufficializzare il decreto preparato dalla Congregazione dei Vescovi che prevede un nuovo incarico per il Vescovo Ausiliare di Firenze Monsignor Claudio Maniago. Rimasto “scottato”, come il Cardinale Ennio Antonelli, definito dallo stesso Maniago “un prezioso maestro”, dallo scandalo degli abusi sessuali perpetrati da don Lelio Cantini, poi ridotto dal Papa allo stato laicale, e che ha sconvolto non solo la diocesi fiorentina ma anche l’intera città, Maniago, a differenza di Antonelli spostato in Vaticano nel 2008, è rimasto a Firenze, nonostante il malumore di buona parte del clero. Da allora molti sacerdoti non lo citano – come obbliga invece la liturgia – con il suo ruolo e nome nella preghiera eucaristica delle varie messe. Ed è un peccato, al di là dei peccati che può aver commesso, se commessi – visto che ad oggi non ci sono capi d’imputazione formali, né da parte della giustizia italiana né da parte di quella ecclesiastica – perché il Vaticano su don Claudio Maniago, quando era un semplice professore di liturgia, già affermato liturgista, aveva posato gli occhi su di lui per dargli un prestigioso incarico in questo settore. Sicuramente sarebbe finito tra i cerimonieri liturgici del Papa. Invece il Cardinale Silvano Piovanelli – anche se ha sempre detto che ha lasciato libertà d’azione a don Claudio – non era d’accordo, ritenendo che sarebbe stato più utile a Firenze, e cosi, all’epoca, per Maniago le porte d’orate del Vaticano si chiusero. Porte che invece adesso starebbero per riaprirsi. All’epoca fu un peccato per la liturgia e la vita della Chiesa Cattolica. Un apporto che comunque, anche se in tono minore di quello che avrebbe dato in Vaticano, Maniago ha continuato a dare, fino a diventare, oggi, Segretario della Commissione Liturgica della Cei. La partenza da Firenze di Maniago apre di fatto la “corsa” agli incarichi da lui ricoperti, principalmente quello di Vicario Generale, e poi – sempre che il Cardinale Betori lo voglia – quello di Vescovo Ausiliare. Si, perché sta a Betori decidere se avere un vescovo ausiliare, e al Papa concederlo. Il Cardinale Silvano Piovanelli nei suoi 18 anni a capo della diocesi fiorentina non ha mai voluto un vescovo ausiliare. Cosa invece che pretese quasi subito il Cardinale Antonelli. Mentre l’ausiliare è un optional, il vicario generale no. I due ruoli possono anche non coincidere. Infatti gli ultimi tre vicari generali non sono stati vescovi ausiliari. Il Cardinale Betori sembra intenzionato a dare l’incarico di vicario ad un sacerdote che già adesso ricopre un importante incarico in curia, il che aprirebbe, a cascata, tutta una serie di spostamenti ai vertici. Mentre qui decide lui direttamente, per il vescovo ausiliare occorre invece l’avallo del Papa, a cui solo spetta la nomina. E’ comunque probabile che Betori si avvarrà di tale opportunità, in quanto la recente porpora cardinalizia di fatto lo porterà ad essere più volte all’anno in Vaticano, lasciandogli, anche alla luce della prossima visita pastorale che indirà tra qualche settimana, meno spazi per partecipare, non solo alla vita sociale e culturale di Firenze, ma anche a quella religiosa della diocesi, costretto a demandare la sua rappresentanza, da qui la necessità di un vescovo ausiliare, come hanno tutte le grandi diocesi. Ora non resta che aspettare l’ufficializzazione della partenza di Maniago e le varie nomine da parte di Betori. I giochi sono tutti aperti.
Franco Mariani