Firenze – Si chiama Digitalmentis ed è un progetto nazionale che ha lo scopo di contribuire a alleviare o far scomparire quel fenomeno conosciuto come Digital Divide, o, più semplicemente, divario digitale o anche diseguaglianza digitale. Si tratta di un fenomeno ben conosciuto, particolarmente in Italia, dove la popolazione arranca nella corsa che sta portando l’amministrazione pubblica ma anche tutto il sistema del lavoro privato verso un’utilizzo sempre più accelerato di strumenti digitali. Un processo che lascia fatalmente indietro ampi strati della popolazione, non solo anziana, ma anche quella che dovrebbe appartenere alla generazione Z, nata con il digitale dunque, Senza contare la fascia più numerosa della popolazione, ovvero quella dei boomer, nella prima anzianità ma ancora attivi nel mondo del lavoro, anche a fronte di una pensione sempre più lontana (e povera).
Al progetto aderiscono otto regioni, Toscana capofila, con la partecipazione delle Associazioni dei consumatori, riconosciute dai relativi CRCU (Consiglio Regionale dei Consumatori e degli Utenti) come il miglior supporto per accrescere il processo di digitalizzazione tra i soggetti con particolari fragilità nell’utilizzo dei servizi gestiti attraverso internet. Il progetto è finanziato dal MIMIT attraverso i fondi di cui all’art. 148 L. n. 388/2000.Federconsumatori è uno degli attori di questo importante progetto, che si è prefissato un ambizioso obiettivo, ovvero innalzare il basso livello di competenze digitali di una nutrita fascia di consumatori adulti. La fascia d’età verso cui in particolare si dirige l’attenzione, è quella costituita dagli ultra 65 ma anche over 45.
“Il divario di digitalizzazione esistente tra le varie fasce della popolazione rappresenta un grosso ostacolo all’inclusione nell’attività amministrativa di fette importanti di popolazione – dice Laura Grandi, presidente di Federconsumatori Toscana – Un divario che vogliamo far decrescere con un’attività di formazione mirata ad accrescere le competenze digitali ed allo stesso tempo capace di fornire assistenza alle persone più anziane e fragili”.
In realtà, la difficoltà all’utilizzo degli strumenti digitali, ad oggi, funziona come una forma di esclusione dai servizi di bona parte della popolazione e rischia di allargare le disuguaglianze già molto forti nel Paese. Il progetto vuole garantire ai soggetti destinatari l’opportunità di acquisire le stesse possibilità di accesso ai servizi digitali e contestualmente fornire loro le necessarie abilità e la necessaria educazione per un uso consapevole e sicuro della tecnologia.
“In particolare – spiega Grandi – il progetto si pone i seguenti obiettivi: alfabetizzare le persone che hanno difficoltà ad accedere ai servizi digitali; consentire ai cittadini consumatori e utenti di utilizzare la tecnologia con sicurezza e in modo consapevole; consentire agli over 65 e alle persone fragili di accedere ai servizi digitali”.
In Toscana i numeri di coloro che hanno fatto richiesta sono elevatissimi: solo per la Federconsumatori, si arriva a quasi 5000.E la maggior parte di questi sono nel l’area metropolitana fiorentina.
“Per quanto riguarda gli sportelli fiorentini della nostra associazione, gli accessi sono stati ad oggi 2450, di cui 1751 appartenenti agli over 65. Di questi, 498 sono ultraottantenni, 795 tra 70e 80 anni d’età,458 tra i 65 e i 70 anni – dice Grandi – 1472 persone dichiarano un’ Isee superiore ai 23000 euro, 978 sotto i 23000.Il 28% degli over 65 ha un buon livello di istruzione (scuole superiori) , mentre il 52% possiede il diploma di scuola media superiore, il 12% quello di scuola elementare. L’8% è in possesso di un titolo di laurea”.
Si tratta di persone che hanno difficoltà soprattutto dove non ci sono figli o parenti a disposizione per aiutarli. Circostanza confermata dai dati, come spiega la presidente di Federconsumatori regionale, dato che solo il l 22% dichiara che i figli o i nipoti sono a disposizione per aiutarli nelle incombenze informatiche. “Raffrontarsi con la digitalizzazioni fa paura agli anziani – continua Grandi – molti la descrivono come un Moloch non aggirabile e viene perlopiù percepita non come una facilitazione per accedere ai servizi, ma come una ulteriore barriera tra il cittadino e l’amministrazione”. Fra le richieste più gettonate, .il 43% degli over 65 chiede supporto per poter attivare lo Spid o la Cie. Il 27 % della stessa fascia d’età chiede di imparare a prenotare visite mediche attraverso il Cup on line; il 30% chiede aiuto per utilizzare il computer.
“Un dato rilevante è quello che indica che a trovare difficoltà con la digitalizzazione non sono solo gli over 65, bensì anche i cittadini compresi nella fascia d’età tra i 45/65 anni”, puntualizza Grandi. In questo caso, la frequentazione con il digitale si ferma spesso solo all’uso del cellulare. Per quanto riguarda la fascia che va da 45a 65 anni (dati degli sportelli Federconsumatori) 699 sono gli over 45 anni. Di questi, 309 sono fra i 45 e i 50, 152 tra 50-55 ,138 tra 55-60 anni; 100 sono tra 60-65 anni.
L’analisi di questa particolare fascia di popolazione fa emergere anche altro. Partendo dai numeri, risulta che 92 persone dichiarano un’Isee superiore ai 23000 euro, mente sono ben 597 i cittadini sotto i 23000 euro di reddito. Il 69% di coloro che si trovano fra i 45 e i 55 anni e che bussano agli sportelli dell’associazione per colmare il divario digitale, possiedono un tiolo di scuola media, mentre il 21% vanta un diploma di scuola superiore; il 10% ha interrotto il corso di laurea. Nessuno è laureato.
“Dai numeri emerge che in questa fascia di popolazione la denuncia di povertà informatica va di pari passo con un basso reddito e una bassa scolarizzazione – conclude Grandi – a riprova che il gap digitale si porta dietro anche una bassa capacità sociale, sia in termini di ‘formazione’ scolastica che di livello economico”.
Un dato corroborato anche dal tipo di richieste che giungono agli sportelli da parte del particolare gruppo preso in esame: “In questo caso le richieste sono legate al tema del reperimento di un lavoro o di una soluzione migliorativa rispetto al lavoro attuale – conclude Grandi – il 62% chiede aiuto per imparare a utilizzare i computer, il 7 % chiede di imparare a fare prenotazioni su portali digitali, mentre Il 31% chiede aiuto per attivare app o utilizzare smart phone”.