È un dicembre nero per la qualità dell’aria in Emilia-Romagna. Dall’inizio di questo mese è stata mediocre in tutta la pianura Padana, ma negli ultimi dieci giorni, per la prima volta nel 2016, si sono registrati sforamenti consecutivi per una settimana del limite di 50 g/m3 di polveri sottili nelle province di Piacenza, Modena e Rimini. A Bologna la situazione è critica, ma non c’è un’emergenza tale da richiedere misure straordinarie, come negli altri tre centri, dove invece domenica scatteranno le misure emergenziali previste dal Piano integrato regionale, cioè domenica ecologica straordinaria con le limitazioni alla circolazione delle auto più vecchie già in vigore nel resto della settimana.
Il responsabile principale delle alte concentrazioni di Pm10 è il meteo: la presenza di un campo di alta pressione, tipico dei mesi invernali, sul Nord Italia favorisce l’accumulo di smog. Poi ci sono i venti calmi e le forti inversioni termiche (l’aria più calda in quota impedisce la dispersione degli inquinanti). Bologna ha evitato per ora che scattasse il piano di emergenza solo grazie alla diminuzione delle concentrazioni di Pm10 di domenica scorsa, altrimenti anche in città sarebbe stato sforato il tetto dei sette giorni consecutivi di superamento del limite giornaliero. Nel resto della regione, invece, mentre a Piacenza e Modena gli sforamenti sono probabilmente dovuti, spiegano gli esperti, all’influenza della Lombardia e dei grandi agglomerati urbani, il caso Rimini resta ancora un interrogativo. Qui infatti dal 1 al 12 dicembre le concentrazioni di Pm10 non sono mai scese sotto i 50 g/m3. A Rimini, Modena e Piacenza sono poi stati sforati i limiti giornalieri per più di 35 giorni dall’inizio del 2016. Il limite delle 35 giornate è quello stabilito dalla normativa vigente per la tutela della salute umana. A Bologna, per ora, le giornate di sforamento sono inferiori a questo limite, ma pericolosamente vicine. Nella centralina di monitoraggio di porta San Felice, infatti, il valore soglia è stato superato già 31 volte dall’inizio dell’anno.
Al di là delle misure adottate dai Comuni per limitare il traffico, alcuni comportamenti individuali che possono aiutare a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo, come abbassare la temperatura negli ambienti chiusi a 20 gradi, tenere chiuse le porte dei negozi e non accendere impianti di combustione di legna a bassa efficienza.