“Il Pd deve stare unito. Mi dispiace molto assistere a queste spaccature, ma credo sia soprattutto responsabilità di chi guida lavorare per tenere tutti insieme, mi dispiace vedere l’atteggiamento quasi di chi preferisce che le persone se ne vadano”.
L’ex premier Enrico Letta commenta così, da Reggio Emilia, l’addio al Pd di Pippo Civati, dopo lo scontro sull’Italicum, e ancor prima quello di Sergio Cofferati. “Bisogna fare il doppio di sforzo per convincere tutti a stare dentro perché in un grande partito come questo ci deve essere pluralità di posizioni, non è compatibile un partito del 40% con una posizione unica, spero che si lavori per recuperare”.
A Reggio Emilia Letta fa tappa per presentare il suo libro in cui già nel titolo – “Andare insieme, andare lontano” – marca la distanza, prima di tutto nel metodo ma anche culturale e politica, con il suo successore a palazzo Chigi, Matteo Renzi. Un viaggio per l’Italia quello di Letta che è l’occasione per parlare con le persone, ascoltare e riflettere sul futuro. “Trovo un Paese che vuole discutere e che vuole farcela, profondamente scosso dalla crisi sociale, dall’aumento della disoccupazione, dalle difficoltà profonde che ci sono”, spiega Letta.
Sfide che nessuno può riuscire ad affrontare “da solo, con la logica dell’esclusione, con la ricerca strumentale del nemico, con la delega in bianco”, si legge nella quarta di copertina. Del resto la cifra del pensiero lettiano sta tutta nel proverbio africano riportato nella copertina del libro: “Se vuoi correre veloce vai da solo, se vuoi andare lontano devi farlo insieme”.