Dialoghi sull’Uomo: il viaggio come crescita e liberazione

Pistoia – “Sono un viaggiatore, uno scrittore di viaggi, mi piace proprio farlo”. Si è presentato così Claudio Visentin, docente di Storia del turismo presso l’Università della Svizzera italiana, ideatore nonché presidente del progetto “Scuola del Viaggio”, scrittore di In Viaggio con l’asino (in collaborazione con Andrea Bocconi, Guanda, 2009) e di Alla ricerca di don Chisciotte: un viaggio nella Mancia (con Stefano Faravelli, Ediciclo, 2016) nonchè volontario animalista.

In occasione del secondo incontro propedeutico alla XII edizione di Pistoia Dialoghi sull’Uomo – avvenuto in streaming sulla piattaforma YouTube – il docente ha intrattenuto centinaia di studenti, rispondendo alle loro domande e curiosità in merito al valore del viaggio e delle forme letterarie che lo raccontano.

Il tema della kermesse di quest’anno, che l’antropologo Marco Aime in una precedente diretta streaming aveva già illustrato, è infatti “Conoscere e scoprire altri orizzonti”.

Visentin spiega come l’attività del camminare sia legata alla natura stessa della specie umana, di cui peraltro costituisce elemento distintivo, e ne evidenzia gli effetti terapeutici. Il cammino può infatti rappresentare un percorso mentale, psicologico e fisico per l’individuo, specialmente nel contesto pandemico che stiamo vivendo, caratterizzato da una forte inquietudine esistenziale. Quest’ultima si manifesta attraverso il bisogno di uscire e al contempo la paura di stare in casa, ambiente che solitamente rappresenta un contesto protetto e nel quale riconosciamo le nostre radici.

Proprio in  riferimento a ciò, il viaggio è stato definito stimolo, incapacità di stare fermi e irrefrenabile dipendenza. Viaggiando e allargando i nostri orizzonti è possibile riscoprire una sana “diversità” dal quotidiano che non è di per sé giusta o sbagliata, bensì appare cifra della relatività del nostro punto di vista. Ne consegue che il fare “esperienza” è un valore fondante per la vita del singolo individuo.

Citando Kierkegaard, Visentin sottolinea come: “La vita vada vissuta in avanti ma si possa capire solo all’indietro”: in questo senso al valore liberatorio dell’incrocio si associa la figura del diavolo, capace di condurre alla perdizione ostacolando la “retta via” dell’uomo. Del resto, senza “imprevisti”, il percorso stesso sarebbe molto meno entusiasmante.

Verso la conclusione del meeting, alla domanda: «Perché proprio in viaggio con l’asino?», Visentin prontamente risponde che nutre per questi animali un profondo affetto, si dice pronto a fronteggiare chiunque si rifugi nel pregiudizio che gli asini siano bestie cocciute e sciocche. A gran voce afferma infatti: «Nella vita o sei un asino, o sei un cavallo». E continua poi: «L’asino è un animale fortemente sottovalutato, perché è ostinato. […] Il cavallo va dove lo porti tu, si lascia guidare, l’asino no». A questo proposito racconta l’esperienza di viaggio con l’asino da Tagliacozzo a Celano, che  ricorda con palese gioia e nostalgia.

L’incontro, di circa un’ora, si è rivelato particolarmente interessante. Claudio Visentin ha reso piacevole l’ascolto dei contenuti, che si sono rivelati efficaci e coinvolgenti, catturando l’attenzione degli studenti, fra i quali ha riscosso molto successo.

Ginevra Rambostaia

 

 

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