Pistoia – “Dialoghi di Pistoia”: dal 27 al 29 maggio 2022 si tiene la XIII edizione, dal titolo “Narrare humanum est. La vita come intreccio di storie e immaginari”. Letto questo, sorgono subito almeno un paio di domande. In primis, ci chiediamo come possano questi nuovi Dialoghi attribuirsi una XIII edizione, che segue la numerazione dei vecchi Dialoghi: appropriazione indebita? In secundis, il dubbio è che passare dai “Dialoghi sull’Uomo” ai “Dialoghi di Pistoia” possa essere riduttivo, per riferirsi al noto Festival di antropologia contemporanea.
Per sgombrare il campo dagli equivoci proponiamo alcune considerazioni che, diversamente da ciò che può apparire da un primo approccio, porteranno a comprendere come la scelta sia invece più che appropriata.
Un primo tassello alla comprensione lo ha illustrato Giulia Cogoli, che dei Dialoghi ne è ideatrice e direttrice, affermando che il Festival si è affermato come uno fra i maggiori in Italia per il “sistema” con cui si propone: multimediale e bene articolato, dove accanto al più classico materiale cartaceo il patrimonio archivistico della manifestazione si alimenta di documenti audio-video, sempre disponibili sul canale YouTube dedicato, che lo mantengono attivo ben oltre i 3 giorni del programma.
Un “sistema” che a maggior ragione va letto, oggi, attraverso una nuova prospettiva di offerta culturale varia, accessibile, coinvolgente perché mantenuta attuale. Una prospettiva per la quale il passaggio dei Dialoghi da “Uomo” a “Pistoia” è un cambio di passo che tiene conto di necessità oggettive, in parte legate al rispetto dei mutamenti socio-linguistici in corso, manifestati dalla difficoltà che alcuni hanno espresso nel non sentirsi rappresentati dal termine “Uomo” (seppure scritto con la maiuscola, quindi significativo di umanità che include uomini e donne): un festival dedicato all’antropologia non poteva restare sordo a tali voci. A questo si è aggiunto il modo in cui molti definivano la manifestazione, appellandola proprio come i Dialoghi di Pistoia: la scelta è arrivata perciò con naturalezza a ufficializzare il passaggio di testimone, nel nome della continuità.
Si tratta di un passaggio attraverso il quale viene valorizzato l’impegno della Fondazione Caript verso la cultura cittadina, che in armonia con il Comune ha generato uno spirito di collaborazione molto solido: lo ha ricordato il Sindaco Alessandro Tomasi : «Questa manifestazione è il segno di quanto la cultura rappresenti, se ben promossa e se inclusiva, non solo un arricchimento fondamentale per la nostra società ma anche un elemento di sviluppo e di crescita in termini economici. In questi anni ci siamo mossi su tante iniziative proprio con questa convinzione».
Così i Dialoghi diventano sempre più pistoiesi, non certo in termini di chiusura bensì proprio come volontà di proiettare fuori dalle mura la loro essenza. Diventano per la città motivo di ulteriore valorizzazione del proprio patrimonio culturale, e la proroga della mostra “Medioevo a Pistoia” (https://www.stamptoscana.it/pistoia-un-cammino-in-divenire-dal-romanico-al-gotico-su-un-ponte-dargento/ fino al 29 maggio (ovvero fino alla chiusura del Festival) ne è esempio. Non meno significativo è che per la prima volta i Dialoghi escano da Pistoia per recarsi a Pescia, al teatro Pacini dove, scambiati col Manzoni di Pistoia, si alterano due spettacoli: questo, lo ha spiegato Cristina Pantera, Pistoia Musei&Cultura (la società strumentale di Fondazione Caript), allo scopo di unire il territorio attraverso la cultura, naturale veicolo di crescita sociale, oltre che personale.
Occasione di crescita che vuole guardare soprattutto ai giovani, che in numero sempre maggiore rispondono ai Dialoghi offrendosi come operatori volontari durante le giornate del Festival. Mentre per quelli che sono ancora più giovani, anzi proprio per i bambini, sono state previste attività di intrattenimento che permettano loro di avvicinarsi alla cultura, mentre i genitori seguiranno con serenità gli appuntamenti in calendario, con la certezza di avere i figli accuditi in uno spazio sicuro e al tempo stesso divertente.
Dialoghi di Pistoia significa anche dedicare maggiore attenzione al territorio, quel “circondario” che ci rappresenta perché luogo di ricordi, esperienze, emozioni… che racconta di noi, e ci consente di raccontare noi nel mondo intero: eccoci così arrivati al cuore di questa edizione, la narrazione. Narrazione che sottolinea la vocazione antropologica della manifestazione, dato che è la capacità narrativa a distinguere l’essere umano dagli altri viventi: «Quest’anno il festival indagherà come nascono le narrazioni del genere umano: dai miti classici al cinema, dalla fiaba al web, dalla psicanalisi allo storytelling dei leader» afferma Giulia Cogoli «Oggi tutto è sempre più narrazione […]. I Dialoghi di Pistoia, con il contributo di antropologi, scrittori, storici, artisti, psicanalisti, giornalisti approfondiranno perché abbiamo bisogno di storie e perché le raccontiamo.»
L’impostazione data a “Narrare humanum est” porterà un contributo particolarmente rilevante in questo senso, avendo coinvolto nella narrazione i ragazzi delle scuole pistoiesi, che il territorio l’hanno raccontato, e il risultato del loro lavoro è diventato un libro presentato durante la manifestazione, come (a nostra volta!) avevamo già raccontato. (https://www.stamptoscana.it/dialoghi-di-pistoia-per-i-giovani-il-bisogno-di-narrare/). Il calendario è davvero coinvolgente, sia in termini di offerta culturale come di ospiti che si lasceranno abbracciare dal Festival pistoiese: tanti e tutti interessanti da citare, ma per questo preferiamo rimandarvi alla lettura del programma.
Un’ospite speciale, però, riteniamo doveroso citarla, non solo per le sue indubbie qualità, ma perché a lei sarà conferito il Premio Internazionale Dialoghi di Pistoia 2022: è Dacia Maraini, e ogni commento apparirebbe superfluo. Salvo citare le parole di Lorenzo Zogheri, Presidente di Fondazione Caript. su questa scelta: «Dacia Maraini, scrittrice autorevole e amata, intellettuale e interprete sensibilissima dei mutamenti della nostra società ha sempre dimostrato una profonda vocazione civile. La sua è stata definita una militanza gentile, che ha caratterizzato tutta la sua vita. Siamo onorati di premiarla a Pistoia.»
La cerimonia di consegna del premio si terrà sabato 28 maggio alle ore 21,30 in piazza del Duomo a Pistoia, poi Dacia Maraini si intratterrà in colloquio con lo scrittore e critico Paolo Di Paolo.