Non c’è la mano involontaria seppur sconsiderata di chi getta una sigaretta accesa dopo un picnic ma la precisa volontà delle ruspe di abbattere quasi 7mila metri quadrati di bosco per di più in un’area protetta paesaggisticamente e vincolata dalle leggi sulla tutela idrogeologica. Il denunciato scempio ambientale si è abbattuto a Dorgola di Carpineti ed è durato circa un mese. Fino all’altro ieri cioè quando sono arrivati gli uomini del Corpo forestale dello Stato a fermare l’azione di un 70enne di Sassuolo, proprietario di una cava, che aveva esteso illegalmente le sue operazioni ben al di là del suo recinto.
Di quel bosco da quasi 20mila metri quadrati, circa 7mila sono andati perduti; per l’asportazione di oltre 30mila metri cubi di materiale di cui solo 700 argilloso ad uso ceramico. Dentro l’area devastata, gli agenti hanno trovato piante tagliate lasciate sul letto di caduta, cataste di legna pezzata e ceppaie divelte e sradicate. L’area in questione non è solo protetta per le sue particolari qualità naturalistiche ma è anche fondamentale per la tenuta idrogeologica del territorio ed i danni che il disboscamento ha prodotto, con conseguenti interventi di ripristino, sono ancora da quantificare ad opera dei tecnici del comune montano.
Il 70enne è stato denunciato anche per reato di danno concreto, estirpazione e distruzione di vegetazione forestale che offriva garanzia per la stabilità dei luoghi del versante e rischia il carcere fino a 3 anni. Oltre a una pesante multa per deturpamento di bellezze naturali. Coordina le indagini il pm Luciano Padula