Deonomastica: quando Béchamel nobilitò la “salsa colla”

Firenze – Tempo di manicaretti alcuni dei quali a base di maionese altri di besciamella. Ma qual è l’origine di queste due parole ?

Sembra che la maionese prenda nome dalla città di Mahon nell’isola di Minorca. Si racconta infatti che  il cuoco del maresciallo di Richelieu impegnato nell’assedi o della fortezza, non avendo molti ingredienti a disposizione ideò una nuova salsa con uova, limone e sale.  Altri dicono invece che questo nome derivasse dal duca di Mayenne che guarniva i suoi cibi con questa prelibatezza.

Quanto a besciamella (béchamel) il riferimento è a Louis de Béchamel, marchese di Nointel  a cui la dedicò il grande cuoco François Pierre de La Varenne  che  la  chiamò così nel suo celebre trattato di gastronomia Le cusinier François, del 1651. Ma si tratta di un variante della salsa colla  nata a Firenze e portata in Francia da Caterina de’Medici.

Continuando con riferimenti a nomi propri divenuti per antonomasia nomi comuni, il termine Silhouette deriva da Étienne de Silhouette Controllore Generale delle Finanze sotto Luigi XV, ma con una duplice interpretazione. Si dice che avesse adottato misure così restrittive da far dimagrire i sudditi  e ridurli a magre figure bidimensionali oppure che  fosse rimasto così poco tempo nel suo incarico che di lui si era vista solo la silhouette

Questi sono due esempi di deonomastica, la disciplina che studia quelle espressioni  derivate da nomi propri (di persone o di luoghi) che sono divenuti nomi comuni o modi di dire.

Ho appreso solo di recente questo termine e poiché mi sono sempre interessato di modi di dire e di figure retoriche fra le quali c’è l’antonomasia mi  sono sentito come il Monsieur Jourdain di Molière che faceva prosa senza saperlo. Ma, in effetti, anche se l’argomento è stato affrontato compiutamente da Bruno Migliorini nel 1927, il termine deonomastica è stato introdotto dall’articolo di Enzo La Stella «Deonomastica: lo studio dei vocaboli derivati da nomi propri», pubblicato  nel 1982.

Tornando ai nostri esempi, il sandwich prende nome da un omonimo lord inglese che  giocando a golf  si portava  dietro dei  panini imbottiti.  Fu invece D’Annunzio a coniare la versione italiana: il tramezzino.

Da lord Raglan che combatté in Crimea  alla metà del XIX secolo deriva invece il tipo di manica ampia adottata del militare per nascondere la mutilazione di un braccio con  un taglio in diagonale: un’innovazione  che si affermò perché consentiva  maggiore libertà di movimento.

Una curiosità:  il  corpo di  spedizione inglese in Crimea oltre a lord Raglan annoverava anche lord Cardigan che ne era il Comandante e da lui deriva il nome del suo capo di abbigliamento  preferito, il cardigan,appunto.

In passato  molti deonomastici  derivavano da opere letterarie o dalla mitologia.  Si dice un dedalo dal nome dell’architetto che costruì il labirinto di Cnosso, donchisciottesco  dal protagonista del romanzo di Cervantes. E Gradasso era un personaggio alquanto sbruffone dell’Orlando furioso. Sosia era un protagonista di una commedia degli equivoci di Plauto, l’Anfitrione (altro nome che da proprio è divenuto comune  per indicare chi ospita).  E si dice  rocambolesco e fantomatico da personaggi di  romanzi  d’avventura francesi rispettivamente dell’800 e di inizio ‘900.

Molti sono i nomi comuni derivanti da quelli di persone, alcuni di facile etimologia come la guida turistica che un tempo veniva definita cicerone con riferimento all’eloquenza del celebre avvocato dell’antica Roma o  il motore diesel dal suo inventore.

Altri hanno una genesi più complessa. Paparazzo è il nome del fotografo dei divi ne La Dolce vita di Fellini divenuto poi  per antonomasia  un  nome comune  Ma perché  fu scelto nome? Ennio Flaiano autore della sceneggiatura scrive ne La solitudine del satiro di averlo tratto  da un libro, senza alcuna attinenza con  la professione ma  perché suonava bene e sottolinea l’importanza delle affinità semantiche fra i personaggi ..ricordando che  Flaubert, che ci mise due anni a trovare il nome di Madame Bovary, Emma.

In altre due versioni (riportate dalla voce “Paparazzo” di Wikipedia ma senza fonte) Giulietta Masina avrebbe suggerito al marito di unire le parole pappataci” (quindi un insetto fastidioso) a “ragazzi”.  O si sostiene che Flaiano,  paragonava lo scatto  della macchina fotografica all’apertura e chiusura delle vongole, dette “paparazze” nel dialetto abruzzese.(Ma abbiamo visto che Flaiano non parla di questa  pur suggestiva  assonanza  onomatopeica).

Questi sono solo alcuni esempi fra i tanti….che sono davvero molti . Infatti, Enzo La Stella  ha pubblicato nel 1984  un  Dizionario storico  di deonomastica. Vocaboli derivati da nomi propri, con le corrispondenti forme francesi, inglesi, spagnole e tedesche e nel 1992  Uomini dietro le parole. 500 personaggi divenuti vocaboli di tutti i giorni

 

 
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