Denaro, in Italia il contante fa boom

Firenze – Crisi o no, la massa di contante in circolazione nel nostro Paese cresce, e negli ultimi 7 anni di crisi l’incremento percentuale è stato del 30,4%. Un vero e proprio boom, che ha portato la massa monetaria circolante in Italia a sfiorare i 164, 5 miliardi di euro, di fronte a un aumento dell’inflazione che ha quasi raggiunto il 10%.

I dati che la Cgia Mestre rende pubblici sono ancora più interessanti in quanto l’Italia è uno dei paesi europei in cui il limite all’utilizzo di contante è più basso: basti pensare che fr ai membri dell’Unione Europea, 11 Paesi non hanno alcun limite, Francia e Beglio hanno un limite di spesa fino a 3mila euro, la Spagna di 2.500, la Grecia di 1500. L’Italia e il Portogallo si trovano alla pari: l’udo del contante è limitato a 1000 euro.

Una delle conseguenze che con sorpresa è stata rilevata è che, scusate il bisticcio, non ci sono conseguenze per l’evasione fiscale italiana, sempre altissima nonostante il limite molto basso all’uso del contante. Insomma, l’introduzione di un tetto di spesa “liquida” così basso non sembra affatto essere correlato all’andamento dell’evasione: i dati della Cgia infatti dicono che tra il 2000 e il 2012 (ultimo anno in cui i dati sono disponibili), a fronte di una soglia limite all’uso del denaro che è rimasta pressoché stabile fino al giugno 2008, “l’evasione ha registrato un andamento altalenante fino al 2006 per poi scivolare progressivamente fino al 2010. Se tra il 2010 e l’anno successivo l’”asticella” del limite al contante si è ulteriormente abbassata (passando da 5.000 e 1.000 euro), l’evasione, invece, è salita fino a sfiorare il 16 per cento del Pil, per poi ridiscendere nel 2012 sotto quota 14 per cento”. Quanto basta per affermare che l’evasione non ha alcuna difficoltà a bypassare il limite all’uso del contante, che, anzi, dicono alla Cgia, potrebbe addirittura risultare agevolata dallo scarso utilizzo del denaro “liquido”.

Tornando al perché gli italiani sembrano così affezionati al contante, un termine molto importante della situazione è sicuramente dato da quei 15 milioni di unbanked che, come asserisce il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi, si trovano nel territorio nazionale. Non solo si tratta di persone che non hanno alcun conto presso nessuna banca, ma anche di un record che non ha nessun altro Paese europeo. Di fatto dunque, milioni di italiani non intrattengono nessun rapporto col sistema bancario, non utilizzando perciò nessuno degli strumenti che assicurano la tracciabilità del denaro, come bancomat, carta di credito o libretto degli assegni. I motivi per questo comportamento tutto nazionale da un lato è di sicuro la presenza di aree particolari nel Paese dove sussistono bassi livelli di scolarizzazione, ma dall’altro anche la diffidenza verso gli istituti di credito. Del resto, chiosa Bortolussi, “ i vantaggi economici non sono indifferenti, visto che i costi per la tenuta di un conto corrente sono in Italia i più elevati d’Europa”.  

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