Udienza fiume in Corte d’Assise per il processo all’ex vigile urbano Pietro Fontanesi, accusato, oltre 20 anni dopo, di aver ucciso per motivi sconosciuti il suo vicino di casa il dottor Carlo Romabaldi in via Filzi a Reggio. 13 testimoni sono sfilati davanti alla corte presieduta da Franco Maria Caruso: ex vicini di casa dei due, ex colleghi di Rombaldi soprattutto ma anche alcuni degli investigatori che hanno riaperto il caso negli ultimi anni tra cui l’ex capo della Mobile reggiana Antonio Turi la cui ricostruzione non è apparsa troppo precisa.
Tra coloro che hanno deposto anche l’ex primario di Chirurgia, il professore Roberto Prati allora primario di Rombaldi ed oggi costretto su una sedia a rotolle. Prati era stato indicato da una testimone come presente sulla scena del crimine poco dopo gli spari ma il racconto della donna non è mai stato ritenuto attendibile. Confusi e poco dettagliati i ricordi di chi vide o sentì qualcosa 21 anni fa; una risultanza concreta potrà venire solo dalla perizia balistica super-partes affidata al Maggiore dei Ris Matteo Donghi. E che dovrà acertare se la pistola già appartenuta a Fontanesi, venuta in possesso degli inquirenti a distanza di molti anni, abbia o meno sparato quei proiettili ritenuti quelli che uccisero il povero Rombaldi. Riemersi anch’essi 20 anni dopo, da uno spesso strato di polvere negli uffici della scientifica di Roma.
Per ora, gli elementi investigativi in possesso di chi deve dimostrare la colpevolezza di Fontanesi, non appaiono affatto esaustivi. Staremo a vedere