Il decreto taglia prezzi fa contrarre più del previsto l’utile di Iren che comunque conta di accelerare gli investimenti. La multiutility ha chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile netto di 118,4 milioni di euro, in calo dell’1,7% rispetto allo scorso anno e sotto la stima degli analisti a 123 milioni. La contrazione è dovuta all’impatto negativo del contributo di solidarietà taglia prezzi stimato, pari a 24 milioni, e imputato interamente nel periodo.
Ricavi in rialzo (+91,8% a 2,18 miliardi), ma comunque al di sotto delle aspettative (2,27 miliardi), grazie ai maggiori ricavi energetici, influenzati per circa 900 milioni dall’incremento dei prezzi delle commodities e per circa 28 milioni dall’effetto climatico e dai consumi. L’ebit e l’ebitda, rispettivamente a 225,8 milioni (+22,9%) e a 362,8 milioni (+16,2%) hanno, invece, battuto le aspettative degli esperti a 211,5 milioni e a 352 milioni.
L’indebitamento netto a marzo è risultato pari a 2,95 miliardi, in crescita dell’1,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con gli investimenti lordi pari a 378 milioni, in crescita di 2,3 volte rispetto al 31 marzo 2021. I prossimi mesi, ha previsto la società, saranno caratterizzati da un’accelerazione degli investimenti, attesi in forte crescita (+50%) rispetto al 2021, cogliendo diverse opportunità di sviluppo che permettono di anticipare alcune mosse previste nel piano industriale. “Quest’ultimo poggia i propri razionali su tre pilastri strategici che guidano le scelte di investimento: la transizione ecologica, la territorialità e la qualità del servizio”, ha precisato Iren.
La capacità e la velocità del gruppo nel realizzare gli investimenti previsti nel piano, che sono più che raddoppiati nel trimestre rispetto all’anno precedente, ha sottolineato l’ad, Gianni Vittorio Armani, “consentono di anticipare alcuni target come quello della capacità rinnovabile. Siamo confidenti di traguardare già a fine anno metà del target fotovoltaico previsto per il 2026, raggiungendo 870 MW di capacità rinnovabile complessiva”.
Gli obiettivi della transizione ecologica riguardano la progressiva decarbonizzazione di tutte le attività e il rafforzamento della leadership nell’economia circolare. In relazione alla crisi geopolitica internazionale la società ha specificato che resta attualmente difficile nonché incerto valutare gli effetti e le ripercussioni che potrebbero derivare dal perdurare della crisi internazionale.