Firenze – Nel dibattito aperto dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando circa la sospensione delle norme del decreto sicurezza, in primis del divieto di registrazione delle residenze, da parte dei sindaci, la posizione della Regione Toscana è chiara e viene resa pubblica dall’assessore alla presidenza Vittorio Bugli, con una dichiarazione che mette nero su bianco da che parte sta la Regione Toscana:
“Oggi – dice Bugli – c’è una forte iniziativa dei sindaci che sta prendendo corpo e verso cui la Regione offre la massima disponibilità e sostegno. Da giorni stiamo lavorando per produrre un ricorso contro alcune norme contenute nel decreto Salvini e tratteremo anche la problematica relativa all’iscrizione all’anagrafe, che va ad incidere negativamente sull’effettiva possibilità di accedere ai servizi essenziali, ai quali tutte le persone hanno diritto come previsto dalla nostra proposta di legge”.
“A questo proposito – dice ancora – mostriamo tutta la nostra disponibilità a valutare insieme ai sindaci l’esercizio previsto dalla legge La Loggia (norma che prevede la possibilità per i Comuni di richiedere attraverso il Consiglio delle Autonomie Locali che sia la Regione a farsi carico del ricorso alla Consulta in tempi più rapidi e modalità coerenti con il dettato costituzionale). In questo senso – conclude – si rafforzerebbe in un percorso Regione-Comuni l’obiettivo di far valutare la norma alla Consulta”.
Del resto, la Toscana era stata in prima fila, già prima della conversione del decreto, nel denunciare, insieme ad Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani) gli effetti che le norme contenute nel decreto potevan produrre sul territorio. Basti ricordare, come si legge nella nota della Regione, che nella sola Toscana quasi 5000 persone sarebbero costrette all’irregolarità creando problemi ai sindaci e producendo insicurezza e criticità di gestione sociale.
“La stessa cosa l’avevamo detta al ministro in sede di consultazione con le Regioni – ricorda ancora Bugli – a fine anno abbiamo presentato una proposta di legge dove si affermano i diritti essenziali di tutte le persone sul nostro territorio e si consente legittimamente ad istituzioni, associazioni e cittadini di operare affinché nessuno si trovi a vivere in Toscana senza questi diritti essenziali”.
E a Firenze, mentre il sindaco Dario Nardella promette che, a fronte dei numeri seri che l’applicazione del decreto sicurezza metterebbe in campo (almeno 50mila persone nella provincia fiorentina che si troverebbero fuori dai Cas, in strada, senza risorse, senza aiuti, in un momento in cui le temperature vanno sotto zero) l’amministrazione troverà moduli per aiutarli e tutelarli dal “rischio criminalità e anche morte, visto il periodo delicato”, il gruppo consiliare Firenze riparte a Sinistra lo incalza: “Al sindaco Nardella chiediamo di chiarire se farà l’ordinanza, sullo stile del Comune di Palermo, per disapplicare il decreto Salvini, oppure applicherà le norme. Questo il contenuto di un question time che il nostro gruppo ha depositato per il Consiglio di lunedì prossimo”.
Giunge anche un tweet del sindaco, che scrive, a proposito di quanto dichiarato dal ministro degli interni: “Le intimidazioni di #Salvini non servono. #Firenze non viola alcuna legge. Apriremo un tavolo con volontariato, terzo settore e mondo del lavoro. Legalità e accoglienza. Combatteremo questa legge che aumenta clandestini e insicurezza nelle città. Il mio è buonsenso, non buonismo”.