Carcere: fallisce la missione rieducativa

Il decreto del Governo

Il “decreto carceri”, approvato mercoledì alla Camera, non ha messo d’accordo le forze politiche in campo. E se per la maggioranza la legge risolve le criticità del sistema carcerario italiano, tra cui il sovraffollamento e l’alto numero di suicidi, affiancati dall’assunzione di mille unità del corpo di polizia” penitenziaria,una misura che va, secondo il Governo, nella direzione di risolvere il problema del sovraffollamento, diventuto ormai “preoccupante”, l’opposizione ha invece parlato di “furia punitiva che non fa niente per risolvere il problema nel momento in cui vengono introdotti “oltre 20 reati nuovi”.

Intanto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha chiesto un incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha promulgato il testo giovedì, per discutere modifiche e misure applicative del provvedimento.

Ne parliamo con Stefania Ascari onorevole pentastellata che sulla dichiarazione di voto alla Camera ha evidenziato una serie di forti criticità esisistenti negli istituti di pena. 

Ad oggi onorevole qual è la situazione nelle carceri italiane? 

“Crescono i suicidi fra i detenuti, 65 nel 2024, l’ultimo pochi giorni fa a Prato, ma crescono anche quelli fra gli agenti di polizia penitenziaria, 7 dall’inizio dell’anno”.

 A questo proposito lei ha depositato una proposta di legge perché si istituisse  al più presto una commissione d’inchiesta su questi suicidi. 

“Vero. Anche perché se un detenuto viene a contatto con chi dovrebbe mantenere il controllo e la gestione carceraria ma è a sua volta vulnerabile, ovvio che si crea un corto circuito che dobbiamo evitare. Ora c’è da capire come mai ci sono tanti suicidi proprio tra chi invece dovrebbe garantire la sicurezza. Quello che sta accadendo nelle nostre carceri non è normale”. 

Dunque un forte appello al Governo affinché si occupi anche di chi lavora negli istituti di pena. 

“Guardi, non solo chi vive in carcere, ma anche chi vi lavora è sottoposto a condizioni inumane: carenza di organico, stress psicofisico, turni massacranti, aggressioni, resistenze, minacce. Sette agenti di polizia penitenziaria dall’inizio dell’anno si sono suicidati. E a loro andrebbero aggiunti i costanti suicidi tra le nostre forze armate e dell’ordine, un fenomeno in allarmante crescita di cui non si parla a sufficienza. E a fronte di questa situazione al collasso, la soluzione del governo è un decreto vuoto, una presa in giro, che non dà alcuna risposta e che prevede la soluzione di mille agenti di polizia penitenziaria entro il 2026 quando c’è una carenza di organico di ventimila agenti. Oggi, non nel 2026”.

Nel suo discorso alla Camera lei ha chiesto più risorse e aiuti per i detenuti.

“Con carceri fatiscenti, sovraffollamento e condizioni degradate, si sta totalmente fallendo anche la missione rieducativa indicata dalla nostra Costituzione. Servono risorse, umanità, dignità, per chi sconta una pena e per chi nelle carceri ci lavora. Purtroppo ci ritroviamo con una politica arrogante, fatta di slogan e inadeguata a risolvere i problemi del Paese. Abbiamo chiesto per chi sconta la pena risorse per psichiatri, psicologi, educatori culturali e mediatori, assistenti sociali. Tutto bocciato”. 

Come se lo spiega? 

“Purtroppo il Governo non ascolta e sono stati bocciati tutta una serie di emendamenti che andavano nella direzione del recupero del detenuto perché il carcere non è solo un luogo in cui si sconta una pena ma soprattutto un luogo di recupero e risocializzazione e di reinserimento sociale perché è con questi presupposti che diminuisce la probabilità di tornare a commettere reati una volta usciti. E purtroppo alle richieste perchè i detenuti in carcere dedichino ore alla scuola, all’università,alle attività sportive, teatrali, ai colloqui, ci siamo ritrovati con un nulla di fatto da parte del Governo. Pensi che abbiamo chiesto di mettere risorse per i magistrati per smaltire velocemente le pile dei fascicoli che portano all’udienza dopo due anni ma senza successo”. 

Cosa si sente di aggiungere a quanto da lei detto alla Camera? 

“Le carceri devono essere luoghi di umanità e specchio di una civiltà che funziona. Se così non è significa che non solo stiamo fallendo nella missione rieducativa dei detenuti, ma stiamo infliggendo anche una doppia pena a chi già sta pagando le sue colpe. Il sistema carcerario ha bisogno di riforme serie, non di propaganda”. 

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